Cèlla¹

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cella1


cèlla1 s. f. [lat. cĕlla «cameretta, dispensa, cantina»]. – 1. Stanza piccola e nuda, spec. quelle dei monasteri e romitaggi, o delle carceri e stabilimenti di pena; c. di rigore, nelle carceri, ora camera di punizione. 2. In apicoltura, ciascuna delle camerette a forma di prismi esagonali, disposte in direzione orizzontale su entrambe le facce del favo, nelle quali le api depositano il polline e il miele e la regina le uova. 3. Nell’architettura dell’antichità, la parte del tempio chiusa da muri, nella quale si trovava l’immagine della divinità, e che negli esempî greci di maggiori dimensioni era divisa in tre, eccezionalmente in due, navate da file di colonne spesso su due ordini sovrapposti. 4. ant. Stanza terrena o sotterranea dove si conserva il vino e l’olio; dispensa, cantina: ella farà vista di scendere nella c. (Novellino). 5. In locuz. particolari, ambiente ristretto destinato a un uso determinato: a. C. campanaria, il vano, alla sommità dei campanili, nel quale sono collocate le campane. b. C. frigorifera, ambiente, talvolta di notevoli dimensioni, termicamente isolato e mantenuto a bassa temperatura per la conservazione di viveri e derrate. 6. ant. Chiesuola campestre, tenuta aperta al culto di uno o più monaci staccati da un priorato o abbazia. Per estens., piccola azienda agraria benedettina, dipendente da una grangia o da un monastero. Da questi due sign., l’uso di Cella come toponimo. 7. Nel linguaggio tecn., il termine, specificatamente qualificato, indica recipienti o dispositivi destinati a particolari usi: c. elettrolitica, dispositivo per elettrolisi o per altre operazioni analoghe (v. elettrolitico); è spesso usato anche come sinon. di cellula (per es., cella fotoelettrica), o di pila (per es., cella voltaica, sinon. di pila voltaica; cella o cellula solare, denominazioni correnti della pila solare: v. pila). Nella tecnica nucleare, è la camera stagna utilizzata per immagazzinare o manipolare materiali radioattivi; in partic., c. a guanti, l’involucro stagno in cui si può manipolare il materiale, senza che esso venga a contatto con l’operatore, per mezzo di guanti fissati a tenuta d’aria a delle aperture praticate nelle pareti della cella; c. schermata, in mattoni di piombo o in calcestruzzo pesante: la manipolazione avviene a distanza per mezzo di pinze speciali comandate dall’esterno della cella. 8. In informatica, componente elementare della memoria di un calcolatore elettronico, sia in senso fisico (per es., un nucleo di ferrite in una memoria a nuclei magnetici) sia in senso operativo; nel secondo senso la cella, detta anche posizione di memoria, coincide con una unità elementare d’informazione o bit (e si chiama allora c. binaria), oppure, più spesso, con una unità d’informazione più ampia, come un byte o una parola, che venga registrata e trattata in modo unitario. 9. In cristallografia, c. elementare, il parallelepipedo dalla cui ripetizione tridimensionale si può considerare derivato tutto un reticolo cristallino; è determinata dalle costanti reticolari, cioè dai periodi di identità dei filari (che ne costituiscono gli spigoli) e dagli angoli tra essi compresi (v. reticolo). Viene detta a facce centrate la cella che (oltre che ai vertici) ha un nodo al centro delle facce; centrata quella che ha il nodo al centro del cubo (così, nei reticoli cristallini del sistema monometrico, si hanno celle a cubo semplice, a cubo a facce centrate, a cubo centrato). ◆ Dim. cellina, cellétta.