Cancel culture

Neologismi (2021)

cancel culture


loc. s.le f. Atteggiamento di colpevolizzazione, di solito espresso tramite i social media, nei confronti di personaggi pubblici o aziende che avrebbero detto o fatto qualche cosa di offensivo o politicamente scorretto e ai quali vengono pertanto tolti sostegno e gradimento. ♦ Attento a quel che dici, perché appena mi deludi ti cancello. Ti blocco, ti defalco, ti depenno, o – che l'Accademia della Crusca ci perdoni tutti – ti unfriendo. È la minaccia fantasma che oggi assilla le celebrità con maggior seguito sui social media, da Kanye West a Gordon Ramsey. Come in Se mi lasci ti cancello, il film di Michel Gondry in cui Kate Winslet fa rimuovere dalla sua mente Jim Carrey per non soffrire d'amore, quelli che una volta erano i supporter spesso acritici dei divi più in voga, oggi usano il potere dei social media per eclissare le star più prone alla gaffe, dando il via a quella che è stata chiamata la cancel culture, la cultura della cancellazione. (Giuliano Aluffi, Repubblica, 18 agosto 2018, p. 44, RCLUB) • La woke culture è legata alla call-out culture – quel denunciare e giudicare di cui parla Obama – e anche alla cancel culture, il boicottaggio dei personaggi pubblici che commettono errori. (Viviana Mazza, Corriere della sera, 1° novembre 2019, p. 13, Esteri) • Donald Trump si scaglia contro coloro che "vogliono distruggere la nostra storia" e "dividere il paese", ovvero i democratici e coloro che praticano la 'cancel culture', la forma di boicottaggio culturale con cui si ritira il sostegno a prodotti e celebrità considerate negative. Il riferimento è ai manifestanti che, nelle ultime settimane, hanno chiesto la rimozione delle statue e dei simboli confederati. (Ansa.it, 4 luglio 2020, Mondo) • La cosa più ridicola della cancel culture, o chiamatela come diavolo vi pare, è la sua pretesa originalità. È dalla storia dei tempi che delle avanguardie, che si autodefiniscono tali, pretendono di avere la verità in tasca. C'e chi lo fa manifestando la violenza delle proprie intenzioni, e chi finge dietro ad un sorriso di volerti convincere e accettare solo a patto che tu condivida il suo punto di vista. La seconda razza è la peggiore. Perchè più insidiosa. I padri fondatori americani conoscevano il subdolo rischio, che guarda caso, nasce sempre sulle coste del continente nuovo e si tutelarono con il primo emendamento e la difesa ad oltranza del free speech. Che non vuol dire soltando libertà di parola, ma innanzitutto libertà di pensiero e di sua espressione. Sono libero di affermare che la famiglia tradizionale sia quella naturale, sono libero di affermare anche l'esatto contrario. (Nicola Porro, Giornale.it, 19 luglio 2020, Cultura) • La cancel culture è come “la folla che nel medioevo era in cerca di gente da bruciare”, ha detto Rowan Atkinson, “Mr. Bean”, il “buffone” di maggior successo della televisione. Teme la “spaventosa” pratica di mettere a tacere le opinioni impopolari, che paragona a chi sradicava eretici sul rogo. “E’ importante essere esposti a un ampio spettro di opinioni”, ha detto Atkinson a Radio Times. “Ma quello che abbiamo ora è l’equivalente digitale della folla medievale che si aggirava per le strade in cerca di qualcuno da bruciare”. (Foglio.it, 6 gennaio 2021, Editoriali).

Espressione ingl. composta dai n. cancel (‘cancellazione’) e culture (‘cultura’), con riferimento in particolare alla rimozione dal proprio elenco di amici, preferiti e simili nei social media.