Desionizzato

Neologismi (2008)

desionizzato


p. pass. e agg. Progressivamente liberato dai condizionamenti del sionismo. ◆ Sapeva Daniel [Amit], che il problema ebraico c’era e non era tanto facilmente liquidabile. Tanto è vero - lo ricordo bene - che non polemizzarono mai contro Herbert Marcuse, che pure, nel 1967, al culmine della sua popolarità fra le nuove generazioni di sinistra, aveva detto, parlando alla Freie Universitaet di Berlino, «di sentirsi solidale con Israele per ragioni personali che non sono solo personali». Capivano. Ritenevano solo che la questione ebraica andasse «deterritorializzata», Israele «desionizzato». L’ipotesi era la creazione di una comune patria socialista, fondata sul reciproco rispetto dei due popoli. (Luciana Castellina, Manifesto, 6 novembre 2007, p. 2).

Derivato dal toponimo Sion con l’aggiunta simultanea del prefisso de- e del suffisso -izzato.

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