Vivere insieme

Enciclopedia dei ragazzi (2004)

Vivere insieme

Ermanno Detti

Grandi e piccole comunità

Gli uomini tendono a vivere insieme. Formano così grandi e piccole comunità. Grandi comunità sono una città o un intero Stato. Piccole comunità sono la famiglia, la scuola, i gruppi di volontariato.

Una grande comunità: lo stato

C'era una volta un re. Così cominciano molte fiabe. Il re era, e in qualche caso è ancora, il capo di uno Stato. Egli ha la responsabilità di governare i sudditi e amministrare il paese. Per fare ciò ha al suo fianco alcune persone che lo aiutano: i ministri. In passato era quasi sempre il re a nominare i ministri e il capo del governo.

Oggi gli Stati non sono più strutture semplici come quelle dei tempi antichi. La loro organizzazione è più articolata e complessa, come quella che caratterizza lo Stato italiano. Nel nostro Paese il re c'è stato fino al 1946, quando gli Italiani decisero, con un referendum, di darsi una forma diversa di Stato. Nacque così la Repubblica italiana, cioè la grande comunità in cui noi Italiani viviamo.

La famiglia

La famiglia è l'istituzione fondamentale della vita sociale, cioè della comunità. In senso stretto la famiglia è formata da persone che hanno tra loro rapporti di parentela (padri, madri, figli, nonni, ecc.). I membri di una famiglia generalmente convivono, ma questo non è strettamente necessario perché la famiglia esista: si può vivere lontani migliaia di chilometri e, malgrado ciò, interessarsi attivamente gli uni degli altri. Per esempio si può contribuire al reciproco sostentamento, come accade a molti immigrati che vengono a lavorare in Italia lasciando i figli nei luoghi d'origine.

Negli ultimi decenni il concetto di famiglia si è allargato alle coppie non sposate con o senza figli, ai nuclei familiari con bambini in affidamento, e, in qualche paese, alle coppie omossessuali. La famiglia come comunità dunque percorre tutta la storia dell'umanità e le sue forme sono mutevoli. è all'interno della famiglia che i bambini hanno le loro prime esperienze: imparano a parlare, a camminare e a comunicare, ricevono e imparano a dare aiuto, apprendono che per vivere con gli altri occorre rispettare certe regole e che in alcuni casi occorre ubbidire a un'autorità.

La scuola

I bambini vanno a scuola non solo perché l'istruzione che si può ricevere in casa non è sufficiente per vivere nel mondo di oggi, ma anche perché la scuola costituisce la prima fondamentale istituzione nella quale si realizzano le esperienze sociali di un bambino. Quindi la scuola è istruzione perché fa imparare tante cose, ma è anche comunità educante e momento di forte aggregazione tra giovani e tra giovani e adulti.

Nei paesi sviluppati, e in particolare in Italia, andare a scuola è un diritto ma anche un dovere, sancito dalla legge.

Al lavoro

Di regola i genitori, e spesso anche i nonni, lavorano. C'è chi lavora in fabbrica, chi in ufficio, chi nei campi. La Costituzione italiana, cioè la legge fondamentale del nostro Stato, riconosce il lavoro come un diritto e un dovere insieme: nel momento in cui si svolge un lavoro che è utile alla società e al tempo stesso gratifica colui che lo compie, si realizza proprio quello che la nostra Costituzione prevede e afferma a proposito del lavoro.

Il lavoro permette al cittadino di inserirsi pienamente nella società. Lavorare significa anche confrontarsi e collaborare con gli altri, associarsi, progettare insieme.

Don Milani

Don Milani era un sacerdote. Inviato a Barbiana, piccolo villaggio toscano, scoprì che lì le famiglie erano povere e i ragazzi andavano poco a scuola: per questo spesso venivano bocciati. Don Milani fondò una scuola diversa, una comunità, un luogo dove i ragazzi potevano trascorrere tutto il giorno. Insieme ai suoi allievi don Milani scrisse un libro, Lettera a una professoressa, nel quale spiegò il suo metodo di insegnamento basato sullo studio impostato sulla scuola a tempo pieno e praticato attraverso un'educazione e una vita in comune.

