WURZBURG

Enciclopedia dell' Arte Medievale (2000)

WURZBURG

N.M. Zchomelidse

WÜRZBURG (Uburzisburg, Wirteburch nei docc. medievali)

Città della Germania, in Franconia (Baviera).Il primo insediamento deve porsi già all'epoca dei 'campi di urne'; all'epoca di Hallstatt esso venne dotato di anello murario di recinzione. A partire dal sec. 6° la posizione strategicamente favorevole comportò la trasformazione del sito in un insediamento fortificato da parte dei duchi franco-turingi. Una prima menzione del luogo come Uburzisburg si trova alla fine del sec. 7° nell'Anonimo Ravennate (Schnetz, 1940, p. 61). La prima citazione documentaria come castrum Wirteburch si riscontra al tempo del duca Hetan II nel 704. Fino al 700 ca. il Marienberg rappresentò l'unico nucleo insediativo dell'attuale W., ma nel corso del sec. 8° si svilupparono due nuove aree. Al di sotto della fortezza, sulla sponda sinistra del Meno, il primo vescovo di W., Burcardo (742-753; consacrato da s. Bonifacio) fondò il monastero benedettino di St. Andreas (più tardi St. Burkard) e sulla riva destra del fiume sorse una corte franca a cui era annessa la cappella sepolcrale di s. Chiliano. Nel 689 questo missionario irlandese aveva subìto con due compagni il martirio a W. e da allora era stato venerato come patrono della città. La zona intorno alla piccola cappella costituì il nucleo generatore della città, definita civitas per la prima volta nel 1030.Le due entità, della città regia da una parte e della fortezza vescovile dall'altra, si configuravano come altrettanti distinti poli all'interno del tessuto urbano di W., in un difficile e conflittuale rapporto di convivenza. A tale contrasto si aggiunse la contesa, che perdurò in particolare nei secc. 10° e 11°, tra la cittadinanza e il vescovo, risoltasi infine a favore dell'autorità religiosa. Il vescovado ricevette ricchissime dotazioni dal duca Carlomanno, un episodio che costituì il fondamento per l'affermazione territoriale del potere principesco dei vescovi di Würzburg. La rivendicazione dei vescovi verso il ducatus Franciae orientalis venne confermata nel 1168 da parte dell'imperatore Federico I Barbarossa. Il potere dei vescovi-principi sulla città si accrebbe sempre più fino alla breve fase di ribellione dei cittadini nel 13° secolo. Intorno al 1400 la loro posizione di forza appariva ancora solidamente assicurata.Nella seconda guerra mondiale W. venne colpita da un bombardamento e oltre i tre quarti della città vecchia furono distrutti.Il duomo, sorto sul luogo del martirio di s. Chiliano, fu consacrato al Salvatore nel 788 alla presenza di Carlo Magno e già nell'855 fu danneggiato da un incendio. Poco più a S della chiesa distrutta, sotto il vescovo Arno, tra l'855 e l'892 sorse una nuova costruzione, dedicata a s. Chiliano, che a sua volta subì verosimilmente un incendio nel 918. Il vescovo Heinrich I (995/996-1018) ricostruì l'edificio sempre nella forma basilicale a tre navate e con un Westwerk fiancheggiato da due torri. Questa costruzione, nell'asse est-ovest, era più corta dell'attuale duomo e presentava anche una minore ampiezza. Il medesimo vescovo completò il Westwerk con una cappella dedicata a s. Michele sopra il vano d'ingresso, sormontata a sua volta da una tribuna. Il vescovo Bruno (1034-1045) intraprese nel 1040 ca. la ricostruzione completa dell'edificio come basilica a tre navate con pilastri, che venne iniziata contemporaneamente da O, con la fronte a doppia torre e l'atrio centrale, e da E con la cripta. Nel 1188 questo edificio fu consacrato dopo trasformazioni e ampliamenti al coro e al transetto e un rifacimento del corpo longitudinale da parte del capomaestro Enzelin. Già sotto il vescovo Hermann von Lobdeburg (1225-1253) vennero intrapresi nuovi lavori di ristrutturazione della cripta che comportarono una modifica anche della parte orientale della chiesa intorno al 1230: il coro fu voltato, il culmine del transetto rialzato e i piani superiori delle torri agli angoli del coro trasformati. Nel sec. 14° al duomo venne annesso un chiostro, la cui ala occidentale è sorretta da pilastri che risalgono alla costruzione promossa dal vescovo Wolfram Wolfskeel von