Céra¹

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cera1


céra1 s. f. [lat. cēra]. – 1. a. Prodotto di secrezione di ghiandole addominali (ghiandole ceripare) della comune ape e di alcune altre specie di apidi. b. Denominazione generica di sostanze organiche, di origine sia vegetale sia animale, dette anche ceridi, essenzialmente costituite da miscele di esteri di acidi grassi con alcoli superiori, cioè a elevato numero di atomi di carbonio, monovalenti: c. d’api, quella che costituisce la sostanza con cui sono formate le celle esagonali dei favi, usata per candele, unguenti, ecc.; c. vergine, quella ottenuta dalla diretta fusione dei favi e privata delle sostanze estranee; c. del Giappone, quella estratta dai frutti di alcune piante della famiglia anacardiacee, usata nella preparazione di candele, saponi, pomate, nella lucidatura del legno, ecc.; c. d’insetti (o c. cinese o c. della Cina), prodotto di secrezione di un insetto, Coccus ceriferus, costituito di masse dure, biancastre, usato per lucidare, preparare vernici, ecc.; c. montana, sostanza biancastra estratta dalle ligniti, usata come indurente in miscela di cere diverse, per lucidi, vernici, paste adesive, ecc.; cere di petrolio, cere presenti in varie frazioni dei grezzi di petrolio, adoperate nel trattamento idrofugo delle carte, per la preparazione di candele, in cosmetica, ecc.; cere vegetali, prodotti di secrezione di numerose piante, di composizione chimica simile a quella della cera animale e usate in sostituzione della cera d’api. c. Cere sintetiche, prodotti artificiali usati nei varî rami della tecnica (come dielettrici, nella preparazione di colori da stampa, nella fabbricazione della carta carbone, ecc.) in sostituzione delle cere naturali. Lucidatura a cera, procedimento di lucidatura del legno con miscele di cere varie, naturali e artificiali, con aggiunta di altre sostanze (v. ceratura). 2. Locuzioni e usi fig.: appiccicato, attaccato con la c., di oggetti congiunti in modo poco saldo; struggersi come la c., di cosa che si consuma rapidamente, di persona che dimagrisce a vista d’occhio per malattia o per qualche passione; prov. chi ha il capo di c. non vada al sole, chi è debole non si esponga a pericoli. Anche per indicare il colorito pallido della carnagione: viso, volto di c., pallidissimo, per natura, per malattia, per spavento; esser, parer di cera. 3. estens. a. Con valore collettivo, candele, torcetti di cera: né vi potrei dire quanta sia la c. che vi s’arde a queste cene (Boccaccio); fabbrica di cera; vendere la c. a calo. b. Fusione a c. perduta (o persa), uno dei metodi per fondere oggetti di metallo, soprattutto d’arte, consistente nel modellare l’oggetto in cera attorno a un’anima di terra refrattaria, rivestendolo poi di una tonaca di terra o sabbia refrattaria così che, esposto il tutto al calore di un forno, la cera possa liquefarsi e fuoruscire attraverso un piccolo foro praticato nell’involucro; nell’incavo così ottenuto, che costituisce la forma esatta dell’oggetto, viene colato il metallo fuso che, raffreddato e liberato dalla tonaca di terra, rappresenterà l’oggetto compiuto. c. Statuetta o rilievo di cera: le c. di Medardo Rosso; venditore ambulante di cere; museo delle c., quello in cui sono esposte statue di cera raffiguranti personaggi celebri. d. ant. Tavoletta spalmata di cera, su cui i Romani scrivevano con lo stilo. e. poet. Cera mortal (Dante), il corpo umano; mondana c. (Dante), la materia di cui sono formate le cose del mondo. 4. Con sign. particolari: a. C. di Spagna, la ceralacca. b. C. da scarpe, lo stesso che lucido, o crema, da scarpe, ceretta. c. C. da nesti, sinon. di mastice da nesti, che in agraria è il mastice che serve a coprire il taglio degli innesti. d. C. per pavimenti, sostanza cerosa, di consistenza solida o fluida e di produzione sintetica, di uso domestico per lucidare pavimenti di legno, marmo o mattonelle. e. C. fossile, minerale, sinon. di ozocerite. 5. Membrana (detta anche ceroma), di consistenza cerea e di colore diverso da quello del becco, che riveste la base della mandibola superiore di molti uccelli. 6. Essere in cera, del grano, quando, dopo la fioritura, presenta tante vescichette formate da una membrana piena di liquido trasparente e mucoso. ◆ Pegg. ceràccia. V. anche ceretta e cerone.