GODWIN, William

Enciclopedia Italiana (1933)

GODWIN, William

Benvenuto Cellini

Figlio di un pastore protestante dissidente, nacque a Wisbeach (Cambridgeshire) il 3 marzo 1756, e morì a Londra nel Palace Yard il 7 aprile 1836. Passò la sua fanciullezza a Guestwich, nel Norfolk. Nel 1764 fu mandato alla scuola di Hindolveston e nel 1767 passò a quella di Samuele Newton a Norwich, dove rimase fino al 1771, subendo l'influenza della setta fondata da John Glas (1695-1773) e Robert Sandeman (1718-1771). Lasciata la scuola di Norwich, entrò come supplente alla scuola di Hindolveston e nel 1772 fu mandato a Londra a continuare gli studi all'università. In quei tempi si dedicò a studî religiosi e letterarî, meditando due tragedie. Nel mese di dicembre dello stesso anno fu ammesso nel collegio dissidente di Hoxton, presso Londra, dove si dedicò alla teologia e alla letteratura. Nel 1778 lasciò Hoxton e divenne pastore della comunità dissidente di Ware, nel Hertfordshire. Ben presto incominciarono le sue crisi di coscienza: passato a Stowmarket, nel Suffolk, che dopo due anni dovette abbandonare in seguito a un dissidio, andò a Londra dove si mise a scrivere per vivere: la sua prima opera fu la Life of Lord Chatham (1783). Tornò quindi al ministero religioso, a Beaconsfield, passando al socinianismo, a cui rimase fedele fino al 1788. Tornato a Londra, dopo il fallimento di un tentativo come educatore, si dedicò definitivamente alla letteratura. Divenne collaboratore dell'Annual Register e di altri periodici. Scrisse tre romanzi ora dimenticati, fece parte del club dei Revolutionists e iniziò una vita di stenti che durò fin quasi alla morte. Il libro che gli diede quella fama di cui era avido fu l'Enquiry concerning Political Justice, apparso nel 1793.

È questa l'opera fondamentale del G. e l'unico tentativo fatto nel sec. XVIII da un Inglese di costruire un sistema razionale di politica. Per G. filosofia e politica erano la stessa cosa, e tutto infatuato dell'ideale della perfezione umana vedeva nella monarchia una fonte di corruzione; nella legge, nel governo, nella proprietà e perfino nel matrimonio un ostacolo alla libertà umana. Ogni controllo da parte dei simili era per lui intollerabile e credeva che sarebbe venuto il giorno in cui ogni uomo, operando secondo i dettami della sua coscienza, avrebbe agito per il bene della comunità, essendo tutti guidati dai principî della pura ragione. Il bene avrebbe finito per trionfare di ogni ostacolo. Pur essendo d'accordo con alcuni principî informatori della rivoluzione francese, che anzi portava alle estreme conseguenze, G. era tuttavia avverso alla rivoluzione stessa non meno di un Burke, per il modo in cui tali principî erano stati messi in pratica dai rivoluzionarî. Si opponeva alla rivoluzione perché questa non fa che stabilire con la forza ciò che è incapace di stabilire con la persuasione. Il libro pur non esercitando grande influenza servì a dare una base scientifica a quel radicalismo filosofico che doveva avere non poca influenza nella vita politica e sociale inglese del sec. XIX, e senza di esso forse al liberalismo inglese sarebbe mancata una delle basi principali.

La propaganda ch'egli non riuscì a fare col suo libro dottrinario, cercò di svolgere nei romanzi, e specialmente in The adventures of Caleb Williams (1794) e in St. Leon (1799).

La moglie Mary Wollstonecraft, nata il 27 aprile 1759 da Edward John W. e Elizabeth Dixon, di origine irlandese, alla morte della madre (1780) si diede all'insegnamento per sfuggire alle tristi condizioni domestiche. Nel 1783, insieme con la sorella Eliza, aprì una scuola a Newington Green, e quattro anni dopo scrisse Thoughts on the Education of daughters. Nell'ottobre 1787 s'impiegò come governante, ma licenziata poco dopo passò a Londra, dove divenne lettrice di manoscritti presso l'editore Johnson e traduttrice dal francese. Nel 1792 pubblicò il volume Vindication of the rights of women. Nel dicembre 1792 si recò a Parigi, dove conobbe l'americano Gilbert Imlay, e accettò di convivere con lui.

