Alzare

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alzare


v. tr. [lat. *altiare, der. di altus «alto»]. – 1. a. Sollevare, spostare o tirare o spingere in alto, verso l’alto: a. un peso, a. la borsa da terra; a. il coperchio; a. il capo, il viso; a. la mano, come segno di voler parlare o intervenire, per indicare approvazione o sim.; a. le mani, anche in segno di resa; a. le mani su qualcuno, percuoterlo; a. le braccia al cielo, in segno di meraviglia; a. le spalle, come espressione più o meno arrogante d’indifferenza o di fastidio; a. i remi, in segno di omaggio; a. le vele, spiegarle al vento per partire; a. bandiera, come simbolo di presa di possesso o di assunzione di comando; a. il tiro, anche in senso fig. (v. tiro). Volgere in alto: a. gli occhi al soffitto, al cielo; a. lo sguardo in faccia a qualcuno. Nel gioco delle carte (per lo più con uso assol.), tagliare il mazzo, dividere il mazzo in due per riunirlo di nuovo mettendo sopra la parte che stava sotto. b. Frasi fig.: a. il gomito, bere oltre la giusta misura; a. i tacchi, svignarsela; non a. un dito, stare ozioso, non operare o non cooperare attivamente, non intervenire, e sim.: può ottenere ciò che vuole senza neanche a. un dito; pur vedendomi in difficoltà, non ha alzato un dito per aiutarmi; a. la cresta o le corna, insuperbire; a. alle stelle o al cielo, esaltare, lodare eccessivamente. c. Con valore causativo, provocare l’alzarsi, il sollevarsi di qualche cosa; soprattutto nella locuz. a. polvere, usata anche in senso fig., far chiasso, far parlare di sé, suscitare scandalo o sim. (più efficacemente, a. un polverone). 2. Usi estens. a. Elevare, edificare: a. un tempio; a. un monumento a qualcuno; colui che nuovo Olimpo Alzò in Roma a’ Celesti (Foscolo). b. Aumentare, crescere: a. i prezzi; a. le monete, nel linguaggio econ., alterandone il valore (v. alzamento); anche, aumentare di forza, d’intensità: a. la voce, parlare a voce più alta, spesso per ira, o in segno di autorità, o per protestare, per minacciare; a. il tono della voce, su una sillaba, su una parola; a. il volume della radio. c. Emettere, innalzare, elevare, intonare, limitatamente a determinate espressioni: a. un grido, a. inni di gioia; a. una preghiera a Dio. 3. rifl. e intr. pron. a. Muoversi e salire verso l’alto: le onde s’alzavano infrangendosi contro gli scogli; alzarsi a volo o in volo (nel linguaggio dei cacciatori, è usato anche il trans. con valore causativo, cioè stanare e far levare in volo: il cane alzò una pernice); un filo di fumo si alzava dal camino. Del sole, o di altri corpi celesti, sorgere: il sole s’era già alzato; la luna si alzava dietro la montagna. Di acque, crescere di livello: il fiume continua ad alzarsi. Del vento, cominciare a soffiare: s’è alzata un po’ di tramontana. Di altre cose, ergersi, elevarsi: la torre si alza di pochi metri al disopra dei tetti circostanti. In tutte queste accezioni, anticam. si usò anche la forma intr. (aus. essere), senza la part. pron.: nel 1333 alzorono per un diluvio le acque d’Arno ... più che dodici braccia (Machiavelli). b. Riferito a persona, sollevarsi: alzarsi in punta di piedi; in partic., levarsi in piedi da seduto o lasciando il letto: àlzati quando sei interrogato!; mi alzo tutte le mattine alle sette; se domani stai meglio, ti potrai alzare. c. fig. Crescere di forza, d’intensità o d’altri valori: gli si è alzata la febbre; la temperatura si alza. Di odori, esalare: dal giardino si alzava un gradito profumo di fiori; dai tini s’alzava l’acre odore del mosto. Di voci e suoni, essere emessi o intonati, farsi udire: un breve grido s’alzò nel silenzio; canti di ringraziamento si alzavano dal gruppo dei fedeli; all’apparir di quell’uomo, ... s’alzò nella folla un mormorio quasi d’applauso (Manzoni). 4. assol. In veterinaria, si dice che un cavallo alza quando, per difetto d’andatura, flette esageratamente lo stinco e l’avambraccio, con perdita di tempo e forza. ◆ Part. pass. alzato, anche come agg. e s. m. (v. la voce).

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