Cervèllo

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cervello


cervèllo s. m. [lat. cerĕbĕllum, dim. di cerĕbrum «cervello»] (pl. -i; in alcune locuz. anche le cervella). – 1. a. In anatomia, la parte anteriore dell’encefalo, costituita dagli emisferi cerebrali, la regione talamica e l’ipotalamo, più sviluppata nell’uomo che negli altri animali; di forma ovoidale, ha una superficie segnata da una profonda scissura interemisferica e dalle solcature che delimitano i lobi (in numero di 5: frontale, parietale, temporale, occipitale e limbico) e le circonvoluzioni; vi sono rappresentate le due sostanze nervose fondamentali: la sostanza grigia in superficie (corteccia cerebrale), e internamente la sostanza bianca, che costituisce il centro ovale. È sede delle attività psichiche, motorie, sensitive e sensoriali, e ogni emisfero presiede ai movimenti volontarî della metà opposta del corpo, dato che le fibre nervose che lo fanno comunicare con il midollo spinale si incrociano all’altezza del midollo allungato. b. Nell’uso com., è sinon. di encefalo, soprattutto riferendosi a quello di animali macellati: un c. d’agnello, di vitello, ecc.; una porzione di c.; c. fritto; o in locuz. quali bruciare o bruciarsi le cervella, uccidere o uccidersi con un colpo d’arma da fuoco alla testa; con lo stesso sign., fare, farsi saltare le c.; fracassare le c., con un colpo che rompa il capo; mi si spezza, mi pare che mi si spezzi, mi sento spezzare o spaccare il c., ho forte dolor di testa. 2. fig. a. In quanto sede delle facoltà intellettive e razionali, entra in molte locuz. con il sign. di intelletto, ragione, giudizio, discernimento: un uomo di c. o di gran c., di c. fino; un ragazzaccio di poco c.; non avere c.; fare le cose con c. (o col c.), con criterio; agire senza c., senza pensare all’importanza o alle conseguenze di ciò che si fa; fare le cose con poco c., a casaccio, malamente; avere un c. d’oca, di gallina, d’uccellino, di passero, di fringuello, di grillo, di formica e sim., essere persona di poco giudizio o di scarsa intelligenza; avere il c. malato, essere tocco nel c., non avere il c. a posto, essere un po’ matto, dare segni di squilibrio mentale; avere il c. nelle calcagna o in fondo ai piedi, essere privo di giudizio; avere il c. nella lingua, parlare molto senza riflettere; essere o stare in c., agire assennatamente, essere ragionevole; avere il c. in processione, non avere il c. a casa, essere distratto; tornare in c., tornare in sé, riacquistare il senno, e così rimettere, far tornare uno in c.; andare via, uscire di c., ammattire; trarre o levare uno di c., intronargli la testa; assottigliare il c., aguzzare l’ingegno, trovare espedienti; lambiccarsi o stillarsi o struggersi il c., affaticare la mente intorno a qualche problema, meditare, studiare con grande attenzione; stampare nel c., imprimere bene in mente; trarre o levare il c. di muffa, mettersi a lavorare, fare qualche cosa per impedire che la mente s’intorpidisca. Con sign. analoghi, ha molte locuz. in comune con testa o capo: dove hai il c.?; avere il c. nelle nuvole (o avere il c. chissà dove), essere assai distratto; il c. gli gira o gli frulla, è pieno di pensieri strani; l’amore gli ha sconvolto il c., gli ha turbato la ragione; gli ha dato (di) volta il c., è impazzito; il vino gli ha dato al c., gli ha turbato le idee, lo ha mezzo ubriacato; c’è da perdere il c., a proposito di cosa che turbi profondamente l’animo, o confonda le idee, o faccia molto impazientire; mettere il c. a posto o a partito o a segno, riacquistare senno, mettere giudizio. b. In altre frasi, si allude piuttosto alle inclinazioni naturali, al modo di pensare proprio di una persona: agire, fare secondo il proprio c.; pensare col proprio c.; è difficile cambiare i c. degli uomini; prov., chi dà retta al c. degli altri butta via il suo. Per l’espressione lavaggio del c. (calco dell’ingl. brainwashing), v. lavaggio, n. 3. c. Per indicare la persona stessa, con riguardo all’indole, al giudizio e soprattutto al modo di pensare e d’agire: essere un c. matto, balzano, bizzarro, strambo, storto, leggero. d. La mente direttiva e organizzativa di un’attività o di un centro di attività: è lui il c. di tutta l’azienda. Più genericam., persona di grande mente e capacità nel campo della scienza, della tecnica o in altri settori di studio e di attività: i c., i grandi c., della fisica, dell’economia, della politica; in partic., fuga dei c., espressione con cui viene indicato l’esodo di scienziati dall’Europa o da paesi in via di sviluppo verso i paesi più industrializzati, soprattutto verso gli Stati Uniti d’America. 3. C. elettronico: altro nome, non tecnico ma ancora molto diffuso (calco dell’ingl. electronic brain), del calcolatore elettronico; in senso fig., avere un c. elettronico, essere dotato di grande capacità intellettiva e soprattutto mnemonica. 4. In architettura, c. di una volta o di un arco, il suo punto più alto. ◆ Dim. cervellétto (v.), cervellino (v.); spreg. cervellùccio, cervelluzzo (rari); accr. cervellóne (v.); pegg. cervellàccio (v.).

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