GLADSTONE, William Ewart

Enciclopedia Italiana (1933)

GLADSTONE, William Ewart

Luigi Villari

Uomo politico britannico, nato a Liverpool il 29 dicembre 1809, fu educato a Eton e a Christ Church (Oxford), dove si laureò nel 1831, e fin da giovane s'interessò alla politica con spiccate tendenze verso il partito Tory e la High Church. Trascorsi sei mesi in Italia, nel 1832 fu eletto deputato a Newark, nel primo parlamento dopo il Reform Bill. Il suo primo discorso fu una difesa dei padroni di schiavi nella Guiana, dove suo padre possedeva una piantagione. Nel 1834 entrò nel ministero del Peel come Junior Lord del Tesoro, poi come sottosegretario al Ministero delle colonie, ma cadde col Peel l'anno successivo. Il suo opuscolo The State in its Relations with the Church, in difesa della chiesa di stato, fu criticato nel famoso saggio del Macaulay. Nella campagna elettorale del 1841 il G. difese il dazio sul grano per la protezione dell'agricoltura, ma tornato il Peel al potere, il G. fu scelto come vicepresidente del Board of Trade, nella quale carica collaborò alla riforma doganale, dando prova di grande competenza in tale campo, e avvicinandosi al liberismo. Nel 1843 divenne presidente del Board of Trade, ma si dimise nel gennaio 1845. Con vertitosi il Peel definitivamente al libero scambio, il G. lo seguì e nel ministero ricostituito divenne ministro delle Colonie. Il ministero cadde sulle progettate misure repressive in Irlanda, e alle elezioni del 1847 il G. fu eletto deputato dell'Università di Oxford.

Il G., già venuto in Italia nel 1849, passò l'inverno del 1850 a Napoli, e, sebbene non simpatizzasse allora con la causa nazionale italiana, fu impressionato dagl'iniqui processi contro i patrioti napoletani. Tornato a Londra, scrisse la famosa lettera al Presidente dei ministri, Lord Aberdeen (7 aprile 1851), in cui denunciò gli orrori delle carceri borboniche. Nel luglio il G. pubblicò la lettera, facendola seguire da un'altra (l'una e l'altra subito tradotte in italiano), destando con esse enorme impressione, e alla Camera lo stesso ministro degli Esteri lord Palmerston difese l'azione del G. Per il momento i rigori contro i carcerati a Napoli furono intensificati, ma alcuni anni dopo il re Ferdinando ne liberò 65 che, destinati alla deportazione in America, riuscirono invece a sbarcare in Irlanda. Il G. manifestò il suo interessamento alla questione italiana, traducendo Lo Stato romano dal 1815 al 1850 di L. C. Farini, e con una lettera al Manning (26 gennaio 1851), in cui espresse il parere che il potere temporale del Papa fosse condannato a sparire.

Nel dicembre 1852 gli attacchi del G. al bilancio fecero cadere il ministero Derby; e tornato al potere Lord Aberdeen con un ministero di Whigs, radicali e seguaci del defunto Peel, il G. vi entrò come cancelliere dello Scacchiere. Il 18 aprile 1853 presentò il suo primo bilancio, che fu ritenuto un capolavoro di sapienza finanziaria. Egli proponeva una graduale riduzione dell'income-tax e l'estensione dell'imposta sulle successioni alla proprietà immobiliare; ma i suoi progetti furono interrotti dalla guerra di Crimea (28 marzo 1854) ed egli, non volendo ricorrere a prestiti, dovette aumentare le imposte. Il futuro pacifista cercò di difendere la politica di guerra del governo, sostenendo che questa era stata dichiarata non per appoggiare la Turchia, ma per mantenere l'equilibrio europeo e il diritto pubblico offeso e per combattere le ambizioni dell'autocrazia russa. Dopo che nei 1855 Lord Palmerston era succeduto al Derby, G. si dimise e alla conclusione del trattato del 1856 asserì essere pericolosa la dichiarazione di neutralità del Mar Nero.

Nel febbraio 1858 il G. appoggiò la mozione di Milner Gibson e Bright contraria al progetto di legge per le misure repressive contro coloro che cospiravano contro governi esteri, proposto dal Palmerston dopo l'attentato di F. Orsini contro Napoleone III; e poiché la mozione fu approvata, il Palmerston si dimise. Succedutogli Lord Derby, questi invitò il G. a entrare nel ministero, ma egli vi si rifiutò. Nel 1859 gli fu affidata una missione nelle Isole Ionie per indagare sulle cause del malcontento contro il protettorato britannico. Vi si recò in qualità di Alto Commissario, e mentre la popolazione chiedeva l'annessione alla Grecia, il G. non proponeva se non riforme costituzionali; ma fu in base alla sua relazione che il Governo britannico cedette le isole alla Grecia nel 1863.

