Cessare

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cessare


v. intr. e tr. [lat. cessare, frequent. di cedĕre «cedere», supino cessum] (io cèsso, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) Finire, aver termine: il rumore cessò d’un tratto; quasi tutta cessa Mia visïone (Dante), si dilegua, scompare. Per lo più è sottintesa l’idea che la cosa possa ricominciare: è cessato il vento; la febbre per ora è cessata. 2. intr. (aus. avere) a. Smettere di fare una cosa, desistere da qualche atto (contrapp. a proseguire o continuare): cessa dal tormentarmi!; non ha cessato dal lavoro prima di notte; più com. con la prep. di e un infinito: cessare di fare, c. di lavorare; non cessava di ringraziarmi; c. di vivere, eufem., morire. b. ant. Indugiare, ritardare: che più si cessa? (T. Tasso). 3. tr. a. Sospendere, far terminare, porre fine: c. un’attività; lungamente Mi sedetti colà su la fontana Pensoso di cessar dentro quell’acque La speme e il dolor mio (Leopardi); c. il fuoco, smettere di sparare (anche, e spec., come comando: cessate il fuoco!); c. le ostilità, porre fine alla guerra. b. Tenere lontano, nelle locuz. oggi poco com. cessi Dio, cessi il cielo, che Dio tolga, che il cielo non voglia: cessi Dio questo male da noi; cessi il cielo ch’io insulti alla necessità di tanti altri (Foscolo). c. ant. Allontanare da sé, scansare, evitare: Melchisedech giudeo con una novella di tre anella cessa un gran pericolo (Boccaccio). ◆ Part. pres. cessante, anche come agg. e sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. cessato, anche in costruzioni assolute: cessato il pericolo, cessati i tumulti; cavato il dente, cessato il dolore; e come agg.: il cessato governo, il governo precedente, quello che c’era prima; cessato allarme, segnale lanciato per avvertire che è cessato lo stato di allarme per un pericolo sovrastante (e in partic. quello dato in periodo bellico con le sirene per avvertire i cittadini che gli aerei nemici, dopo una ricognizione o un bombardamento, si sono allontanati e quindi il pericolo è cessato).