LEHMANN, Wilhelm

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

LEHMANN, Wilhelm

P. Ch.

Scrittore tedesco, nato a Puerto Cabello (Venezuela) il 4 maggio 1882. Ha seguìto i corsi liceali ad Amburgo e ha poi studiato lingue moderne, scienze naturali e filosofia nelle università di Tubinga, Strasburgo, Berlino e Kiel, qui addottorandosi in lettere (1905); della sua vita ha scritto in Mühe des Anfangs (1952). Ha svolto quindi una multiforme attività pedagogica in sedi diverse, intraprendendo in seguito lunghi viaggi in Europa.

Narratore subito apprezzato dalla critica (cfr. i romanzi Der Bilderstürmer, Berlino 1917; Die Schmetterlingspuppe, ivi 1918; Weingott, Treviri 1921; Ruhm des Daseins, 1953; e i racconti Die Hochzeit der Aufrührer, Berlino 1934; Verführerin, Trösterin, Heidelberg 1947), è però soprattutto ai versi che deve la fama di maggiore lirico della Germania dopo Benn. La nota fondamentale della poesia lehmanniana è il gusto per la natura, ben visibile nella raccolta Antwort des Schweigens (Berlino 1935 e 1951), annodata intorno alla vocazione che l'autore sente alla contemplazione estatica del creato: il gusto per il mondo animale e vegetale che nell'incontro con l'uomo si anima di una sua suggestiva esistenza (Der grüne Gott, Berlino 1942), popolato sovente di divinità, ora pagane ora romantiche (si veda la silloge Überlebender Tag, 1954), in singolare contrasto con la scientifica esattezza e la precisione manualistica che L. impiega nel definire la scena naturale che fa da cornice. Donde l'impressione di quella "grazia esatta" di cui si è parlato a proposito di questa poesia (si veda ora la raccolta rappresentativa Meine Gedichtbücher, 1957), e il nascere a poco a poco di una nuova, moderna Arcadia, di un'Arcadia dell'età scientifica, di una serenità e limpidezza conquistate attraverso un'adesione profonda alla natura. La dimensione più autentica della realtà, infatti, è per L. la natura nella sua immediatezza, nella vivacità del suo contatto spontaneo con l'uomo; l'esperienza più semplice e umile è per altro un modo per prender contatto con l'immensità e poeticità del creato.

Tutti questi motivi si riflettono anche nel vol. Bewegliche Ordnung (1947 e 1956), raccolta di saggi per lo più brevi a metà strada fra la interpretazione critica e la ricreazione fantastica, fra l'analisi e la "memoria", nel Bukolisches Tagebuch aus den Jahren 1927 bis 1932 (Fulda 1948) e nella raccolta di scritti critici e di "poetica" Dichtung als Dasein (1956).

Bibl.: O. Loerke, in Zeitgenossen aus vielen Zeiten, Berlino 1925 (poi in Gedichte und Prosa, II, Francoforte sul Meno 1958, n. 546-551); M. Heimann, in Nachgelassene Schriften, ivi 1926; C. Hohoff, in Geist und Ursprung, Monaco 1954; H. Bruns, W.L. Sein Leben und Dichten, in Jahrbuch der Heimatgemeinschaft des Kreises Eckernförde, XV (1957), pp. 7-108 (con bibl.); R. Hagelstange, Rede auf W. L. zu seinem 75. Geburtstag, in Jahrbuch der Deutschen Akademie für Sprache und Dichtung, Darmstadt 1958, pp. 13-14; K. Krolow, ibidem, pp. 130-138; K. Schwedhelm, "Von nichts als vom Gedicht beschützt...". Zum 75. Geburtstag von W. L., in Deutsche Rundschau, LXXXIII (1957), pp. 505-508; P. Hühnerfeld, in Das Einhorn. Jahrbuch der Freien Akademie der Künste in Hamburg, 1957, pp. 173-178; P. Härtling, Fabelzeit W. L., in Zeilen zuhaus, Pfullingen 1957, pp. 23-30; J. Edtfeld, in Utblick, 1958, pp. 28-34; F. Lennartz, Deutsche Dichter und Schriftsteller unserer Zeit, 8ª ed., Stoccarda 1959, pp. 439-442.

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