Werner, Zacharias

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Scrittore tedesco (Königsberg 1768 - Vienna 1823). Genialmente dotato ma privo di disciplina, W. fu quasi esclusivamente drammaturgo, con lavori di ampio respiro ma anche di pesante struttura sorretti da un torbido sentimento mistico.

Vita. Studiò diritto nella città natale, dove ascoltò anche alcune lezioni di Kant. Funzionario statale in varie province prussiane e polacche, a Varsavia entrò nella massoneria, non accettandone però gli elementi illuministici. Trasferitosi a Berlino sempre con compiti ufficiali, condusse una vita inquieta, compiendo viaggi in Svizzera, dove conobbe Madame de Stäel, a Weimar, dove conobbe Goethe che divenne suo estimatore, a Parigi e a Roma; qui, nel 1811, si convertì al cattolicesimo, per divenire quindi sacerdote nel 1814. Esercitò il suo apostolato a Vienna, dove si affermò come fervente predicatore.

Opere. Die Söhne des Tals (2 voll., 1803-04), sulla fine dell'ordine dei Templari; Das Kreuz an der Ostsee (1806), sulla cristianizzazione della Prussia medievale ancora pagana; Martin Luther oder Die Weihe der Kraft (1807), potente dramma della rigenerazione religiosa. A queste opere fecero seguito  alcuni drammi storici (Attila, König der Hunnen, 1808; Wanda, Königin der Sarmaten, 1810; Cunegunde die Heilige, Römisch-Deutsche Kaiserin, 1815; Die Mutter der Makkabäer, 1820), che rispecchiano il suo nuovo atteggiamento religioso. Di rilievo, su una strada parzialmente autonoma battuta a suo seguito anche da altri, la "tragedia del destino" Der 24. Februar (1815).

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