Caduto il ministero Derby, fu sciolta la Camera. Costituitosi un ministero liberale sotto Palmerston, il G., che si stava sempre più avvicinando ai liberali, accettò di entrare come cancelliere dello Scacchiere, azione che fu severamente giudicata.

In occasione degli avvenimenti italiani del 1859-60, il G. vide con piacere la sconfitta austriaca, ma non approvò l'idea dell'unità d'Italia; fece tuttavia onorevole ammenda in un discorso pronunziato nel 1862. Suo primo atto di governo fu la conclusione di un trattato di commercio su basi liberiste con la Francia, e da questa ebbe origine il suo bilancio del 1860. Abolì i dazî d'importazione su 371 articoli e portò l'imposta sul reddito a 10 pence. Durante la guerra di secessione americana il G. si espresse in senso favorevole al diritto del Sud di staccarsi dalla Federazione, ciò che provocò un incidente diplomatico con gli Stati Uniti.

Alle elezioni del 1865 G. fu battuto a Oxford, ma eletto nel Lancashire. Morto Lord Palmerston, assunse la presidenza Lord Russell e G. divenne leader nella Camera. Approvato dopo ardua lotta alla Camera il progetto del G. sull'allargamento del suffragio, il ministero fu sconfitto su un progetto per il rimaneggiamento dei collegi elettorali e si dimise nel giugno 1866. G. divenne leader dell'opposizione e successe al Russell dopo le sue dimissioni come capo del partito liberale. Nel febbraio 1868 Disraeli successe a Derby come primo ministro, ma era in minoranza al parlamento. Il G. si era convinto che una soluzione della questione religiosa nell'Irlanda cattolica sarebbe stata un primo passo verso una conciliazione politica; se non che, un progetto di separazione approvato dalla Camera era stato respinto dai Lord, e alle elezioni del novembre 1868 i liberali ottennero una forte maggioranza e il 4 dicembre G. formò il suo primo ministero. Presentò subito un nuovo progetto di separazione che dopo ardua lotta fu approvato nel 1869. Nel 1870 il G. fece approvare una legge agraria che dava ai fittavoli irlandesi maggiori garanzie e accordava loro dei crediti per l'acquisto delle terre. Fu autore d'importanti riforme nella carriera dell'amministrazione civile, che rese accessibile a tutti mediante concorso, e dell'istruzione elementare, facendo approvare, malgrado l'ostilità di molti anglicani e di alcuni gruppi non-conformisti, il progetto del Forster, che è tuttora la base del sistema educativo inglese. Con la legge sul segreto del voto, approvata nel 1872, fu completato il sistema di riforme elettorali. Rese accessibili le lauree e gl'incarichi universitarî a tutti senza distinzione di confessione; nel campo della politica estera acconsentì che il conflitto circa l'Alabama con gli Stati Uniti fosse deferito ad arbitrato, e questo fu il primo arbitrato di reale importanza. Il suo progetto per una università aconfessionale in Irlanda incontrò viva opposizione, anche da parte del clero cattolico irlandese, e fu respinto per tre voti, onde il ministero si dimise (marzo 1873); ma al rifiuto di Disraeli di formarne uno nuovo, il G. rimase al potere e risolse il problema universitario irlandese, abolendo i tests religiosi per l'ammissione. Ma la sua situazione era scossa, e nel gennaio 1874 sciolse la Camera. Alle elezioni trionfarono i conservatori e Disraeli divenne capo del governo. L'anno seguente il G. si dimise da capo del partito liberale e gli successe Lord Hartington.

