Cànapa

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canapa


cànapa s. f. (ant. o letter. cànape m. o f.) [lat. cannăbis, dal gr. κάνναβις; la voce lat. ebbe diverse varianti, fra cui anche, in lat. tardo, canăpe e canăpa]. – 1. a. Pianta annua, dioica, delle dicotiledoni amentifere, attualmente inclusa nella famiglia delle cannabacee (Cannabis sativa), a foglie opposte o alterne, composte da 5 o 9 o 11 foglioline lanceolate; i fiori sono disposti, negli individui maschili, in pannocchie terminali o ascellari, nei femminili in glomeruli raccolti in una infiorescenza compatta; il frutto è un achenio, correntemente detto seme di c., da cui si può ricavare un olio (olio di c.) usato nella fabbricazione di saponi e vernici, in passato per illuminazione, e che, se depurato, ha anche usi alimentari. Forse originaria dell’Asia centrale, la canapa è oggi coltivata in molti paesi a clima temperato e tropicale per la fibra che da essa si ricava, ma la sua produzione, a causa della concorrenza di alcune fibre artificiali, è in costante declino. b. Le fibre ricavate dalla Cannabis sativa (e anche da altre piante). c. Tessuto fabbricato con fibre di canapa, originariamente grosso, ruvido e irregolare, oggi, con speciali processi di raffinatura e imbiancatura, reso adatto alla confezione di vestiario, tovaglie, ecc. 2. C. acquatica: erba perenne delle composite tubuliflore (Eupatorium cannabinum), alta fino a due metri, comune nei luoghi umidi dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa boreale, popolarmente usata come colagogo, diuretico, purgante, ecc. 3. C. del Canada: erba perenne delle apocinacee (Apocynum cannabinum), alta da 50 a 120 cm, che cresce nell’America Settentr.; i suoi steli forniscono una materia tessile nota con lo stesso nome, usata per la confezione di cordami e di tele. 4. C. indiana: varietà di canapa (Cannabis indica ssp. indica), che differisce dalla canapa comune per caratteri morfologici (fusto cilindrico, anziché angoloso, colore delle foglie, achenio più piccolo, ecc.), per maggiore quantità di resina secreta e per la presenza di sostanze attive (derivati del cannabinolo) ad azione stupefacente; è stata utilizzata in medicina nel passato e lo è tuttora in alcuni paesi, anche se gli effetti terapeutici sono ancora in discussione. Dalle infiorescenze e dalle foglie si ottiene la marijuana, dalla resina l’hascisc (v.). 5. C. di Manila: altro nome dell’abacà.

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