Yemen

Dizionario di Storia (2011)

Yemen


Stato dell’Asia, all’estremità sud-occidentale della Penisola Arabica.

Dal regno di Saba al dominio ottomano

Notizie sull’esistenza del regno di Saba si hanno da iscrizioni assire (8° sec. a.C.). Contemporaneamente a questo regno si svilupparono nello Y. anche altre entità statuali. I centri urbani, in cui sono presenti resti di edifici monumentali, di templi e opere di irrigazione e da cui provengono numerose sculture e materiali epigrafici, sorgono in relazione a vie commerciali, al cui controllo sembra legata l’espansione sabea in Eritrea e nel Tigray tra il 5° e il 3° sec. a.C. Verso il 115 a.C. la capitale venne trasferita da Ma’rib a Zafar, presso l’attuale Yarim, mentre nel regno acquistò peso preponderante la tribù degli Himyariti; vennero poi assorbiti gli altri regni sudarabici di Main, Qataban e Hadramawt (2° sec. d.C.) dopo la sconfitta di Elio Gallo nel 25-24 a.C. Lo Stato yemenita così unificato venne assalito e temporaneamente occupato nel 4° sec. dal regno di Aksum, che nel 525 soggiogò definitivamente il regno himyarita. Al dominio etiopico si sostituì nel 575 quello persiano, ben presto travolto dall’espansione musulmana. L’avvento dell’islam segnò la fine dei culti astrali affini a quelli mesopotamici e fenici, il completo predominio dell’arabo settentrionale classico sui dialetti locali del gruppo semitico meridionale e l’incorporazione nominale dello Y. nel califfato. In realtà non tardarono a rendersi semindipendenti varie dinastie rivali come gli Ziyadidi, i Nagiahidi e i Mahdidi del Tihamat, le dinastie ismailite minori che regnarono in Aden fino al 12° sec., e gli zaiditi. Questi ultimi riuscirono, sia pur con prolungate interruzioni, a mantenere il potere dal 9° sec. fino a epoca recente, affermandosi progressivamente sulle altre famiglie locali. Nel 16° sec. lo Y. venne parzialmente occupato dai turchi, respinti dagli zaiditi nel 1630; San’a pagò da allora un tributo all’impero ottomano, che riconquistò il Paese nel corso del 19° secolo.

