Adiàforo

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adiaforo


adiàforo agg. [dal gr. ἀδιάϕορος, comp. di ἀ- priv. e διάϕορος «differente»]. – Termine dotto, grecismo equivalente all’ital. indifferente; in partic., nell’etica dei cinici e degli stoici, era dichiarato adiaforo tutto ciò che è indifferente dal punto di vista morale, e cioè tutto, all’infuori della virtù e del vizio. Nella critica testuale, detto di lezioni o varianti di pari autorità documentaria, tra le quali è impossibile decidere in base a criterî interni o con l’aiuto dello «stemma». Nell’età della Riforma, il teologo ted. Melantone e altri teologi dichiararono (22 dic. 1548) adiaphora, cioè «cose indifferenti», in quanto non decisi dalla Scrittura, alcuni punti della dottrina teologica ed etica (la giurisdizione vescovile, certe costumanze come i digiuni, le feste, ecc.).