ZURIGO

Enciclopedia dell' Arte Medievale (2000)

ZURIGO

H.R. Meier

(ted. Zürich; lat. Turicum; Turegum nei docc. medievali)

Città della Svizzera, capoluogo dell'omonimo cantone, che si estende a N dell'area prealpina fino al Reno e che dal 1351 fa parte della Confederazione elvetica. Dal punto di vista ecclesiastico Z. appartenne fino alla Riforma alla diocesi di Costanza.Lo sviluppo urbano di Z. partì dal Lindenhof, una collina sulla sponda sinistra del Limmat, a poche centinaia di metri dal punto in cui il fiume esce dal lago di Zurigo. Su questa collina si trovava un castrum dell'epoca di Valentiniano I (364-375); a S, su entrambi i lati del Limmat si estendeva il vicus Turicum. Un cimitero sulla collina di St. Peter a S del Lindenhof attesta la sopravvivenza di un insediamento che perdurò oltre la fine dell'amministrazione romana. In questo ambito dovette sorgere anche una prima chiesa.Crescendo l'importanza del luogo nel contesto della politica transalpina dei Franchi, il Lindenhof si rinnovò diventando sede di amministrazione profana, attestata dalla presenza di un palazzo carolingio e ottoniano, individuato dalle indagini archeologiche; invece il centro ecclesiastico della città si spostò sulla sponda destra del fiume nell'area di un altro cimitero. Là, secondo la Passio Felicis et Regulae, redatta al più tardi intorno all'800, dovevano essere stati sepolti i due fratelli, appartenenti alla legione tebana (AASS, Septembris, III, Venezia 1761, pp. 772-773), dopo il loro martirio avvenuto sotto l'imperatore Diocleziano (284-305).Il monastero costituitosi intorno alla tomba dei santi che sarebbero diventati in seguito patroni della città, si sviluppò velocemente e nell'870 venne dotato dall'imperatore Carlo il Grosso come collegiata. Da questo ebbe origine la prepositura che, a partire dal 1322, è nota con il nome di Grossmünster e che accanto a alla cattedrale di Costanza costituisce la più importante fondazione della diocesi. Poco più recente è il monastero femminile fondato da Ludovico il Pio nell'823 sulla sponda sinistra del Limmat per le dame della nobiltà, nel quale venne traslata una parte delle reliquie dei ss. Felice e Regola. Era venuto così a crearsi l'asse di pellegrinaggio che dalla sepoltura dei santi della città, nel Grossmünster, attraverso il luogo del martirio, in seguito segnalato dalla Wasserkirche sull'isola del Limmat, conduceva al monastero femminile, disegnando la topografia sacra della Z. medievale. Un collegamento diretto con un ponticello di legno si ebbe soltanto all'inizio del sec. 13°; prima di questo l'unico ponte si trovava in corrispondenza del restringimento del letto del fiume presso l'od. ponte del Rathaus, dove già in epoca romana era attestato un attraversamento fluviale.Lo sviluppo della città si concentrò in epoca romanica, sotto gli Zähringen, innanzitutto in corrispondenza delle due teste di ponte. Già il vescovo Ottone di Frisinga (Gesta Friderici, I, 8) descrive Z. nel 1158 come la più nobile città della Svevia; tuttavia l'attività edilizia si intensificò con la concessione dello status di libera città dell'impero nel 1218 e con l'autonoma organizzazione comunale, fino a raggiungere una vera esplosione edilizia. Sorsero quartieri con ulteriori chiese e monasteri, soprattutto degli Ordini mendicanti: i Francescani, intorno al 1249, si insediarono a E; i Domenicani, nel 1230, a N-E dell'area di Z. posta sulla sponda destra del Limmat; le Domenicane, a partire dal 1285, nel monastero degli Oetenbach, a N-O; gli Agostiniani, nel 1270, a O della parte della città situata sulla sponda sinistra del fiume.Intense ricerche archeologiche hanno condotto negli ultimi anni a molteplici ritrovamenti che fanno luce sulle abitazioni e sui quartieri. Inoltre esse hanno attestato che, a partire dal sec. 13°, vennero edificate numerose torri di abitazione soprattutto nei pressi del Grossmünster, area residenziale privilegiata. Non è stato invece possibile individuare la presenza di una più antica cinta muraria; resta comunque oggetto di discussione se Z. fosse stata, fino all'edificazione dell'unica fortificazione urbana accertata nel Medioevo, realmente un insediamento aperto. La cinta muraria eretta in seguito, nei secc. 13° e 14°, racchiudeva un'area urbana non completamente edificata (ha 38 ca.) e disponeva di oltre sette porte.La più antica fonte figurativa che dal punto di vista topografico restituisce grosso modo fedelmente, anche se rovesciata su un lato, la città medievale, è un disegno a penna acquarellato nella Chronik di Gerold Edilbach (1454-1530; Zurigo, Zentralbibl., A 