Alunno

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alunno


s. m. [dal lat. alumnus, der. di alĕre «nutrire»]. – 1. letter. Chi è allevato e educato da persona diversa dai genitori, allievo: ebbe Caieta [nutrice di Enea] Dal suo pietoso a. esequie e lutto (Caro); a. delle Muse, il poeta; Vergine cuccia, delle Grazie alunna (Parini). Raro anche nell’uso letter. col sign. di figlio, nato, discendente: Or te, padre de’ pii [Abramo], te giusto e forte, E di tuo seme i generosi alunni Medita il petto mio (Leopardi). 2. Chi frequenta una scuola, scolaro, allievo: gli a. della prima elementare; il maestro ha radunato gli a. nel cortile. In partic., l’allievo delle scuole elementari, secondarie o artistiche (in contrapp. a studente, espressione usata nelle leggi e regolamenti scolastici con riferimento agli iscritti alle università e agli istituti superiori); nel periodo degli esami di licenza (media, liceale, ecc.), a. interni quelli che sostengono gli esami nella stessa scuola in cui hanno frequentato i corsi, contrapposti agli a. esterni, o privatisti, che hanno frequentato i corsi in una scuola diversa (spesso privata) da quella che è sede di esame, o che si sono preparati privatamente all’esame. 3. In passato, l’impiegato non ancora in servizio regolare che veniva assunto, di solito senza retribuzione, in alcuni uffici; in alcuni rami dell’amministrazione statale italiana, a. d’ordine era l’impiegato al grado iniziale del gruppo C. 4. Nell’antichità furono detti a. (lat. alumni, gr. ϑρεπτοί), spec. nelle epigrafi, gli infanti abbandonati, raccolti e allevati come figli.