Le regole e i diritti elementari

Per vivere insieme occorrono regole. Le regole sono utili per rispettare le esigenze degli altri e perché gli altri rispettino le nostre. Proprio dalla necessità di garantire questo rispetto reciproco nascono i doveri e i diritti

Le norme del vivere insieme

Ognuno di noi osserva le norme o le regole più semplici senza farci caso. I genitori, infatti, insegnano ai figli fin da piccoli alcune elementari norme di comportamento: mettersi a tavola o andare a dormire a una certa ora, bussare prima di entrare nella camera di qualcuno, rispettare l'ora in cui si deve tornare a casa. Senza queste regole in casa ci sarebbe confusione e viverci sarebbe più difficile per tutti. A volte può capitare di litigare con qualche familiare, per esempio su quale programma vedere alla televisione. In questo caso è necessario fare scelte e compromessi che mettano tutti d'accordo.

Anche fuori casa le regole riguardano perlopiù il rapporto tra le persone. Le regole più consuete, seguite per abitudine da tante persone, sono le regole consuetudinarie. Sono quelle che stabiliscono il buon comportamento, come essere gentili e agevolare gli altri: si applicano, per esempio, quando si sale su un mezzo pubblico, o quando si fa la fila in banca. Accanto a queste regole di cortesia, ci sono le regole prescrittive, cioè quelle che tutti sono obbligati a rispettare. Come le regole di buon comportamento, anche quelle prescrittive riguardano la nostra vita e quella degli altri. La differenza sta nel fatto che se non rispettiamo le norme di buon comportamento rischiamo soltanto di sembrare maleducati, se invece non rispettiamo quelle prescrittive possiamo incorrere in una pena. Le regole prescrittive di solito sono espresse per iscritto nella forma di leggi o di regolamenti.

Diritti e doveri

I diritti e i doveri nascono dalla necessità del rispetto reciproco tra le persone. Se per esempio a scuola un nostro compagno ha fatto dei buchi nel banco e non riusciamo a scrivere, capiamo che non ha avuto rispetto per noi e per le cose che anche noi usiamo. Allora proviamo dispiacere e risentimento, perché quel nostro compagno ha leso un nostro interesse legittimo, quello di scrivere, e un diritto di tutti a che il banco possa essere ben utilizzato.

Basta un po' di buonsenso per capire che dobbiamo rispettarci gli uni con gli altri e avere cura delle cose che sono di uso comune. Per questo è dovere di tutti i cittadini tenere pulita una città, non sporcare un muro o non danneggiare la carrozza di un treno. È anche dovere dei cittadini pagare le tasse, che servono allo Stato per dare a essi i servizi di cui hanno bisogno, dalla scuola alle medicine in caso di malattia.

D'altra parte ognuno di noi ha i suoi diritti. Ogni bambino ha il diritto di essere nutrito e vestito, di ricevere un'istruzione e cure mediche quando ne ha bisogno. Gli adulti hanno diritto di lavorare e di percepire uno stipendio e così via. Ognuno poi ha diritto alla libertà, cioè a esprimere il proprio pensiero, a spostarsi, a viaggiare, a unirsi alle altre persone per formare gruppi e comunità. Naturalmente ciascuno, nell'avvalersi della propria libertà, non deve ledere quella degli altri.

Che cosa è il codice della strada?

Quando circoliamo per la strada, tutti noi, pedoni, automobilisti o ciclisti, dobbiamo rispettare le norme del Codice della strada, che faremmo bene a conoscere. Per attraversare dobbiamo camminare sulle strisce e aspettare il nostro turno, cioè il semaforo verde. Lo stesso deve fare chi è alla guida di un qualunque veicolo. Se non lo facciamo, potremmo causare qualche incidente e fare del male a noi stessi e agli altri. Il Codice della strada è un insieme di regolamenti prescrittivi che servono a mantenere ordinata e sicura la circolazione nelle nostre strade, e che vale dai TIR alle biciclette, pedoni compresi.