75). Molto particolareggiata è inoltre la veduta di Z. sullo sfondo della tavola dipinta con il Martirio del patrono della città, di Hans Leu il Vecchio, del 1500 ca. (Zurigo, Schweizerisches Landesmus.). La raffigurazione di Johannes Stumpf nella Schweizer Chronik del 1548 e quella di Jos Murer nella pianta a volo d'uccello, a stampa, costituiscono un'importante fonte per la città tardomedievale, perché gli edifici e la fortificazione vi sono restituiti in modo preciso.Nel Medioevo Z. era dominata dalla superba facciata a due torri del Grossmünster, al di sopra di uno sperone di terreno. Se questa facciata - per il resto priva di portali - e la precisa opera muraria mostrano la grande ambizione dell'edificio, il coro allungato con cappelle laterali è tipico delle collegiate romaniche. L'unico edificio precedente, documentato dalle indagini archeologiche, dovette essere stato eretto intorno al Mille, a tre navate con un coro allungato. Per la ricostruzione della storia dell'od. basilica a matronei ancora esistente sono tramandate soltanto poche date. Nel 1104 l'edificio doveva essere iniziato; nel 1107 nella cripta e nel coro venne consacrato un altare. La successiva storia costruttiva è legata a numerose variazioni di progetto, che devono essere ricostruite sulla base di osservazioni effettuate sullo stesso edificio. Già il primo progetto mostrava accanto a elementi altorenani, come la conclusione di coro rettangolare e la Hallenkrypta - con il sistema di pilastri e la rinuncia a un transetto -, anche influssi dall'Italia settentrionale. Ha un carattere lombardo la decorazione plastica, nonché l'alzato del matroneo a cui si pose mano nella seconda metà del sec. 12°, il quale, prima delle variazioni di progetto dell'inizio del 13°, doveva essere molto simile a quello di S. Michele a Pavia. Alla fine però si sopraelevò il cleristorio, arricchito da coppie di finestre, e si concluse la navata mediana con volte a crociera costolonate. Le variazioni postmedievali interessarono soprattutto le coperture ed entrambe le torri, le cui cuspidi costituiscono testimonianze notevoli del periodo postgotico.Per la decorazione architettonica sono del massimo interesse i rilievi figurati dei pilastri all'interno della chiesa e del chiostro tardoromanico, che si aggiunge all'edificio a N del coro, negli edifici della collegiata, rinnovati nel sec. 19°, così come un rilievo con un Cavaliere all'esterno sulla torre settentrionale. Quest'ultimo venne realizzato da uno scultore dell'Italia settentrionale della cerchia di Benedetto Antelami e doveva rappresentare in maniera monumentale il governo della città. Si trova così sulla scia della statua del Regisole di Pavia e mostra, ancora una volta, il significato che, in epoca romanica, avevano per Z. i rapporti con l'area al di qua delle Alpi.La Fraumünsterkirche fu preceduta da una basilica carolingia con transetto continuo e coro triabsidato. L'od. edificio è caratterizzato da un possente coro rettangolare, eretto nel terzo quarto del 13° secolo. Essa era un tempo affiancata da una coppia di torri, il cui zoccolo romanico è ancora conservato; mentre la sommità della torre sud è mozzata, quella della torre settentrionale è stata restaurata. Come il coro anche i transetti e l'incrocio sono stati realizzati in forme ancora protogotiche, mentre le campate rettangolari trasversali del corpo longitudinale furono edificate a partire dalla metà del sec. 14°, ma furono voltate in legno soltanto nel 18° secolo.Il centro storico, sulla sponda sinistra del fiume, è dominato dalla torre del coro della Peterskirche. L'unica parrocchiale medievale di Z. fu preceduta per lo meno da tre edifici la cui esistenza è stata attestata dalle indagini archeologiche. L'od. torre del coro ha origine all'inizio del sec. 13°, mentre la navata venne sostituita nel 1705 e costituì la prima nuova costruzione protestante della città.Dei conventi degli Ordini mendicanti si è conservato nella sostanza architettonica medievale soltanto il coro poligonale della chiesa dei Domenicani. L'alto e slanciato spazio è stato suddiviso in numerosi piani, fatto che consente di studiare da vicino la lavorazione a traforo di grande qualità, le chiavi di volta e i resti della pittura murale risalente all'epoca della costruzione dell'edificio, la prima metà del 14° secolo.Di particolare interesse sono i numerosi dipinti murali per i quali è attestata un'origine tardomedievale, conservati nelle abitazioni del ceto alto della popolazione. L'esempio scoperto più recentemente, nella casa zum Brunnenhof mostra che, poco prima del pogrom del 1349, anche