Domare

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domare


v. tr. [lat. dŏmare] (io dómo o dòmo, ecc.). – 1. Rendere docile, mansueta una bestia feroce o selvatica: d. un leone, una tigre; d. un cavallo, un mulo e sim., avvezzarlo a farsi cavalcare, al tiro, al lavoro. 2. fig. a. Di persona, correggerne il carattere ribelle, renderla ubbidiente, sottomessa: la moglie lo ha domato; un ragazzo caparbio, che non si lascia domare (La bisbetica domata è la traduz. del titolo ingl. The Taming of the Shrew di una commedia di W. Shakespeare). b. Assoggettare, soggiogare: i Parti non furono mai domati da Roma. c. D. un incendio, spegnerlo; d. una ribellione, una sommossa, una rivolta, sedarla con la forza. d. In senso morale, frenare, trattenere: d. gli istinti, le passioni, l’ira, la superbia.

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