Grumbach (1331). Le altre tre ali sorsero solo tra il 1424 e il 1453. Le cuspidi delle torri occidentali furono rifatte nel 1418. Nella seconda guerra mondiale il duomo subì un incendio; le pareti e le volte del corpo longitudinale crollarono e la loro ricostruzione si protrasse fino al 1960.Oggi il duomo, la cui mole disegna all'interno della città il polo di un asse architettonico che parte dal ponte sul Meno, si presenta come una basilica cruciforme con transetto molto sporgente, coro allungato con torri angolari. L'esterno mostra ancora l'articolazione in corpo longitudinale, transetto e coro con un fregio ad archetti alla sommità. Le fronti delle navate laterali sono divise in due piani articolati da semicolonne nella parte inferiore e da pilastri nella zona arretrata delle finestre. Queste ultime subirono delle trasformazioni in epoca tardogotica.Nel corpo longitudinale è ancora riconoscibile il sistema dell'alzato romanico. Nelle arcate gli elementi portanti sono sostenuti da semicolonne le cui basi e capitelli mostrano elementi formali che si ritrovano anche all'esterno. La navata centrale oggi ha un tetto piano, mentre nella navata laterale sud si è conservata la volta tardogotica (ca. 1500). La parte più antica della costruzione è costituita dalla cripta, estesa al di sotto del coro e della campata d'incrocio con passaggi ad angolo retto con colonnine angolari e volta a botte gradonata del 12° secolo.Le più antiche menzioni di una chiesa sul Marienberg, l'altura fortificata sulla sponda opposta del fiume, risalgono agli inizi del sec. 8° e si trovano in due fonti tra loro indipendenti: la Vita sancti Burchardi (Bendel, 1912, p. 27), dove viene riferito che il duca Hetan avrebbe fatto costruire la chiesa, e i Monumenta Epternacensia (MGH. SS, XXIII, 1874, pp. 55, 60), da cui si apprende dell'operato di un duca Hetan a W. negli anni 704 e 716. Questa chiesa servì al primo vescovo di W. come cattedrale e nel 752 ricevette le reliquie dell'apostolo dei Franchi. Solo con il trasferimento della sede episcopale sulla riva destra del Meno la Marienkirche perse di importanza e all'epoca del vescovo Hugo passò in possesso del monastero di St. Andreas (poi di St. Burkard). Con la costruzione del castello vescovile sul monte iniziò un nuovo periodo di sviluppo della chiesa, che in seguito ebbe la funzione di cappella di palazzo dei vescovi e, dal sec. 12°, di luogo di sepoltura delle viscere dei vescovi defunti.La chiesa è una rotonda a due piani a cui si collega a E un coro rettangolare, sotto al quale si trova una cripta; sul lato settentrionale essa è collegata con un tratto del castello. La datazione delle singole parti architettoniche è discussa. Originariamente il piano inferiore era più basso rispetto a oggi ed era coperto da un tetto a uno spiovente. Le pareti erano aperte da finestre strombate sia all'interno sia all'esterno. Al di sopra si ergeva il tamburo, rientrato, con otto finestre ad arco a pieno centro, articolato da otto lesene e da un fregio ad archetti su mensole; subito sopra al fregio correva la cornice del tetto. All'interno l'invaso spaziale cilindrico, coperto da una volta semisferica, si dilata in sei esedre voltate semicircolari, e in una nicchia d'ingresso rettangolare posta a O. Secondo Röttger (Röttger, Schulze, 1967), l'ambiente del coro è sempre stato collegato con la rotonda. La cripta a sala sottostante, a quattro campate, ha una navata centrale particolarmente ampia, larga il doppio delle navate laterali, che termina in un'abside. Fino alla metà del sec. 11° si trovano solo pochi paralleli per la cripta della Bergkirche, come la chiesa inferiore del duomo di Costanza, che data alla fine del sec. 10°, la cui navata centrale tuttavia non è così larga. Ancora più ampie erano, invece, la navata centrale della cripta del duomo di Bamberga e quella del corpo orientale del duomo di Treviri (ca. 1040). La tipologia a rotonda della Marienkirche, con annessi maggiori di quello rappresentato dal vano rettangolare del coro, è nota in Germania a partire dalla fine del sec. 10°-inizi 11°, come per es. in St. Peter di Wimpfen, St. Marien di Deutz (1002-1019) e St. Michael a