Chiarire

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chiarire


v. tr. e intr. [der. di chiaro] (io chiarisco, tu chiarisci, ecc.). – 1. tr. a. Rendere chiaro o più chiaro, schiarire: ch. un disegno (dandogli i chiari), ch. le tinte, ch. lo sfondo; di liquidi torbidi: ch. il vino, l’olio. b. fig. Spiegare, rendere intelligibile: ch. un verso oscuro; risolvere: ch. un dubbio, un enigma; mettere in chiaro: ch. un sospetto, una situazione imbarazzante; bisognerà ch. meglio la sua posizione; ho chiarito al commissario come stavano le cose; chiarisco subito di essere contrario (o che sono contrario). Meno com. riferito a persona, togliere di dubbio, o informare, rendere certo: poi che Carlo tuo, bella Clemenza, M’ebbe chiarito, mi narrò li ’nganni (Dante); bastava passarvi, per esser chiarito della condizione e de’ costumi del paese (Manzoni); rifl., accertarsi, acquistar certezza: desidero chiarirmi bene sulle sue intenzioni; ant., informarsi, rendersi esattamente conto di qualche cosa: prima di sfogare la collera, lo consigliava a tacere e a chiarirsi, per non correrla fuori di proposito (G. Gozzi). 2. intr. (aus. essere) Diventare chiaro, limpido: aspetta che il caffè chiarisca; l’olio, vicino al fuoco, chiariva; anche con la particella pron.: l’acqua non s’è ancora chiarita; e in senso fig., la situazione si è chiarita. Diventare luminoso, splendente: e ’l suo voler piacermi Significava nel chiarir di fori (Dante); Né ben ancora era chiarito il giorno (Berni); E s’affretta, e s’adopra Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba (Leopardi). ◆ Part. pass. chiarito, reso chiaro, limpido (contr. di intorbidato); anche come agg., nella lingua poet. ant. (v. la voce).