Banco

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banco


s. m. [dal germ. bank «panca»] (pl. -chi). – 1. a. Panca; mobile che serve come sedile per più persone e che nella sua forma più semplice e pratica consiste in un piano di legno sostenuto alle estremità da due montanti che talora si prolungano a formare i braccioli: b. degli imputati, in tribunale; b. dei rematori, tavola trasversale sulla quale siedono i vogatori nelle navi e nelle imbarcazioni a remi. b. Mobile derivato dalla fusione del banco propriam. detto con altri mobili: un tavolino o piccola scrivania (b. di scuola), un inginocchiatoio (b. di chiesa). c. Stallo di un coro, seggio di un’assemblea, e in partic. dell’assemblea legislativa (camera e senato), dove, al sing. e al plur., indica anche i singoli settori: il b. della presidenza, il b. del governo; i b. dei deputati, dei senatori; i b. di destra, di centro, di sinistra; applausi, grida di protesta da tutti i banchi. 2. Mobile a forma di grande tavola presso il quale ci si siede o si svolge un’attività di lavoro: a. Tavola grande di magistrati o d’altre persone rivestite di pubblica autorità: sedere a b., giudicare, spec. in senso fig. (e per lo più fig. montare o salire in b., assumere arie dottorali, e tenere b., dominare in una conversazione, in una discussione e sim., parlando con tono d’autorità); anticam. indicò anche, per estens., il tribunale stesso, e di qui i titoli console di b., notaio di b., e le locuz. andare al b., ora di b., e sim. b. Tipo di mobile destinato a particolari servizî negli uffici e negli esercizî pubblici, come banche, biglietterie, bar e caffè, negozî di vario genere: consiste in una specie di tavolo alto e lungo chiuso fino a terra dal lato destinato al pubblico, di forme e materiali diversi secondo gli usi cui è adibito, e spesso fornito di cassetti e vetrine (detto anche bancone): b. di vendita; stare al b., detto dei venditori; giovane di b., commesso di negozio; roba di sotto b. o, meno com., di sotto il b., merce tenuta in serbo per i migliori avventori, scelta, o che non si può vendere apertamente; passare una cosa a uno di sotto b., di nascosto; e in genere, sotto b., furtivamente (anche in grafia unita: v. sottobanco). Nelle farmacie, prodotti da b., locuz. di recente introduzione per indicare quei prodotti farmaceutici che sono venduti liberamente, senza obbligo di presentazione di ricetta (per es., lassativi, complessi vitaminici, pasticche contro la tosse), generalm. esposti sul piano del banco di vendita o comunque tenuti a portata di mano. c. Per estens. anche il banco, coperto o no con un tettino di legno o telo o ombrellone (b. pubblico), sul quale nei pubblici mercati è esposta e si vende la merce: il b. del pesce, dell’erbivendolo; il b. dell’Ente comunale di consumo. d. Mobile d’officina sul quale lavorano spec. gli aggiustatori: ha forma di un robusto tavolo sul cui piano sono fissate le morse e talora piccole macchine utensili a mano. Forme e accessorî particolari possono avere anche i banchi di lavoro di alcuni artigiani, come per es. quello dei falegnami. In alcuni casi, si chiama banco il sostegno di macchine utensili; per es., il b. del tornio. B. di prova, impianto per il collaudo e il controllo di macchine (per es. motori a combustione interna), munito di apparecchi e strumenti di misura, in cui vengono simulate le condizioni normali di funzionamento; in senso fig., la locuz. è usata con allusione a cosa, fatto o situazione che serve a verificare il valore, la capacità di una persona o l’esito di una sua azione, la bontà di un progetto, ecc. B. di manovra, parte di un apparato centrale di manovra (in impianti ferroviarî, idroelettrici, ecc.) che contiene gli strumenti per manovrare a distanza i varî apparecchi. B. micrometrico, dispositivo da officina per misurazioni di precisione di lunghezze, costituito da micrometri muniti di microscopî per la lettura. B. ottico, qualsiasi dispositivo su cui possono essere disposti elementi ottici (lenti, specchi, diaframmi, ecc.) e che permette movimenti relativi di tipo micrometrico, allo scopo di costituire un sistema ottico (per estens., nell’analisi delle microonde, è così chiamato un dispositivo che consente di determinare le grandezze relative delle microonde in esame); in partic., in