Compósto

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composto


compósto agg. e s. m. [part. pass. di comporre]. – 1. Messo insieme, risultante dall’unione di più elementi (contr. di semplice): corpi c.; moti c.; parole c., risultanti da composizione; tempi c., in grammatica, quelli formati con l’ausiliare e il participio passato; interesse c., v. interesse. Con funzione di participio: l’uomo è c. di anima e di corpo; appartamento c. di sette vani; e riferito alla composizione tipografica: pagina mal c.; il volume è già tutto composto. Con sign. particolari: a. In araldica, attributo della bordura, della banda, della fascia, del palo, costituiti da pezzi quadrati di due o più smalti alternati. b. In botanica, fiore c., antica denominazione dell’infiorescenza delle composite; foglia c., quando il picciolo è ramificato e porta più lamine; infiorescenza c., quando il suo asse è ramificato e reca infiorescenze secondarie; frutto c. (o aggregato), sinon. di infruttescenza (mora di gelso, fico: alcuni però con tale denominazione indicano un frutto multiplo); piante c., v. composite. c. In diritto, cose c., in contrapp. a cose semplici, quelle costituite da più elementi, i quali conservano la loro individualità per una possibile scomposizione, essendo però complementari l’uno rispetto all’altro in considerazione della funzione economico-giuridica dell’intero; le cose composte si distinguono dagli altri aggregati di cose, in cui i singoli elementi mantengono anche una loro individualità economica e una possibile autonomia giuridica e che danno luogo alle figure dell’accessione e delle universalità. d. Nella logica formale, giudizî c., quelli che esprimono una relazione di giudizî (nella forma della categoricità o dell’ipoteticità). e. In matematica, numero c., numero non primo (v. primo, n. 5). f. In petrografia, roccia c., roccia costituita da due o più specie minerali diverse (ha perciò sign. diverso da composito). 2. a. Collocato, disposto con ordine: avere i capelli c.; una serie di ornamenti ben composti. Di cadavere, adagiato sul letto di morte o nella bara, nella positura che di solito si dà alle salme. b. Atteggiato: volto c. a mestizia, a modestia, a devozione; s’avanzava diritto, con passo superbo, con la testa alta, con la bocca c. all’alterigia e allo sprezzo (Manzoni). In tutti questi esempî, la parola conserva il suo valore di participio. Più particolarm., e come agg., essere, stare c., serbare, nella posizione del corpo, nell’atteggiamento delle membra, in tutti i proprî atti, un contegno dignitoso ed educato, che denota rispetto per il luogo o per le persone a cui si è davanti. c. fig., letter. Animo c., o ben c., che dimostra, per doti native e per educazione, ordine morale e una serena saggezza; mal c. si dice invece l’animo in cui vi sia disordine morale: l’appetito della roba nasce da animo basso e mal c. (Guicciardini). 3. ant. Artificioso, ingannevole (cfr. il suo contr. semplice). 4. s. m. a. Ciò che risulta dall’unione o dalla mescolanza di più cose: un efficace c. medicinale; quell’uomo è un bizzarro c. di timidezza e d’arroganza. b. In linguistica, parola formata dall’unione di due o più elementi lessicali semanticamente autonomi (ma sono correntemente considerati e chiamati composti anche i verbi formati con un prefisso): i c. latini del verbo «iacĕre»; una lingua molto ricca di composti. c. In chimica, ogni sostanza di composizione definita risultante dall’unione (o combinazione) di due o più elementi chimici diversi, che si uniscono secondo determinati rapporti (detti stechiometrici), quasi sempre con sviluppo o assorbimento di energia, formando un prodotto di proprietà diverse da quelle degli elementi componenti: c. inorganici, quelli formati da elementi diversi dal carbonio; c. organici, quelli contenenti nella molecola almeno un atomo di carbonio (ad eccezione degli ossidi di carbonio, dell’anidride carbonica e dei sali dell’acido carbonico, considerati inorganici); c. saturo, composto organico in cui le valenze degli atomi di carbonio sono tutte saturate e che non contiene quindi doppî o tripli legami; c. non saturo, quello contenente doppî o tripli legami, caratterizzato, in genere (rispetto a un composto saturo), da minore stabilità e da maggiore reattività chimica. C. binarî, ternarî, quaternarî, quelli le cui molecole risultano da atomi rispettivamente di due o di tre o di quattro diverse specie. La parola è frequente anche come secondo elemento compositivo: azocomposti, nitrocomposti, ecc. ◆ Avv. compostaménte, con compostezza, dignità, decoro: stare compostamente seduto.

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