Fulda.Ai piedi del Marienberg il primo vescovo di W. fondò il monastero di St. Andreas (Bendel, 1912, p. 32), che servì da abitazione al vescovo e ai suoi chierici. Già poco dopo la sua fondazione il monastero entrò in concorrenza con il duomo del Salvatore sulla riva destra del Meno. Solo nel 986, con la traslazione delle ossa del fondatore del monastero (Bendel, 1912, p. XXI), dichiarato santo, iniziò un nuovo periodo di sviluppo per la chiesa, che nel frattempo aveva mutato il nome. La distruzione dell'edificio originario dovuta a un incendio portò a una nuova costruzione sotto l'abate Willemund tra il 1033 e il 1042. Nel 1464 il monastero venne trasformato in una fondazione di nobili cavalieri e in questo contesto sorse un nuovo coro, che venne ultimato solo dopo la guerra dei Trent'anni. L'interno del corpo longitudinale bruciò nella seconda guerra mondiale e venne ripristinato nel 1948. L'aspetto attuale della chiesa è il risultato di due fasi costruttive dell'11° e 15° secolo. Dell'impianto primitivo a doppio coro del sec. 11° si sono conservati il corpo longitudinale salico e la coppia di torri al termine orientale delle navate laterali. Nell'assetto originario predominava il settore occidentale con transetto, coro principale con cappelle laterali e sottostante cripta. Le navate laterali e il cleristorio del corpo longitudinale non avevano membrature. Al di sopra delle quattro arcate si sviluppava una copertura piana e l'intero invaso spaziale interno si caratterizzava per un sistema alternato di sostegni, a pilastri e colonne. Questa alternanza semplice rimanda al sistema di tipo alsaziano, noto per es. dalla collegiata di Surburg, della metà dell'11° secolo. Le colonne hanno basi attiche su plinti quadrati e i fusti sono leggermente rastremati verso l'alto prima di concludersi con 'collarini' e capitelli a dado. Le cornici d'imposta sono costituite da due gole sporgenti e da un listello piatto. I pilastri quadrati poggiano su basi semplici e recano come conclusione superiore le stesse cornici d'imposta delle colonne. Al di sopra si alzano, su arcate semicircolari, le pareti del corpo longitudinale, che giungono fino al tetto piano senza ripartizioni orizzontali. Le navate laterali si concludono a E in una campata rettangolare, con volta a crociera, disposta in senso longitudinale, che comunica con le due torri orientali. Queste ultime, nei due piani inferiori, si ergono su pianta quadrata per poi passare a un ottagono a due piani e sono coperte da due cuspidi in pietra. L'articolazione parietale è identica in entrambe ed è formata da lesene angolari, archi a pieno centro su mensole e nel secondo piano da un'ulteriore lesena mediana. La forma e la disposizione delle finestre nelle torri non sono unitarie. L'articolazione delle torri indica un rapporto con le soluzioni adottate nel corpo occidentale di Mittelzell (Reichenau) e nel coro occidentale del duomo di Treviri.La Neumünsterkirche dovette essere eretta sul luogo in cui, sulla riva destra del Meno, sorse il primo duomo della città, a sua volta costruito presso la sepoltura di s. Chiliano, e servì anche come chiesa sepolcrale per i primi otto vescovi di Würzburg. Dopo un incendio la chiesa venne ricostruita un poco più a S, vicino al duomo attuale, come edificio sacro più piccolo e modesto. Solo intorno al 1056 sorse un'imponente nuova costruzione, che era collegata anche a una collegiata e che fu consacrata alla Vergine e a tutti i santi. Tra il 1188 e il 1250 il coro orientale e il corpo longitudinale vennero ampiamente rinnovati. Malgrado non esistano fonti inequivocabili sull'avvenimento, si può ritenere che nel sec. 12° vi fossero state nuovamente traslate le spoglie di s. Chiliano. Nel 1711 cominciarono i lavori per l'ampliamento a O della costruzione, con la cupola e la facciata occidentale. L'attuale cripta di s. Chiliano, posta al di sotto del corpo occidentale barocco, aveva sostituito una cripta medievale sul cui aspetto non è possibile esprimersi in modo certo. Le parti architettoniche tardoromaniche, nell'edificio attuale, sono costituite dalla basilica cruciforme a tre navate divise da pilastri, dall'ampio transetto, poco