VOLTOMETRO

Enciclopedia Italiana (1937)

VOLTOMETRO (o Voltmetro o Voltimetro)

Bruno Pontecorvo

È uno strumento atto a misurare la differenza di potenziale elettrico o tensione tra due punti (v. elettriche, misure).

Generalmente i voltometri indicano il valore della differenza di potenziale in studio sopra una scala direttamente graduata in volt o frazioni di volt. I voltometri sono sempre connessi in parallelo sui punti tra cui si vuol misurare la differenza di potenziale; per non produrre una perturbazione sul valore della differenza di potenziale in studio, essi devono evidentemente avere una grandissima resistenza, in modo che la corrente elettrica che li attraversa sia molto piccola.

I voltometri possono dividersi, a seconda del principio su cui essi sono basati, in due classi: voltometri elettrostatici e voltometri consumatori di corrente.

Voltometri elettrostatici. - Sono in sostanza degli elettrometri di tipo industriale; sono quindi basati sul principio che due conduttori posti a potenziale differente si attraggono con una forza che varia come il quadrato della differenza di potenziale.

Tali voltometri sono molto usati per le misure di alte differenze di potenziale, per es., al disopra di alcune centinaia di volt; essi presentano il grande vantaggio di non assorbire corrente. Inoltre i voltometri elettrostatici sono ugualmente indicati per misure di differenze di potenziale continue o alternate.

Voltometri consumatori di corrente. - Essi sono sostanzialmente dei galvanometri di alta resistenza che, misurando l'intensità di corrente che li attraversa, indicano direttamente su una scala la differenza di potenziale tra i due punti tra cui essi sono inseriti.

Se r è la resistenza interna (grandissima) del galvanometro e i l'intensità di corrente che lo attraversa, il prodotto r • i dà, per la legge di Ohm, il valore della differenza di potenziale in studio.

Si comprende come l'apparecchio possa venire tarato in modo da indicare, invece che il valore di i, quello di r • i.

Per le misure di tensioni alternate abbastanza elevate (per es., 1500 volt) si è già detto che sono usatissimi i voltometri elettrostatici; questi sono quasi indispensabili per misure di tensioni alternate elevatissime (per es., > 10.000 volt).

Per misure di tensioni alternate non molto elevate si usano voltometri consumatori di corrente, costituiti da un amperometro per corrente alternata (per es., a filo caldo) provvisto di una forte resistenza addizionale, puramente ohmica; il principio del funzionamento è lo stesso che negli analoghi voltometri per corrente continua.