Organizzazione di una città

Poco più di cento anni fa per avere l'acqua in casa bisognava andarla a prendere alla fonte; per fare luce si usavano le candele o i lumi. Oggi l'acqua esce dai rubinetti, per la luce basta premere un interruttore. Com'è stato possibile? Chi ha portato questi beni nelle nostre case?

I servizi

In una città vivono milioni di persone, in un piccolo paese migliaia. Poche o tante che siano, queste persone hanno bisogno di servizi, cioè di tutto ciò che è necessario per la vita di tutti i giorni, come l'acqua, la luce, il gas, l'autobus, il cassonetto dei rifiuti . Nel sottosuolo di tutte le città, anche dei paesi più piccoli, si intrecciano fili del telefono e della luce, tubi dell'acqua o del gas, fogne e così via. Tutte queste cose hanno bisogno di manutenzione, cioè di essere controllate affinché siano efficienti. Per esempio, se si rompe un tubo dell'acqua nel sottosuolo bisogna ripararlo immediatamente, altrimenti nelle case di molte persone l'acqua non arriva più e il tubo rotto può provocare pericolosi allagamenti. Di tutto ciò si occupano alcune istituzioni, chiamate genericamente enti locali, quali il Comune, la Provincia, la Regione e, in futuro, le Città metropolitane.

Il comune

Una grande città, un piccolo paese o anche un territorio in campagna, insomma tutte le singole zone del nostro Stato, sono amministrati da persone a cui i cittadini, attraverso le elezioni comunali, hanno affidato il compito di governare. Chi governa deve fornire i servizi necessari alla popolazione e vigilare affinché quei servizi siano ben funzionanti.

Il sindaco sta alla guida del Comune. Per svolgere i suoi compiti è aiutato da alcune persone di sua scelta, gli assessori, che si occupano dei vari settori in cui è organizzata la vita di una città, come i trasporti, gli acquedotti, lo smaltimento dei rifiuti, la cultura. È inoltre compito del sindaco controllare che le leggi che regolano la vita del Comune vengano rispettate. Per esempio, il Comune si avvale dei vigili urbani che controllano il traffico. Naturalmente il sindaco, per garantire questi servizi, ha bisogno di denaro: per questo il Comune impone tasse e riceve contributi dallo Stato.

Gli altri enti più grandi

Ci sono comuni grandi, come quello di Roma o quello di Milano, e comuni piccoli, come quelli di alcuni paesi di montagna. Ogni Comune, Regione o Provincia ha i suoi confini. Più comuni insieme costituiscono le Province o le Aree metropolitane, più Province insieme formano le Regioni.

Ognuno di questi enti ha il suo presidente, posto alla guida dell'amministrazione del territorio, che si avvale della collaborazione di assessori di sua fiducia. Anche questi enti possono imporre tasse ai cittadini o ricevere denaro dallo Stato. A differenza dei Comuni e delle Province, le Regioni hanno una propria attività legislativa, relativa alle principali questioni di interesse regionale. In più le Regioni hanno competenze in molti campi di rilevante valore sociale, quali l'assistenza sanitaria e la formazione professionale. Negli ultimi tempi sta acquistando sempre più importanza il decentramento dello Stato, cioè l'affidamento di molte competenze, che prima erano dello Stato centrale, alle Regioni e agli altri enti locali.

Come si elegge il sindaco?

Ogni quattro anni i cittadini che risiedono in un Comune e che hanno compiuto i diciotto anni sono chiamati a eleggere il loro sindaco scegliendo tra diversi candidati. Nei comuni con più di 15.000 abitanti per essere eletto sindaco non basta ottenere più voti degli altri candidati. Il candidato sindaco deve ottenere la maggioranza assoluta (50% più un voto) dei votanti. Se non la ottiene subito si va al ballottaggio, un secondo turno elettorale, a cui partecipano solo i due candidati più votati al primo turno. A quel punto viene eletto chi ottiene più voti.