Nel 1876 il G. s'indignò vivamente delle stragi turche in Bulgaria. Scoppiata la guerra turco-russa nel 1877, Disraeli si mostrò disposto ad appoggiare la Turchia, ritenendo che lo sfacelo dell'Impero Ottomano a profitto della Russia fosse un pericolo per la Gran Bretagna. Il G. invece presentò una mozione alla Camera condannando la Turchia per aver mancato agl'impegni assunti nel 1856 e proponendo un intervento europeo, mozione che fu respinta. Nel 1878 la Turchia chiese l'intervento britannico e il governo di Londra decise l'invio della flotta ai Dardanelli, ma il 3 marzo essa fu costretta a firmare il trattato di S. Stefano con la Russia vittoriosa, mentre il G. continuò a condannare la politica turcofila del Disraeli, ciò che rese il capo liberale assai impopolare. Intanto fu convocato il congresso di Berlino, dove un nuovo trattato fu sostituito a quello di S. Stefano. Quando l'accordo fu discusso ai Comuni, il G. lo criticò severamente in quanto aveva trascurato le aspirazioni elleniche, e disapprovò pure la convenzione segreta anglo-turca per Cipro e la politica indiana del Governo.

Nel 1879 il G. iniziò la sua celebre campagna elettorale nel Midlothian, in cui protestò contro l'annessione del Transvaal. Scioltasi la Camera nel marzo 1880, i liberali riportarono un notevole trionfo e lord Hartington fu incaricato di formare il ministero, ma si ritirò in favore del G., che tornò al potere come primo ministro e cancelliere dello Scacchiere. Il nuovo ministero si trovò di fronte a una grave situazione in Irlanda e nel 1881 presentò varî progetti per tutelarvi la sicurezza, ma l'ostruzionismo dei deputati irlandesi fu vinto solo con la loro espulsione dalla Camera.

Alla fine del 1880 era scoppiata una ribellione nel Transvaal, e il G. iniziò trattative coi Boeri, che non furono interrotte neanche in seguito alla sconfitta delle truppe britanniche a Majuba (27 febbraio 1881), anzi il G. volle concedere ai Boeri piena autonomia, conservando solo l'alta sovranità della Regina sul Transvaal. Questa soluzione fu severamente biasimata in Inghilterra e creò una situazione che portò poi alla seconda guerra sud-africana nel 1899.

G. fece approvare un nuovo progetto di riforma agraria per l'Irlanda, creando un tribunale speciale per stabilire gli affitti e facilitare l'acquisto delle terre. Continuando i disordini nell'isola dopo l'arresto di C. S. Parnell e degli altri capi dell'agitazione irlandese, i quali dal carcere di Kilmainham lanciarono un manifesto invitante i fittavoli a non pagare gli affitti, la Land League (lega agraria) fu disciolta e i presidi militari in Irlanda rinforzati. Il 7 febbraio 1882 il deputato irlandese Smyth propose una mozione a favore del Home Rule (autonomia interna) per l'Irlanda, e il G., con grande sopresa della Camera, non vi si dichiarò contrario in massima e poco dopo fece liberare il Parnell e i suoi colleghi. L'11 il governo presentò un nuovo progetto sulla pubblica sicurezza in Irlanda e un altro di carattere conciliativo sugli arretrati di affitto. In seguito ai gravi disordini scoppiati in Egitto il G. inviò la flotta ad Alessandria, dove i forti furono bombardati, e subito dopo un corpo di spedizione per domare la rivolta militare capitanata da Arabi Pascià. Questi fu presto sconfitto e così s'iniziò la occupazione britannica dell'Egitto. Quando nel 1884 scoppiò una rivolta nel Sūdān, il Governo britannico persuase quello egiziano a evacuare la regione, e il generale Gordon fu inviato a Khartum per eseguire questo disegno, ma si trovò ben presto assediato dai ribelli guidati dal Mahdī, e in Inghilterra si reclamò l'invio d'una spedizione per liberarlo. Il G. esitò a lungo, non volendo assumere nuove responsabilità, e non vi si decise che nell'autunno. I liberatori arrivarono troppo tardi, quando el-Khartum era caduta e il Gordon ucciso. Vi fu, contro il G. ritenuto moralmente responsabile della morte dell'eroe popolare, uno scoppio d'indignazione non attenuata dalla debole difesa che egli fece alla Camera nel febbraio 1885.

