Còno

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cono


còno s. m. [dal lat. conus, gr. κῶνος]. – 1. Superficie generata dall’ipotenusa di un triangolo rettangolo per rotazione di 360° intorno a un cateto; anche il volume racchiuso da tale superficie. Tronco di c., figura generata da un trapezio rettangolo per rotazione di 360° intorno al lato perpendicolare alle basi del trapezio. C. indefinito, superficie che si ottiene facendo ruotare attorno a una retta fissa (asse) una retta uscente da un suo punto (vertice del c.); anche, il solido limitato da tale superficie. C. finito (o assol. cono), la parte di cono indefinito compresa tra il vertice e il piano perpendicolare all’asse, il quale piano sega il cono indefinito secondo un cerchio. 2. Nell’uso com., ogni oggetto che ha forma di cono finito: cappello a c., in forma di cono; c. gelato (o semplicem. cono), sorbetto contenuto in una cialda di forma conica; c. dell’altoparlante, membrana conica che nell’altoparlante smuove l’aria eccitando in questa onde sonore. In partic.: a. Cuscinetto di acciaio temprato, che forma una delle piste di rotolamento delle sfere sulle quali si muove il mozzo della ruota della bicicletta. b. Supposta anale di forma conica. c. In botanica, fiore carpellifero delle conifere, che nei pini e in altri generi ha forma conica, quando contiene i semi. C. vegetativo, sinon. di apice vegetativo. C. gemmario, ramo specializzato a frutto, molto accorciato, così da sembrare un semplice ingrossamento del ramo sul quale sorge (per es., nel carrubo e nel giuggiolo). d. In marina, c. d’àncora, tipo di àncora galleggiante poco usata, a forma di tronco di cono, trainata dalla parte della base maggiore. 3. In anatomia e istologia, nome di varie formazioni di aspetto più o meno conico: c. arterioso, sporgenza esistente presso l’origine dell’arteria polmonare sulla superficie esterna del ventricolo destro del cuore (in anatomia comparata, nel cuore venoso dei ciclostomi e dei pesci, tratto del tronco arterioso provvisto di placche valvolari endocardiche); c. durale, estremità inferiore della dura madre che termina nell’interno del canale sacrale, a forma di cono rovesciato; c. faringeo e c. timpanico, due segmenti della tuba di Eustachio; c. midollare, estremità caudale del midollo spinale; c. retinici, particolari cellule fotosensibili della retina (meno numerose di analoghe formazioni dette bastoncelli), le quali captano i raggi luminosi e li convertono in eccitamenti visivi che i nervi ottici trasmettono ai centri visivi. 4. In geografia fisica, c. vulcanico, edificio roccioso di forma grossolanamente conica, caratteristico dei vulcani di tipo centrale, che si genera in corrispondenza di una bocca eruttiva di un apparato vulcanico a causa dell’accumulo dei materiali eruttati; può essere costituito di soli materiali piroclastici (e in tal caso si denomina c. di ceneri, c. di scorie, c. di pomici), dall’alternanza di piroclastiti e lave, o di sole lave, raggiungendo raramente, nell’ultimo caso, la forma conica. Per il c. avventizio, v. avventizio, n. 5; per il c. o conoide di deiezione, v. conoide, n. 2. 5. In astronomia, c. d’ombra, con riferimento a un corpo sferico illuminato da una sorgente puntiforme, la regione di spazio a forma di cono il cui vertice coincide con la sorgente e le cui generatrici sono formate dai raggi tangenti al corpo stesso. 6. In balistica, c. di dispersione, il fascio delle traiettorie descritte da proietti lanciati dalla stessa bocca da fuoco sotto lo stesso angolo di proiezione: ha il vertice nella bocca del pezzo, e la sua intersezione con un generico piano normale al piano di tiro dà luogo a una rosa di tiro. 7. Con altri particolari sign. tecnici: a. In metallurgia, c. di ritiro, cavità, a forma approssimativa di cono, con la base sulla faccia superiore di un lingotto e il vertice rivolto verso il basso, che si origina per effetto della contrazione di volume in seguito alla solidificazione. b. In meccanica, c. di pulegge, insieme di più pulegge per trasmissione a cinghia, solidali, coassiali, affiancate, con diametri decrescenti, in modo da dare l’idea di gradini, usate soprattutto nelle macchine utensili (per es., torni) per ottenere più rapporti su un medesimo albero di trasmissione. c. C. di frizione, parte di un innesto a frizione la quale, nell’inserzione, viene premuta contro la corrispondente superficie conica della campana dell’innesto. d. C. d’utensile, parte estrema di un utensile così foggiata per facilitare e centrare l’imbocco nel mandrino. e. C. a smeriglio, tipo di chiusura usato per condotti, rubinetti, bottiglie e sim., in cui la tenuta è assicurata dal perfetto combaciamento delle superfici coniche di un pezzo foggiato a maschio e di un altro a femmina, ottenute mediante smerigliatura mutua. 8. In zoologia, genere di molluschi gasteropodi (lat. scient. Conus), che vivono attualmente soprattutto nei mari tropicali ma riscontrati anche in forme fossili nell’era terziaria; sono animali marini, carnivori, con conchiglia conica e robusta, la quale in una specie, Conus mediterraneus, può raggiungere, nei nostri mari, i quattro cm di lunghezza.

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