Atto²

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atto2


atto2 s. m. [dal lat. actus -us e actum -i, der. di agĕre «spingere, agire»]. – 1. Manifestazione esterna di una determinazione della volontà. Quindi: a. Azione, spec. in quanto questa implica un giudizio morale: a. onesto, disonesto; rendere conto dei proprî a.; è stato un bell’a.; sarebbe un a. simpatico; fu un a. di giustizia; a. di coraggio; a. eroico; a. eroico di carità (v. eroico); non commettere a. impuri, 6° comandamento di Dio che condanna i peccati di sensualità; a. osceni, atti di libidine violenta, ecc., denominazione giuridica di alcune figure di reato. In senso più astratto, a. volontario, a. morale, a. responsabile; in teologia, a. umano, l’azione che, essendo compiuta dall’uomo secondo la sua specifica natura, cioè con riflessione e libertà, porta in conseguenza il carattere di moralità e fonda quindi, insieme, la responsabilità. In psicanalisi, a. mancato, azione omessa o compiuta in modo manchevole o erroneo, per l’intervento di inibizioni o impulsi contrarî non coscienti. b. Movimento, gesto, cenno: Con atti e con parole Studiasi fargli core (Leopardi); a. riflesso, in medicina, v. riflesso1; fare a. di, accennare a compiere un’azione: fece a. di andarsene; fece l’a. di colpirlo, di schiaffeggiarlo. c. Atteggiamento, espressione: Presso la culla in dolce a. d’amore (Giusti); essere, stare in a. di adorazione, di preghiera. d. Manifestazione concreta di un sentimento: a. di stima, di amicizia, di riconoscenza; anche espresso in una formula rituale: a. di fede, di speranza, di carità, di dolore o di contrizione. e. Locuz. particolari: mettere, porre, tradurre in a., effettuare, concretare, realizzare; fare a. di presenza, presentarsi momentaneamente in un luogo e poi andarsene; nell’a., sull’a., nel momento stesso in cui si compie l’azione: fu sorpreso nell’a. di rubare; all’a. pratico, in pratica, in realtà, quando si tratta di agire: si vanta tanto, ma all’a. pratico non riesce a far nulla. 2. In filosofia, e più precisamente nella metafisica aristotelico-scolastica, l’esistenza dell’oggetto in quanto pienamente realizzata (lat. actus, gr. ἐνέργεια o ἐντελέχεια), contrapp. alla potenza, come semplice capacità o possibilità di realizzazione. A. puro, in Aristotele, il primo motore immobile (Dio) verso cui tende, come a causa finale, tutto l’universo; nella filosofia idealistica di G. Gentile, il soggetto pensante in cui si realizza ogni realtà. 3. In diritto, a. giuridico, qualsiasi manifestazione di volontà, di scienza o di giudizio capace di produrre conseguenze giuridiche; a. amministrativo, dichiarazione e pronuncia di un’autorità nell’esercizio di una funzione amministrativa (per es., autorizzazioni, concessioni, dispense, ecc.); a. politico (o di governo), atto amministrativo eminentemente discrezionale, nel quale la determinazione dei motivi che lo ispira è lasciata all’incontrollabile valutazione degli organi di governo (per es., dichiarazione di guerra, convocazione delle camere, ecc.); a. processuale, dichiarazione di volontà (o di scienza) diretta a produrre effetti processuali. 4. a. Scrittura di un atto giuridico richiesta dalla legge: a. scritto, detto in partic. a. pubblico se redatto da un notaio con le formalità prescritte, o da un pubblico ufficiale autorizzato ad attribuirgli pubblica fede; anche, documento in genere: a. di nascita. Quindi, al plur., il complesso di documenti che costituiscono l’archivio: passare agli a. una pratica, archiviarla (in senso fig., mettere, passare agli a. una cosa, non occuparsene più, metterla nel dimenticatoio). b. Resoconto scritto dell’operato di un collegio: a. parlamentari, gli a. del concilio, ecc. A. accademici, pubblicazione periodica che illustra l’attività di un’accademia riportando i contributi scientifici dei soci. c. Locuz. particolari (che nascono da un uso fig. del sign. di atto come scrittura giuridica): prendere a. di una cosa, prenderne nota, tenerla nella dovuta considerazione: prendiamo a. della vostra dichiarazione; dare a., comunicare ufficialmente: vi diamo a. di quanto è stato deciso; in senso fig., dare a., riconoscere apertamente: dobbiamo dargli a. della sua lealtà, della sua perfetta buona fede. 5. Al plur., atti (come traduz. del lat. acta), nell’agiografia e nella storia religiosa, denominazione, usata anche come titolo, sia di veri e proprî verbali di processi penali di martiri sia di narrazioni: atti dei martiri, dei santi; a. apocrifi (v. apocrifo); Atti degli Apostoli, libro del Nuovo Testamento, attribuito all’evangelista Luca, in cui si narrano gli inizî della comunità cristiana dopo l’Ascensione di Gesù, e l’apostolato dei santi Pietro e Paolo. 6. non com. Legge, come traduzione dell’ingl. act. 7. Divisione di un’opera teatrale non riferita al luogo (in quanto tutti gli atti di un dramma possono svolgersi nello stesso luogo e al contrario un atto può svolgersi con una successione di quadri in più luoghi) ma al tempo, in genere concepito come episodio idealmente raccolto in un momento dello svolgimento temporale: dramma in tre a., commedia in due a., opera lirica in quattro a.; per a. unico, v. unico. ◆ Dim. e spreg., raro, attùccio, moina, gesto affettato e lezioso.

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