sporgente, a E, dalla campata del coro con l'abside annessa. Originariamente si trattava di un impianto a doppio coro con cripta a E e a O, con una particolare accentuazione della parte orientale. Le navate laterali sono strutturate in modo diverso all'esterno. Lungo il fianco meridionale, membrature parietali rettangolari, che poggiano su di una risega a mezza altezza, suddividono tre campi; i pilastri sostengono un fregio di archetti a pieno centro sopra il quale si trova una cornice terminale molto sporgente; le finestre con arco a pieno centro corrispondono alla divisione in campate dell'interno della chiesa. La parete esterna della navata laterale nord è invece priva di membrature, poiché un tempo vi era annesso il chiostro, risalente agli anni venti del sec. 13° e ripristinato in parte nel 1953.All'interno del corpo longitudinale i pilastri presentano quarti di colonna agli spigoli e semicolonne negli intradossi. Il cleristorio è articolato da semicolonne, solo in parte conservate. Adiacenti al transetto, su ciascun lato, si elevano quarti di colonna e più a O nel corpo longitudinale corrono semicolonne su una cornice orizzontale che si estende sopra il tetto della navata laterale. Il cattivo stato di conservazione della cripta orientale ha comportato una controversia circa la sua datazione. La decorazione parietale è affidata a semicolonne i cui capitelli, con bordi profilati e scudo centrale, indicano secondo Oswald (1966, p. 124) un'origine al più presto nel terzo quarto del 12° e non intorno alla metà dell'11° secolo. Non è stato accertato se la cripta si concludesse verso E con un'abside.Le parti restaurate del chiostro presentano una serie di sedici arcate su pilastri e colonne. I pilastri erano in parte caratterizzati da rilievi figurati, tra i quali uno con il Cristo Pantocratore e un altro con un santo vescovo.L'area su cui venne eretta la Marienkapelle fu ottenuta nel 1349, dopo l'espulsione degli ebrei dal ghetto: al posto della sinagoga, nel 1377 cominciarono i lavori per la costruzione di una chiesa della cittadinanza di Würzburg. Questa fu realizzata nelle forme di una chiesa 'a sala' tardogotica a tre navate, il cui coro fu terminato nel 1393, mentre il corpo longitudinale e la torre vennero ultimati solo nel 1479. La sala è composta da cinque campate e si conclude in un coro allungato a una navata di quattro campate. La navata centrale è coperta da una volta reticolata, le navate laterali e il coro, invece, hanno volte a crociera di stile tardogotico. L'alta torre, che dopo quattro piani quadrati si muta in ottagono, si trova accanto alla campata nord-ovest della navata laterale settentrionale. Tre portali hanno lunette decorate con rilievi databili intorno al 1420 che raffigurano: l'Incoronazione di Maria nel portale sud, il Giudizio universale nel portale ovest e l'Annunciazione nel portale nord.Miniatura. - Circa l'esistenza di botteghe di scribi e miniatori a W. prima del 1240 non si possono fare affermazioni certe. Sono stati riferiti dalla critica a un ambito di produzione locale due evangelistari, uno conservato a Monaco (Bayer. Staatsbibl., Clm 22502) e uno nella stessa W. (Universitätsbibl., M.p.theol.fol.88); tuttavia i dati iconografici e stilistici parlano a sfavore di una tale attribuzione (Engelhart, 1987, p. 4). La Bibbia dei Domenicani (Würzburg, Universitätsbibl., M.p.theol.f.m.9/I-IV) - un'opera in quattro volumi di grande formato (mm 460320), due dei quali purtroppo perduti - venne realizzata nel 1246, come attestano l'immagine dedicatoria a c. 2r del vol. IV e la firma di uno dei pittori attivi all'opera (Hainricus Pictor). Il testo segue la redazione della Bibbia detta dell'Università di Parigi, che venne realizzata a Parigi nel 1200 circa. Il manoscritto è riccamente illustrato e appare miniato da quattro diversi pittori, che probabilmente non appartenevano all'Ordine domenicano. Forse l'abbazia benedettina di St. Burkard o la collegiata dei canonici di Neumünster possedevano uno scriptorium. Del gruppo di manoscritti di W. fa parte anche il commentario miniato di Rabbi Shelomo Yitzhaqui (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Hebr. 5/I, 5/II).

