DILTHEY, Wilhelm

Enciclopedia Italiana (1931)

DILTHEY, Wilhelm

Cecilia Motzo Dentice di Accadia

Filosofo e storico della filosofia, nato a Biebrich (Renania) il 19 novembre 1833 e morto a Siusi (Bolzano) il 3 ottobre 1911. Insegnò successivamente nelle università di Basilea, Kiel, Breslavia e Berlino.

La sua opera principale è la Einleitung in die Geisteswissenschaften (Lipsia 1883). Le scienze dello spirito (egli affermava contro il positivismo allora dominante) costituiscono un complesso per sé stante, affatto distinto dalle scienze della natura, e che deve poggiare su una scienza fondamentale: non la metafisica, che considera come assoluto e universale un singolo momento dell'esperienza interiore, ma la psicologia, intesa come scienza dell'esperienza interna. Le molte opere storico-filosofiche del D. (sulla concezione del m0ndo e dell'uomo dal Rinascimento e dalla Riforma in poi, su Schleiermacher, sulla giovinezza di Hegel, ecc.) conducono fino all'età contemporanea quella linea, insieme sistematica e storica, che, con l'intento di dimostrare la potenza e la decadenza della metafisica, egli aveva nell'Introduzione tracciato soltanto circa l'età antica e il Medioevo, e segnano nel campo della storiografia filosofica dell'Ottocento un'orma assai notevole. In quanto teorico il D. ha il merito di aver criticato alcune posizioni del positivismo, contrapponendo ad esse una concezione delle scienze storiche assai più viva e vitale. La realtà storica e sociale ha radice nell'individuo: lo storico deve quindi rivivere e rivalutare il documento esterno in un sempre più profondo e interno Erlebnis. Ma la "critica della ragione storica", che egli ideava come complemento della kantiana critica della ragione pura, e che lasciò soltanto in abbozzo, sovrappone al motivo dell'Erlebnis un pesante schematismo di categorie storiche da essa dedotte non senza artifizio. E la sua fenomenologia è agnostica rispetto alla realtà in sé, mentre crede all'esistenza del mondo esterno, fenomenico, solo perché la esige tutto il nostro Io, quella "unità vitale" (Lebenseinheit) che il D. rivendica insistentemente contro l'intellettualismo di Locke, Hume e Kant.

Bibl.: A. Stein, Der Begriff des Verstehens bei Dilthey, 2ª ed., Tubinga 1926; Schaidnagl, Diltheys Verhältnis zur Geschichte, Berlino 1928; Landgrebe, W. D.s Theorie der Geisteswissenschaften, in Jahrb. für Philosophie und phänomenologische Forschung, IX (1928); G. De Ruggiero, Note sulla più recente filosofia europea, in La Critica, 1930.

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