Cittadini e Stato

Il mondo oggi è diviso in circa 200 Stati. I cittadini di uno Stato hanno il dovere di collaborare al funzionamento complessivo della società. Per farlo è necessario che conoscano le principali leggi dello Stato, e, in particolare, là dove è stata emanata, la Costituzione.

Lo Stato e la Costituzione

Gli enti locali governano una parte piccola dello Stato. Ma cos'è lo Stato? È un'istituzione che governa i propri cittadini all'interno di un territorio delimitato da confini. Territorio, cittadini e governo sono dunque gli elementi fondamentali dello Stato: basta che uno di questi tre elementi venga a mancare e lo Stato non esiste più.

Oggi quasi ogni Stato del mondo ha la sua Costituzione, cioè una raccolta di regole fondamentali da cui deriva la sua organizzazione. Le altre leggi dello Stato (le leggi ordinarie), che sono migliaia, non devono contrastare con la Costituzione: in caso contrario sono dichiarate incostituzionali e perdono efficacia.

Le costituzioni cambiano da uno Stato all'altro perché alcune norme che contengono sono ispirate a esigenze e ideali specifici di un determinato popolo.

La Costituzione italiana

La Costituzione italiana è composta di 139 articoli, più 18 disposizioni transitorie e finali. È stata elaborata subito dopo la Seconda guerra mondiale dall'Assemblea costituente.

La nostra Costituzione è entrata in vigore il 1° gennaio 1948. In essa sono contenuti tutti i principi fondamentali e gli ideali in cui il nostro popolo crede. E gli ideali e le aspirazioni sono importanti perché costituiscono i principi essenziali e gli obiettivi che un popolo si propone di raggiungere: l'uguaglianza di tutti i cittadini, la libertà di pensiero, di religione e di parola, il diritto al lavoro, all'istruzione, il rifiuto della guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali.

La Costituzione italiana, nel corso degli anni e anche recentemente, è stata in qualche parte modificata dal Parlamento. Il procedimento di modifica di articoli della Costituzione è più complesso di quello previsto per l'approvazione delle leggi ordinarie. Invece, la valutazione se una legge (o alcuni suoi articoli) sia o no in contrasto con la Costituzione è affidata alla Corte Costituzionale formata da 15 giudici nominati in numero uguale dal presidente della Repubblica, dal Parlamento e dalla Magistratura.

La divisione dei poteri

La nostra Costituzione regola l'organizzazione o, meglio, l'ordinamento dello Stato. Il nostro ordinamento è quello di uno Stato moderno, formato da tre organismi diversi, che esprimono tre poteri diversi e autonomi: il Parlamento, che fa le leggi; il Governo, che le applica e vigila affinché vengano rispettate; la Magistratura, che amministra la giustizia, per esempio punendo chi viola le leggi stesse.

La divisione dei poteri principali dello Stato è stata voluta dalla nostra Costituzione per garantire il cittadino dalle ingiustizie. In passato nei regimi non democratici, come per esempio nella monarchia assoluta, il re aveva influenza, diretta o indiretta, su tutti i poteri: quello legislativo, quello esecutivo, quello giudizario.

Il presidente della Repubblica

Il 'custode' della Costituzione è il presidente della Repubblica, che è il capo dello Stato. Tutte le nuove leggi debbono essere firmate dal presidente della Repubblica e se questi ritiene che una legge contrasti con la Costituzione può non firmarla. Egli vigila affinché quello che è scritto nella Costituzione venga osservato da tutti gli organismi dello Stato. Il presidente della Repubblica nomina il capo del Governo e, su sua proposta, i ministri. Inoltre, rappresenta il popolo italiano e quando incontra personalità di altri Stati parla a nome di tutti. Il presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento e dura in carica per sette anni. Ogni cittadino italiano può essere eletto presidente: basta avere compiuto cinquant'anni e godere dei diritti civili e politici.

