Barbóne

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barbone


barbóne s. m. [accr. (e, in alcune accezioni, der.) di barba1]. – 1. a. Lunga e folta barba: incuteva rispetto con quel suo b. bianco; anche nel senso fig. e scherz. di noia: a sentire quella conferenza m’è venuto un b. che non ti dico. b. Per metonimia, persona fornita di grossa barba (talora come soprannome). In partic. (e usato anche al femm., barbona), vagabondo che vive ai margini della vita cittadina senza dimora né occupazione definita (è sinon. di mendicante, clochard): il comune ha organizzato il soccorso ai b. nelle notti di gelo; si è ridotto a fare il b., a vivere come un barbone. 2. Razza di cani da compagnia, assai intelligenti, di aspetto elegante e fine, di varia statura, con orecchie pendenti, pelame ricciuto, lanoso, di colore nero, bianco, grigio o marrone, che si usa rasare in differenti maniere. Anche in funzione appositiva: cane barbone. 3. Nome dato nell’alto Adriatico alla triglia di fango (Mullus barbatus), a causa delle barbe o barbigli. 4. Nome di varie piante: la brionia, l’erba da spazzole, un’orchidea (Loroglossum hircinum). 5. Malattia epizootica, sinon. di adenite equina. 6. In numismatica, moneta d’argento del valore di 12 soldi coniata a Lucca dal sec. 16° al sec. 19°; in origine portava l’effigie del Volto Santo di Lucca, con lunga barba (di qui il nome), poi sostituita con altri tipi. ◆ Dim. barboncino (v.).