Pubblicò poco dopo il libro An historical and moral view of the origin and progress of the French Revolution. Seguì Imlay in Inghilterra nel 1795, poi si recò in Norvegia. Nel 1796 pubblicò le impressioni di questo viaggio, traendole dalle lettere scritte a Imlay (Letters written during a short residence in Sweden, Norway and Denmark), il quale intanto cercava di separarsi da lei. Dopo di aver tentato di uccidersi, si separò definitivamente dall'Imlay nel maggio 1796 e riprese il suo lavoro per l'editore Johnson. Fu allora che divenne amica dì G. L'imminenza della maternità decise G. al matrimonio, cui pure era avverso (29 marzo 1797); ma Mary W. moriva di parto il 10 settembre dello stesso anno, dando alla luce Mary G., che divenne poi moglie dello Shelley. Nonostante le sue enfatiche affermazioni nella Vindication of the rights of Women (1792), essa mirava a riforme da ottenersi mediante l'educazione. Le ragazze, secondo lei, dovrebbero essere educate quasi come i ragazzi, in scuole miste, in modo da diventare buone compagne degli uomini e degne di partecipare ai loro diritti civili e politici.

La morte di Mary lasciò G. prostrato dal dolore e con la cura della figliola Mary e dell'altra adottiva, Fanny Imlay, che d'allora in poi prese il nome di Godwin. Consigliato e aiutato dalla seconda moglie, Mary Jane Clairmont che sposò nel 1801, G. divenne libraio ed editore di libri per ragazzi, sotto lo pseudonimo di Edward Baldwin. In questa sua qualità pubblicò i famosi Lamb's Tales from Shakespeare. Nel complesso però questa speculazione fu un insuccesso, ed egli ebbe ripetutamente bisogno di aiuti. Lo Shelley, che nel 1814 divenne suo genero, fu uno dei suoi maggiori mecenati. Nel 1822 la sua azienda fallì, ma ciò non gl'impedì di scrivere uno dei suoi libri più pregevoli: The history of the Commonwealth of England (voll. 4, 1827-28). Nel 1833 il governo gli concesse la carica di yeoman usher dello Scacchiere.

Fonte principale per la vita del G. sono i suoi ricordi autobiografici e il diario, iniziato nel 1788, e proseguito con grande regolarità fino alla fine della sua vita (W. G., his Friends and Contemporaries, ed. C. Kegan Paul, voll. 2, 1876).

Opere: Oltre alle opere già ricordate il G. scrisse: Sketches oj history, in six sermons (1784); The Enquirer... a series of essays (1797); Memoirs of the author of a Vindication of the rights of Women' (ed. 1798, edite nuovam., Londra 1927); Antonio, tragedia in 5 atti (1800); Thoughts occasioned by... Dr. Parr's Spital sermon (1801); Life of Geoffrey Chaucer (1803); Essays on sepulchres (1809); Lives of Edward and John Philips, nephews and pupils of Milton (1815); Maudeville (1817); Of Population... in answer to Mr. Malthus (1820); Cloudesley (1830); Thoughts of Man (1831); Deloraine (1833); Lives oj the Necromancers (1834); Essays (1873).

Oltre le opere ricordate, si hanno di Mary Wollstonecraft: Original stories from real life (1788); A Vindication of the rights of Man (1790); Letters to Imlay (1879); Posthumous works (voll. 4, 1798).

Bibl.: P. Ramus, W. G. der Theoretiker des kommunistischen Anarchismus, 1907; H. Saitzeff, W. G. und die Anfänge des Anarchismus in XVIII. Jahrhundert, 1907; H. Simon, W. G. and Mary Wollstonecraft, 1909; Ford K. Brown, The life of W. G., 1926; E. R. Clough, A study of Mary Wollstonecraft, 1898; E.R. Pennell, Mary Wollstonecraft, G., 1885; G. R. S. Taylor, Mary Wollstonecraft. A study in economics and romance, 1911; H. R. James, Mary Wollstonecraft, 1932.