fotografia, è il piano (o anche il tubo o l’insieme di tubi che costruttivamente lo realizzano) su cui scorrono gli elementi che costituiscono una macchina fotografica professionale (detta appunto macchina a b. ottico), e cioè la piastra anteriore (su cui è montato l’obiettivo), la piastra posteriore (su cui viene alloggiata la lastra con il materiale fotosensibile) e il vetro per la messa a fuoco, nonché il soffietto estensibile che unisce le due piastre impedendo qualsiasi infiltrazione di luce: si realizza così un sistema più versatile rispetto alle comuni fotocamere amatoriali, grazie alla possibilità di effettuare variazioni del tiraggio, il decentramento e il basculaggio (v. fig. a p. 399). e. Scrittoio, studio, dove sta il padrone o l’amministratore di un negozio, di un’azienda: stare in b.; quindi, andare al b., al negozio. In senso fig., quasi simbolo dell’amministrazione di un’azienda (bancaria, mercantile, ecc.), la parola è stata usata nella locuz. banco modello, che indicava nel passato una materia d’insegnamento delle scuole commerciali, medie e superiori, successivamente sviluppata e perfezionata nella tecnica economica d’impresa e sue varie branche. 3. a. Banca, istituto di credito; il termine, già usato in questo senso nel sec. 14°, e poi nei secoli successivi per i cosiddetti b. pubblici (come il B. di S. Giorgio, il B. di Sant’Ambrogio, il B. di Santo Spirito), ora è generalmente limitato alle aziende di minore importanza, salvo per alcuni grandi istituti (Banco di Sardegna, Banco di Sicilia, ecc.) in cui la denominazione banco è una sopravvivenza storica; e sopravvivenza storica è il nome di Banchi, già dato in molte città, e tuttora conservato in alcune, al luogo o contrada dove si trovava la maggior parte dei banchi, e che veniva quindi a essere il centro degli affari. B. di giro, o di deposito e giro: erano così chiamati nel medioevo e nell’età moderna i banchi privati che, prima nelle fiere e poi nelle città mercantili, agevolavano i pagamenti col trasferimento di somme da un conto all’altro, con l’accettazione e compensazione di lettere di cambio, e con la creazione della cosiddetta moneta di banco, unità puramente contabile, in rapporto costante con le monete più apprezzate, capace perciò di eliminare gli inconvenienti derivanti dall’estrema varietà e mutabilità delle monete. b. B. del lotto, o banco-lotto, il botteghino dove si fanno le giocate. c. Nei giochi d’azzardo, ruolo del giocatore che distribuisce le carte, paga le vincite degli altri giocatori e riscuote le somme puntate e perdute: avere, tenere, cedere, perdere il b.; nelle case da gioco, si chiama banco sia il giocatore in tale posizione, sia l’ente che tiene il banco per mezzo dei croupiers: il b. vince, il b. paga; far saltare il b., metterlo in condizione di non poter pagare le vincite. 4. Ammasso o strato di materiale vario, di notevole spessore e a grande sviluppo orizzontale. In partic.: b. corallino, costruzione di madrepore e coralli e, talora, alghe calcaree e altri organismi a scheletro calcareo, proprî delle piattaforme litorali dei mari tropicali, che rimangono coperti dall’alta marea, ed emergono nella bassa; b. perlifero, zona del fondo marino ricca di molluschi perliferi; b. di sabbia o di ghiaia, basso fondale sabbioso o ghiaioso, nel mare o nei fiumi; b. di ghiaccio, massa tabulare di ghiaccio nei mari polari. In meteorologia, b. di nebbia, strato tabulare di nebbia su un tratto di terreno, di fiume, di mare. Si usa anche l’espressione b. di acciughe, e sim., per indicare una grandissima quantità di acciughe o altri pesci che nuotano in gruppo. 5. Sistema, non più in uso, di trebbiatura dei cereali, consistente nel battere a mano i covoni sopra un tavolo inclinato in modo da determinare, con l’urto, la fuoriuscita dei chicchi. 6. In elettrotecnica è detto a banco un tipo di avvolgimento di conduttori elettrici, in cui le spire sono distanziate tra loro e sfalsate, in modo che il numero di spire per strato decresce progressivamente dagli strati interni verso quelli esterni. ◆ Dim. banchino, banchétto (anche nel sign. di bancarella); dim. e spreg. bancùccio; accr. bancóne (per accezioni partic., v. la voce); pegg. bancàccio (per un uso partic., v. la voce).

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