Il Parlamento

Il Parlamento è eletto dai cittadini e quindi rappresenta la volontà del popolo. Il principale compito del Parlamento è quello di fare le leggi, ma ha anche altri importanti compiti decisionali e di controllo.

Come è composto il parlamento?

Il Parlamento italiano è composto da cittadini eletti nelle elezioni politiche, ha sede a Roma ed è bicamerale, è cioè composto da due Camere: la Camera dei deputati, che si riunisce a Palazzo Montecitorio, è formata da 630 deputati; il Senato della Repubblica, che si riunisce a Palazzo Madama, è composto da 315 senatori. I senatori non sono tutti eletti: cinque senatori a vita sono nominati dal presidente della Repubblica e tutti gli ex presidenti della Repubblica hanno diritto alla carica di senatori a vita.

Il Parlamento ha molti poteri. Il principale è il potere legislativo, che consiste nel fare le leggi che regolano la vita dello Stato e dei cittadini. Altro compito del Parlamento è quello di controllare l'attività degli altri organi dello Stato. Sotto un continuo controllo è tenuta, per esempio, l'attività del Governo. Il Governo deve avere infatti la fiducia del Parlamento, cioè questo deve approvarne l'azione: se il Parlamento non concede la fiducia quando il Governo la richiede, attraverso una votazione, il Governo cade.

Al Parlamento spettano inoltre l'approvazione dei trattati internazionali e la deliberazione dello stato di guerra. Oltre al presidente della Repubblica, il Parlamento nomina persone di fiducia a ricoprire cariche importanti dello Stato.

Come si fa una legge

Una legge, per essere approvata, deve seguire un percorso ben preciso. Prima di tutto deve essere presentata al Parlamento. Non tutti possono presentare una legge: possono farlo uno o più parlamentari, il Governo, la Regione e i cittadini che abbiano raccolto almeno 50.000 firme. Una legge presentata dal Governo si chiama disegno di legge, una legge presentata da un parlamentare o da altri soggetti viene chiamata proposta di legge.

La legge proposta viene esaminata, discussa, votata. È approvata se la vota la maggioranza dei parlamentari (la metà più uno dei presenti in aula al momento del voto), altrimenti è respinta. L'approvazione deve avvenire sia alla Camera dei deputati sia al Senato della Repubblica. Nel caso in cui una delle due Camere apporti modifiche, la legge deve tornare all'altra per l'approvazione delle modifiche stesse.

La legge votata dal Parlamento passa poi al presidente della Repubblica che entro un mese deve promulgarla, cioè firmarla e disporne la pubblicazione, affinché tutti possano conoscerla e osservarla. Il presidente della Repubblica, come abbiamo già detto, può rifiutarsi di firmare e, in questo caso, rimanda al Parlamento la legge spiegando i motivi del suo rifiuto. Se invece, come avviene più spesso, il presidente della Repubblica firma, la legge viene pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, giornale dello Stato dove vengono riportati leggi, decreti, e altri annunci importanti. In caso di necessità o di urgenza il Governo può emanare un Decreto Legge che entra in vigore immediatamente ma deve essere comunque presentato al Parlamento e decade se non è approvato entro 60 giorni.

Cos'è un referendum?

Ogni tanto gli elettori sono chiamati a votare per un referendum. Cos'è un referendum? In Italia esiste il cosiddetto referendum abrogativo: si tratta di votare SÌ oppure NO per decidere se eliminare una legge già esistente. Se la maggioranza si pronuncia contro, essa decade, altrimenti resta in vigore. Il referendum si fa quando una legge, o qualche suo articolo, non trova d'accordo una parte consistente di cittadini. In questo caso i cittadini possono raccogliere le firme e chiedere il referendum per tutti. Le firme raccolte debbono essere almeno 500.000.