Bibl.: Fonti. - I. Gropp, Lebensbeschreibung des Heiligen Kiliani, Bischoffen und dessen Gesellen [...] nebst gründlicher Nachricht von dem [...] Collegiatstift Neumünster, Würzburg 1738; F.J. Bendel, Die jüngere Lebensbeschreibung des hl. Burkard, des ersten Bischofs zu Würzburg, Paderborn 1912; J. Schnetz, Itineraria Romana, II, Leipzig 1940; A. Biglmair, Die Passio des heiligen Kilian und seiner Gefährten, Würzburger Diözesangeschichtsblätter 14-15, 1952-1953, pp. 1-25; 16-17, 1954-1955, pp. 104-130.Letteratura critica. - F.X. Himmelstein, Der Kilians-Dom zu Würzburg, Würzburg 1850; F. Seberich, Die Entwicklung der Siedlung Würzburg bis zum Ausgang des Mittelalters, in Die Frankenwarte, Beilage zum Würzburger General-Anzeiger, I nr. 43, 28-10-1938; II nr. 44, 3-11-1938; III nr. 45, 10-11-1939; P. Schöffel, Neumünster und Dom. Untersuchungen zur Kirchen- und Baugeschichte von Stadt und Bistum Würzburg vornehmlich im 11. Jahrhundert, in Herbipolis sacra, Würzburg 1948; K.H. Wirsing, Wo stand der erste Würzburger Dom?, Mainfränkisches Jahrbuch für Geschichte und Kunst 1, 1949, pp. 178-185; B.H. Röttger, Felix Ordo, Würzburger Beiträge zur Architekturgeschichte des Mittelalters, Würzburger Diözesangeschichtsblätter 11-12, 1949-1950, pp. 5-85; K. Dinkelage, Würzburg im Frühmittelalter, in Vor- und Frühgeschichte der Stadt Würzburg (Mainfränkische Heimatkunde, 3), Würzburg 1951; K. Gerstenberg, Die Kirche auf dem Marienberg zu Würzburg, in Herbipolis Jubilans. 1200 Jahre Bistum Würzburg. Festschrift zur Säkularfeier der Erhebung der Kiliansreliquien, Würzburg 1952, pp. 91-95; H. Reuther, Das Neumünster in Würzburg. Führer zu deutschen Kunstdenkmälern, München 1952; F. Oswald, Würzburger Kirchenbauten des 11. und 12. Jahrhunderts (Mainfränkische Hefte, 45), Würzburg 1966; B.H. Röttger, H, Schulze, Zu einer Baugeschichte des Kiliansdomes und seiner Vorgänger, in Ecclesia Cathedralis, der Dom zu Würzburg, a cura di R. Schömig, Würzburg 1967, pp. 49-52; F. Merzbacher, Der Kilians dom als Rechtsdenkmal, ivi, pp. 69-82; H. Turn, Die Handschriften des Würzburger Dominikanerkonvents in der Universitätsbibliothek Würzburg, Würzburger Diözesangeschichtsblätter 29, 1967, pp. 5-87; T. Metzger, Le manuscrit enluminé Cod. Hebr. 5 de la Bibiothèque d'Etat à Munich, in Etudes de la civilisation médiévale (IXe-XIIe siècles). Mélanges Edmond René Labande, Poitiers 1974, pp. 537-552; W. Schich, Würzburg im Mittelalter. Studien zum Verhältnis von Topographie und Bevölkerungsstruktur, Köln-Wien 1977; J. Lusini, Die Baugeschichte der Würzburger Domherrnhöfe, Würzburg 1984; H. Engelhart, Die Würzburger Buchmalerei im hohen Mittelalter. Untersuchungen zu einer Gruppe illuminierter Handschriften aus der Werkstatt der Würzburger Diözesanbibel von 1246, Würzburg 1987; B. Söding, Die Dreikönigsgruppe im Würzburger Dom. Studien zur hochgothischen Monumentalskulptur in Deutschland an der Wende vom 13. zum 14. Jahrhundert, Hildesheim-Zürich-New York 1994.N.M. Zchomelidse

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