La divisione in due Stati

Con la presa di Aden (1839) ebbe inizio nel Sud la penetrazione britannica: fra il 1882 e il 1914 Londra stabilì il proprio protettorato su 23 staterelli situati lungo la costa dell’Hadramawt. Nel Nord, l’imam Yahya ibn Muhammad, dopo il ritiro ottomano e l’affermazione dell’indipendenza (1918), tentò di riconquistare Aden, ma nel 1934 dovette riconoscere di fatto la frontiera con il protettorato. Salito al trono nel 1948, l’imam Ahmed avviò una cauta politica di sviluppo economico con l’aiuto occidentale. Alla sua morte (1962) un gruppo di ufficiali guidato dal colonnello ‛Abdallah Sallal proclamò la Repubblica araba dello Y., mentre l’erede al trono, Muhammad al-Badr, dava inizio a una sanguinosa guerriglia; all’intervento saudita in sostegno dei monarchici corrispose quello egiziano a fianco dei repubblicani. La guerra civile si concluse con l’affermazione del regime repubblicano (1970). Intanto nel 1967 la fine del protettorato britannico sullo Y. meridionale aveva permesso la nascita della Repubblica popolare dello Y. del Sud. Il potere fu assunto dal Fronte di liberazione nazionale (FLN, costituito nel 1963), di ispirazione socialista, ma la vita politica fu lungamente condizionata dagli aspri contrasti al suo interno. Avviata una politica di nazionalizzazioni e di collaborazione con i Paesi socialisti, nel 1970 fu proclamata la Repubblica democratica popolare dello Yemen. Il primo ministro ‛Ali al-Nasir Muhammad assunse anche la carica di capo provvisorio dello Stato e l’FLN si trasformò in Partito socialista yemenita (PSY). Nel Nord, la politica di pacificazione promossa da ‛Abd er-Rahman al-Iryani si scontrò con la difficile realtà economica del Paese e con le spinte centrifughe espresse soprattutto dalle confederazioni tribali filosaudite. Nel 1974 un colpo di Stato insediò una giunta militare guidata da Ibrahim al-Hamdi. Assassinato nell’ott. 1977, questi fu sostituito dal colonnello Ahmed Husain al-Ghashmi, che si fece eleggere presidente della Repubblica ma fu a sua volta assassinato l’anno successivo; la presidenza fu quindi assunta dal colonnello ‛Ali ‛Abdallah Salih. Emerse nel frattempo una forte opposizione di sinistra, organizzata nel Fronte democratico nazionale, movimento di guerriglia sostenuto dallo Y. del Sud fino al 1982. I rapporti interyemeniti, lungamente caratterizzati dall’alternarsi di fasi di grave tensione (sfociate nel 1972 e nel 1979 in aperto conflitto) e momenti di distensione, nei primi anni 1980 conobbero un miglioramento. Nel Sud il segretario generale del PSY, ‛Abd al-Fattah Isma‛il, divenuto anche capo dello Stato, nel 1980 fu destituito e al suo posto andò al-Nasir Muhammad, che perseguì un miglioramento dei rapporti con gli Stati arabi della regione. Nel 1985 la presidenza del consiglio passò a H. Abu Bakr al-‛attas, che dopo contrasti all’interno del gruppo dirigente e gravissimi scontri assunse anche la presidenza della Repubblica, mentre la carica di segretario generale del PSY fu attribuita ad ‛A. Salam al-Bid. Il nuovo gruppo dirigente, oltre a rafforzare i rapporti con i Paesi arabi moderati, introdusse, verso la fine del decennio, misure di liberalizzazione politica ed economica.

L’unificazione

Il processo distensivo fra i due Paesi subì una nuova battuta d’arresto in seguito alla scoperta di giacimenti petroliferi (1983-84) nelle zone di confine, ma la considerazione dei benefici di uno sfruttamento congiunto costituì una spinta verso l’unificazione e nel maggio 1990 fu proclamata la Repubblica dello Yemen. La nuova Costituzione istituì un Consiglio presidenziale, comprendente quale presidente ‛Abdallah Salih e quale vicepresidente ‛A. Salam al-Bid. I progetti per lo sviluppo e l’integrazione economica furono vanificati dalle gravi conseguenze politiche ed economiche della crisi che seguì l’invasione irachena del Kuwait (1990). Le forti tensioni sociali che ne derivarono si aggiunsero all’ondata di gravi violenze politiche, soprattutto ai danni di dirigenti del PSY, dopo l’unificazione. Nelle elezioni politiche del 1993 si affermò il Congresso generale del popolo (CGP, partito del presidente Salih), seguito dall’Unione per la riforma (al-Islah), formazione d’ispirazione islamica, e dal PSY. Fu costituito un governo di coalizione fra i tre partiti, ma il rafforzarsi dell’accordo fra il CGP e al-Islah accentuò le divergenze con i socialisti e al-Bid si rifugiò ad Aden. La crescente tensione fra i due gruppi dirigenti e i due eserciti, rimasti separati, sfociò nel 1994 in aperto conflitto, risoltosi con la conquista di Aden da parte delle truppe del Nord. Salih è stato rieletto presidente della Repubblica nel 1994, nel 1999 e nel 2006. L’autoritarismo e la corruzione di cui è accusato il suo governo, tuttavia, rendono lo Y. politicamente e socialmente instabile. I locali gruppi fondamentalisti hanno aumentato la loro influenza nel Paese, dando origine non solo a una serie di atti eversivi e terroristici susseguitisi dal 2000, ma anche a svolte istituzionali: dal 1994 la legge islamica è diventata fonte del diritto yemenita. Dal 2004, nel Nord, è inoltre in corso un conflitto tra il governo e gruppi ribelli sciiti zaiditi.

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