Il Governo

Dal Governo dipende buona parte della nostra vita di ogni giorno: l'istruzione, l'assistenza sanitaria, i trasporti, la tutela dei beni culturali, le tasse. Questi e tanti altri aspetti destinati a incidere sulla vita di tutti sono conseguenze delle scelte politiche del Governo.

Il potere esecutivo

Il Governo ha il compito di eseguire e far eseguire le leggi approvate dal Parlamento, cioè di metterle in pratica. Questo compito si chiama potere esecutivo. Dal modo in cui il Governo mette in atto una legge possono dipendere conseguenze piccole e grandi, dal costo di singoli servizi allo sviluppo complessivo dell'economia e della cultura dell'intero paese.

Il Governo è composto dal presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri. Il presidente è il capo del Governo; per esercitare la sua guida si avvale dei ministri, di sua scelta, che sono circa venti (il loro numero è variabile) e si occupano ognuno di un settore della pubblica amministrazione: difesa, economia, lavoro, giustizia, istruzione, trasporti, sanità, salvaguardia dell'ambiente, ecc. Il Governo impone e riscuote le tasse e utilizza il denaro pubblico per i servizi da offrire ai cittadini e per il benessere del paese.

Le riunioni del Consiglio dei ministri sono convocate dal capo del Governo: in queste riunioni si discutono anche i provvedimenti legislativi più importanti da presentare in Parlamento.

Come si forma e opera il nostro Governo

La formazione del Governo in Italia è un avvenimento importante che avviene seguendo regole precise. Il capo del Governo, scelto dal presidente della Repubblica, è un esponente di coloro che hanno vinto le elezioni. Il capo del Governo sceglie a sua volta i ministri: capo del Governo e ministri, prima di assumere le loro funzioni, devono giurare nelle mani del presidente della Repubblica. Il nuovo Governo deve presentarsi al Parlamento e chiedere la fiducia. I parlamentari votano e se la maggioranza concede la fiducia il Governo può cominciare a lavorare. Il Governo in carica attua le leggi e per farlo utilizza il denaro pubblico che proviene dalle tasse. Ogni anno prepara il bilancio dello Stato, nel quale si stabilisce a quali settori e a quali ministeri è destinato il denaro pubblico. Con questo denaro il Governo non solo paga gli stipendi ai dipendenti pubblici, ma deve realizzare anche opere pubbliche, come per esempio strade o ponti.

Le elezioni politiche, in seguito alle quali viene formato il nuovo Governo, si svolgono ogni cinque anni. Questo periodo di tempo è chiamato legislatura. Alla fine della legislatura il presidente della Repubblica scioglie le Camere e indice nuove elezioni. Se però il Governo cade prima della fine naturale della legislatura e non risulta possibile formare un nuovo governo, devono essere indette le elezioni anticipate.

Le forze armate

L'importante ruolo di assicurare la pace nei rapporti con gli altri Stati e di difendere il territorio nazionale è affidato alle Forze armate, che sono quattro: Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri. La nostra Costituzione prevede che sia il presidente della Repubblica ad avere il comando delle Forze armate e a dichiarare lo stato di guerra, che deve però essere deliberato dalla Camera e dal Senato. Negli ultimi tempi le Forze armate sono state utilizzate in diverse zone del mondo per scopi umanitari, per esempio intervenendo in caso di calamità naturali, nelle ricostruzione di opere civili, come assistenza sanitaria in caso di guerra.

Le forze dell'ordine

Compito del Governo è anche quello di assicurare che la vita quotidiana dei suoi cittadini sia sicura e che nessuno causi, violando le leggi, danni alle persone e alle cose. Per questo esistono le forze dell'ordine, come la Polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri, che sono presenti su tutto il territorio. Questi organi possono erogare sanzioni per le violazioni meno gravi delle leggi, come le contravvenzioni, ed eseguire arresti, i quali devono però essere convalidati dalla Magistratura.

