Dito

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dito


s. m. [lat. dĭgĭtus] (plur. f. le dita; plur. m. i diti, se considerati separatamente). – 1. Ciascuno dei segmenti terminali della mano e del piede: nell’uomo sono in numero di cinque per ciascun arto e si designano col numero ordinale (I, II, ecc.) o più comunem., nella mano, con i nomi di pollice, indice, medio, anulare e mignolo, mentre nel piede solo il I dito ha un nome distintivo (alluce o dito grosso, impropriam. pollice). Le dita risultano tutte (ad eccezione del pollice e dell’alluce che sono costituiti da due pezzi ossei) di tre ossa, tra loro articolate, dette I, II, III falange o, comunem., falange, falangina e falangetta. Nell’uso com. per dito senz’altro s’intende talvolta l’indice: di retro a me, drizzando ’l dito, Una gridò (Dante); alzando il d. colla morte scherza (Petrarca); mostrare, minacciare col d.; mostrare a dito, indicare, additare alla riprovazione; toccare il cielo con un d., esultare per una gioia particolarmente intensa. Altre locuz., anche con senso estens. e fig.: darsi il (o del) d. nell’occhio, offendere o danneggiare sé medesimo; mettere il d. sulla piaga, toccare il punto dolente; non muovere un d. in favore di qualcuno, non dargli il minimo aiuto o difesa; non poter alzare neppure un d., non poter fare neppure un gesto, non aver voce in capitolo, essere nell’impossibilità di reagire; puntare il d. su o contro qualcuno, accusarlo; si contano sulle d. della mano, di cose o persone in numero assai limitato; avere sulla punta delle d., sapere alla perfezione; leccarsi le d., gustare moltissimo un cibo; mordersi le d., pentirsi con rabbia o dolore; legarsela al d., fissare nella memoria un’offesa, per farne vendetta a suo tempo; il d. di Dio, il castigo divino. 2. Per analogia: a. Ciascuna delle parti del guanto che ricoprono le dita della mano: guanti con le d. lunghe, strette, ecc.; guanti senza dita; un d. di guanto, ritagliato da un guanto per coprire un dito malato o sim. (così pure un d. di gomma). b. Oggetto che ha la forma di un dito: dito d’apostolo, sorta di pasta dolce a forma di grosso dito, ripiena di crema o panna; le Cinque dita, il Dito di Dio, nome di alcune vette dolomitiche. 3. Antica unità di misura di lunghezza corrispondente all’incirca alla larghezza di un dito, ed esattamente a 1/24 di cubito, quindi variabile con il valore di quest’ultimo: per es., nell’antica Roma, dove il cubito valeva 44 cm, il dito valeva 1,85 cm. Con valore più indeterminato, nel linguaggio com.: versarsi nel bicchiere un d., due dita (o diti) di vino; accorciare la gonna di due dita; essere a un d. da ..., essere lì lì per ... 4. In fisica, regola delle tre dita, altro nome della regola della mano, artificio mnemonico per individuare rapidamente i termini di un prodotto vettoriale (v. mano, n. 9). ◆ Dim. ditino, spec. per riferirsi alle dita dei bambini; accr. ditóne, di solito per indicare, nell’uso fam., l’alluce; pegg. ditàccio.

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