Il Ministero fu battuto nel giugno 1885 sul bilancio, avendo 39 Irlandesi votato contro di esso, e il G. dovette cedere il potere a lord Salisbury; indette nel novembre le nuove elezioni, il G. durante la campagna elettorale parlò della necessità d'una larga autonomia per l'Irlanda, ma sempre compatibilmente con l'unità del Regno. Il 26 gennaio 1886 il ministero Salisbury fu battuto, avendo gl'Irlandesi votato coi liberali, e gli succedette un nuovo ministero G. In aprile il G. presentò un progetto a favore del Home Rule e un altro che provvedeva all'acquisto dei latifondi in Irlanda e alla loro ripartizione tra i fittavoli. Le discussioni furono agitatissime, e alcuni ex-liberali, come il Chamberlain e il Hartington, furono fra i più accaniti oppositori. Il 7 giugno, malgrado l'eloquente difesa del G., il progetto fu respinto. Sciolta la Camera furono eletti 316 conservatori, 78 liberali secessionisti (detti poi liberali unionisti), 191 liberali gladstoniani e 85 Home Rulers. Il 20 luglio il ministero si dimise e tornò al potere Lord Salisbury. Alleato ora con gl'Irlandesi, il G. continuò la sua campagna per il Home Rule, condannando le misure repressive del governo. Mai fu più vivace la lotta politica in Inghilterra e mai più acuto l'odio politico. Nel 1890 scoppiò uno scandalo nel gruppo irlandese, essendo stato il Parnell colto in flagrante adulterio. Sempre severo tutore della moralità, il G. lo invitò a dimettersi da capo del gruppo, ciò che portò a una scissione fra i nazionalisti irlandesi.

Alle elezioni del 1892 la coalizione liberale-irlandese venne al potere con lieve maggioranza e il G. presentò un nuovo progetto per il Home Rule analogo al primo, salvo per la clausola con cui i deputati irlandesi avrebbero potuto votare nel parlamento di Londra sulle questioni non puramente britanniche. Il progetto fu votato alla Camera ma respinto dai Lord. Il 3 marzo 1893 il G., ormai più che ottantenne, si ritirò dal governo; rimase deputato fino alle elezioni del 1895, ma si dedicò principalmente a lavori letterarî. Si era sempre interessato alle questioni ecclesiastiche, ed ebbe allora una curiosa polemica col papa Leone XIII sulla validità delle ordinazioni sacerdotali anglicane. Dopo breve malattia, morì nella sua proprietà di Hawarden il 19 maggio 1898. Fu sepolto nell'abbazia di Westminster, dove gli fu eretto un monumento.

Il G. aveva pubblicato parecchi articoli su soggetti politici, letterarî e religiosi, che furono riuniti in 8 volumi col titolo di Gleanings. Gli Studies on Homer and the Homeric Age (voll. 3, 1858) mostrano vasta e minuta conoscenza dei poemi omerici, ma hanno scarso valore filologico e storico. Era appassionato cultore di Dante, e tradusse in inglese le odi d'Orazio.

È difficile riassumere i tratti di un carattere così vario. Nel campo finanziario il G. fu senza rivali nella lunga teoria degli uomini di stato e di finanza britannici. Rigido tutore dell'erario, intransigente nell'esigere la massima regolarità nell'amministrazione, riuscì col suo tipo di eloquenza a interessare il pubblico ai problemi finanziarî. Secondo Lord Morley, la sua gloria maggiore consisté "nel potere pratico e tenace con cui apriva nuove vie e faceva sì che le sue dottrine superassero una lunga serie di ostacoli". Come oratore affascinava parlamenti, comizî e pubblico intellettuale, sebbene i suoi discorsi quando sono letti perdano molto della loro efficacia. Variò spesso le sue opinioni politiche, e almeno la sua rapida conversione all'idea del Home Rule per l'Irlanda lo fece tacciare di opportunismo; ma bisogna riconoscere che fu il primo uomo di stato inglese che avesse studiato a fondo e con simpatia il problema irlandese. Contribuì a promuovere la soluzione pacifica dei conflitti internazionali, e non esitava, quando riteneva che il suo paese fosse nel torto, a dirlo, ciò che gli valse l'accusa di antipatriottismo.

Bibl.: Lo studio più completo sul G. è quello del suo amico e collega John (visconte) Morley, Life of Gladstone, voll. 3, Londra 1903. Vedi poi: Lord A. J. Rosebery, G.: a Speech, Londra 1902; G. W. E. Russell, W. E. G., Londra 1891; H. W. Lucy, The Rt. Hon. W. E. G., Londra 1895; L. A. Tollemache, Talks with Mr. G., 1898; H. Paul, Life of W. E. G., Londra 1901; Mrs. Drew (figlia del G.), Mr. Gladstone's Library, 1906; id., some Hawarden Letters, 1917; B. Zumbini, W. E. G. nelle sue relazioni con l'Italia, Bari 1914.