Esistono anche altre forze dell'ordine, preposte a settori più specifici: il Corpo della Guardia di finanza, che ha particolari competenze in materia tributaria (vigila, per esempio, sull'obbligo di pagare le tasse); il Corpo delle Guardie forestali, che si occupa della salvaguardia dell'ambiente e dei reati contro di esso; il Corpo della Polizia penitenzia- ria, che svolge il servizio di vigilanza nelle carceri.

La Magistratura

La Magistratura è un organo dello Stato. I magistrati hanno il compito di assicurare efficacia alle leggi, fra l'altro risolvendo le liti tra cittadini e giudicando se una persona accusata di un reato è colpevole o no.

Il bisogno di giustizia

Nelle tribù barbariche, spesso chi aveva subito un torto doveva farsi giustizia da solo. In alcuni casi poteva intervenire il capo o il re, in altri un consiglio dei saggi. Tutte le società si sono dovute confrontare con il problema della giustizia. Oggi in Italia, come in molti altri paesi, la Costituzione prevede che a occuparsi della giustizia sia un preciso organo, la Magistratura, composto da magistrati (o giudici). Il loro compito è stabilire chi ha torto e chi ha ragione nelle controversie e giudicare chi è accusato di aver violato le leggi.

I magistrati per giudicare devono conoscere i fatti. Per questa ragione si ricorre al processo, cioè a un procedimento che si svolge in tribunale e nel corso del quale le parti in causa hanno il diritto di presentare e di esporre le proprie ragioni. Il giudice ha il dovere di ascoltare le ragioni di tutti. Deve poi raccogliere le prove di quanto viene sostenuto dalle parti, perché è sulla base delle prove che emette la sentenza. La Costituzione italiana prevede che ogni cittadino, accusato di aver violato la legge, sia considerato innocente fino alla condanna definitiva.

I magistrati

La Costituzione italiana prevede anche che i magistrati debbano giudicare e punire solo sulla base delle leggi. Essi sono indipendenti da ogni altro potere. Né i ministri, né i parlamentari, né il presidente della Repubblica o i più alti funzionari dello Stato hanno potere sui giudici. La nostra Costituzione stabilisce che i giudici devono amministrare la giustizia in nome del popolo e che sono soggetti solo alla legge.

I giudici in Italia non sono eletti, ma nominati sulla base di concorsi. Hanno un organo di autogoverno che si occupa appunto delle assunzioni, delle assegnazioni di sede e così via. Questo organo si chiama Consiglio superiore della magistratura ed è presieduto dal presidente della Repubblica.

Processi civili, penali e amministrativi

Esistono diversi tipi di processi. Nei processi civili, il giudice è chiamato a giudicare le controversie tra i cittadini, che possono avere origine per i motivi più diversi, come la richiesta di risarcimento di un danno, il mancato rispetto di un contratto, l'eredità o l'uso di beni. Nell'ambito dei processi civili i giudici hanno come testo legislativo di riferimento il Codice civile.

Nei processi penali i magistrati devono giudicare chi è accusato di reati come furti, omicidi, violenza sessuale, inquinamento ambientale, sofisticazione degli alimenti e così via. In questo caso i giudici hanno come principale riferimento il Codice penale.

Altre volte i magistra ti debbono giudicare su controversie tra un cittadino e lo Stato (un ministero, un Comune, una Regione, ecc.). Questi tipi di processi rientrano nell'ambito della cosiddetta giustizia amministrativa e a occuparsene ci sono particolari organismi: i Tribunali regionali amministrativi (detti più comunemente TAR), il Consiglio di Stato, la Corte dei conti.

La possibilità di ricorso

In tutti i processi le parti in causa, per esempio coloro che discutono di una proprietà, oppure l'imputato di un furto e colui che l'ha subito (parte civile) nel processo penale debbono farsi rappresentare da un avvocato. Nel processo penale ogni cittadino accusato di reato ha diritto alla difesa: se l'imputato non può permettersi un proprio avvocato difensore viene nominato dal giudice il difensore d'ufficio.

