Cicalecciocrazia

Neologismi (2008)

cicalecciocrazia


s. f. (iron.) Il potere del cicaleccio, malcostume politico italiano che tende a enfatizzare notizie e indiscrezioni diffuse dai mezzi d’informazione. ◆ «Cicalecciocrazia, ovvero l’arte di parlare a vanvera di finanza pubblica». Non si tratta del pensiero involontario del Ragioniere generale Andrea Monorchio davanti alla tivvù che manda in onda Giulio Tremonti, «per noi contano le cifre della Banca d’Italia». Si tratta invece del più succulento capitolo di un libro, titolo provvisorio «Prima via, vizi e virtù dell’Italia in Europa», al quale Andrea Monorchio ha affidato quel che pensa della politica italiana «quando si mette a parlare a ruota libera, specie di conti pubblici». (Antonella Rampino, Stampa, 13 luglio 2001, p. 3, Economia) • [tit.] Giovani e anziani nel paese della «cicalecciocrazia» [testo] […] come reagisce la politica? Con la «cicalecciocrazia». È un altro neologismo coniato da [Andrea] Monorchio e [Luigi] Tivelli, che rimproverano alla vita politica italiana di procedere tra «urla e insulti», «inseguendo le luci della ribalta, a prescindere dalla ricerca degli interessi nazionali». A che prezzo? «Il rischio molto vicino -- rispondono i due autori di “Viaggio italiano” -- è quello di giungere a una versione tutta italiana di democrazia, che oseremmo definire “cicalecciocrazia”». […] il saggio accusa i mass media di rendersi complici della cicalecciocrazia» (Messaggero, 13 gennaio 2002, p. 18, Cultura & Spettacoli) • [Luigi Tivelli] denuncia l’esistenza in Italia di una «cicalecciocrazia»: «Domenico Fisichella ha parlato dei rischi dell’affermarsi di una sorta di “teatrocrazia” in cui gli attori politici stanno perennemente sul palcoscenico, inseguendo le luci della ribalta, a prescindere dalla ricerca degli interessi nazionali. Si tratta di un rischio molto vicino, che si accoppia a quello dell’affermazione progressiva di una versione tutta italiana di “democrazia”, che definisco “cicalecciocrazia”. Il confronto politico matura infatti sempre più come un cicaleccio continuo e assordante, fatto di un alternarsi permanente di dichiarazioni e controdichiarazioni». (Andrea Valle, Libero, 18 marzo 2006, p. 9).

Composto dal s. m. cicaleccio con l’aggiunta del confisso -crazia.