i ricchi cittadini ebrei facevano decorare i loro ambienti di rappresentanza. Mentre nel sec. 15°, per es. nella casa zum Paradies, erano raffigurate scene di uomini selvatici nella foresta, a rappresentare una sorta di immagine contrapposta alla vita sociale, nel sec. 14°, accanto a scene di genere nei cicli di Calendari, come nella casa zum langen Keller, e di caccia e di vita cavalleresca, si ritrovano soprattutto motivi araldici. Una testimonianza del particolare interesse per gli stemmi di quest'epoca è offerta anche dalla Wappenrolle di Zurigo (Schweizerisches Landesmus., 69457), della metà del sec. 14°: probabilmente quest'opera non fu realizzata proprio a Z., ma nell'area di Costanza, di cui comunque Z. faceva allora parte dal punto di vista culturale. Su una fascia di pergamena il rotolo mostra cinquecentocinquantanove scudi con le armi dell'alta e della piccola nobiltà e altri ventotto con gli stemmi di altrettante diocesi tedesche. Il significato degli stemmi e l'interesse nei loro confronti si ritrovano anche nel codice dei canti di Manesse: il manoscritto di lusso, noto anche come Grande libro dei canti di Heidelberg, dal luogo in cui esso è conservato (Heidelberg, Universitätsbibl., Pal. germ. 848), con le centotrentasette raffigurazioni di Minnesänger, dovette essere realizzato a Z. intorno al 1300 e portato a termine ca. una generazione dopo da numerosi maestri successivi. Il cittadino e poeta zurighese Johannes Hadlaub racconta che nessuno nel regno possedeva così tanti libri di canti come la famiglia Manesse di Zurigo. Manoscritti di canti, rotoli di stemmi e pitture murali a carattere profano attestano in modo chiaro che il nuovo patriziato si orientava come nuovo ceto committente verso la cultura di corte.Tra i musei di Z. vanno menzionati il Kunsthaus, dove sono conservate opere di scultura, e lo Schweizerisches Landesmus. che ospita numerose opere d'arte di epoca medievale provenienti dall'intera Svizzera, tra cui anche la citata tavola d'altare con la veduta di Z. di Hans Leu il Vecchio, così come le pitture murali delle case zum Loch e zum langen Keller. Nella casa zum Rech l'avvicendarsi di piccole mostre informa sui ritrovamenti e sui reperti più recenti relativi alla storia di Zurigo.Non è possibile in questa sede offrire una panoramica dello sviluppo artistico del cantone di Z. al di fuori della città. Oltre a Winterthur, con l'impianto urbano e la parrocchiale, risalenti a epoca medievale, l'area del cantone abbraccia numerose piccole città. Citando brevemente i più importanti monumenti al di fuori del capoluogo, va ricordata l'antica abbazia benedettina di Rheinau, fondata in epoca carolingia, della cui struttura medievale sopravvive soltanto la torre meridionale, integrata all'interno della chiesa barocca. Questa conserva il portale d'ingresso dell'edificio, del 1114, che presenta uno dei più antichi timpani scolpiti della Svizzera, il quale con gli intrecci e le giustapposizioni di animali e girali rimanda ancora all'oreficeria altomedievale. Parti dell'antico tesoro della chiesa si trovano ora nello Schweizerisches Landesmuseum. I manoscritti, con alcune importanti miniature soprattutto del sec. 13° sono conservati a Z., per es. il Salterio di Rheinau di Ratisbona (Zurigo, Zentralbibl., Rh. 167). Resta invece nel suo stato originario la chiesa dell'antica abbazia cistercense di Kappel. L'od. edificio, che ingloba resti della struttura di fondazione risalente al 1185, è sorto nella seconda metà del 13° secolo. Esso custodisce, peraltro, una grande sedia tripartita per il celebrante, di grande qualità, e resti del più importante ciclo di vetrate in Svizzera dopo quello di Königsfelden, della prima metà del 14° secolo.All'incirca alla stessa epoca fu realizzato il ciclo di affreschi nella cappella di St. Gallen a Oberstammheim. Su tre registri sono messe a confronto scene della Genesi con quelle dell'Infanzia e della Passione di Cristo, il tutto realizzato in uno stile il cui confronto più diretto si ritrova nel codice dei canti di Manesse. Va infine citata la Kyburg, il più importante castello del cantone: dopo l'estinzione dei Lenzburger nel 1172 e degli Zähringer nel 1218, i conti di Kyburg dominarono per breve tempo sulla maggior parte del territorio di quello che sarebbe poi diventato il cantone di Z. e su un'ampia area circostante, fino a che anche la casata non si estinse e la sua eredità passò agli Asburgo. Il castello attuale risale ancora nell'impianto e per parti consistenti anche nella sostanza architettonica al Medioevo.

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