Se un cittadino si ritiene condannato ingiustamente, o non è soddisfatto della sentenza, può fare appello, può cioè sottoporre il proprio caso giudiziario a un nuovo giudice di grado superiore. Non è finita qui: se il cittadino ritiene che questi processi non si siano svolti conformemente alla legge può ricorrere alla Corte di cassazione, la quale può confermare la sentenza precedente (e allora il processo è chiuso e la sua sentenza è definitiva) oppure la può cassare, cioè cancellarla totalmente o in parte: in questo caso il processo deve iniziare di nuovo.

I modi di governare

Esistono molti modi di organizzare il potere: alcuni possono essere democratici, altri purtroppo no, come nel caso degli Stati totalitari e di quelli dittatoriali.

Lo Stato repubblicano

Nella repubblica le cariche più importanti dello Stato sono elette direttamente o indirettamente dai cittadini e durano un periodo determinato di tempo. Chi governa deve tenere conto della volontà di chi lo ha eletto, altrimenti alle nuove elezioni rischia di perdere la guida del Governo. Il potere legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario sono di regola separati e indipendenti. Come tutti gli Stati democratici, in genere le attuali repubbliche garantiscono la libertà di opinione, la libertà di associazione (per esempio, la libertà di formare partiti politici) e il diritto al lavoro. L'Italia è una repubblica democratica.

Le monarchie costituzionali

In alcuni Stati europei come la Spagna, il Belgio, la Gran Bretagna, l'Olanda, la Svezia, la Danimarca, la Norvegia esistono ancora re e regine. La carica dei sovrani è ereditaria, si trasmette cioè nell'ambito della famiglia. Tuttavia i sovrani di oggi non hanno più, come un tempo, tutti i poteri nelle loro mani, ma li dividono in misura maggiore o minore con altri organi. Esistono in questi casi il Parlamento, il Governo e la Magistratura, sulla base delle norme fissate dalla Costituzione. Questo modello di Stato si chiama monarchia costituzionale o parlamentare. Il re ha comunque una funzione di rappresentanza dello Stato e delle tradizioni di un popolo.

Lo stato dittatoriale

Esistono ancora oggi gli Stati dittatoriali, cioè Stati in cui il potere è esercitato con la forza e, a volte, con la violenza da un'unica persona (il dittatore) o da un gruppo ristretto di persone. Chiunque si oppone alle idee di chi governa può essere imprigionato, torturato o ucciso. In questi Stati non si tiene alcun conto della volontà del popolo. Anche se esiste un Parlamento, i parlamentari fanno parte di un unico partito o di un unico gruppo che appoggia il dittatore, perché nella vita politica e alle elezioni non vengono ammessi partiti e gruppi di opposizione. Spesso il dittatore ha preso il potere con la forza delle armi. La presa del potere in maniera violenta si chiama colpo di Stato. Alcune volte è accaduto che una persona regolarmente eletta sia poi diventata un dittatore: una volta al governo, cioè, non ha osservato più le leggi e ha imposto con la forza solo le sue regole. Questo, per esempio, accadde in Germania (v. anche Germania, storia della) quando Hitler prese il potere. Negli Stati dittatoriali spesso la magistratura ubbidisce al dittatore e i magistrati condannano senza scampo gli oppositori del regime.

Quali sono i diritti umani?

In tutti gli Stati dovrebbero essere rispettati i diritti umani, che sono i diritti fondamentali di ogni persona. Tra questi ci sono il diritto alla libertà, la possibilità di esprimere le proprie idee, di difendersi in caso di accusa e la garanzia assoluta di non essere sottoposti a maltrattamenti e torture. Purtroppo i diritti umani non sono rispettati ovunque, in primo luogo sono calpestati negli Stati dittatoriali. Un'azione molto importante per la tutela dei diritti umani è svolta da alcune organizzazioni internazionali, come Amnesty International.

Gli organismi internazionali

Nel mondo ci sono circa 6 miliardi di persone. Non tutte vivono felicemente. Ci sono guerre, miseria, fame, ignoranza. Che cosa si può fare? Per migliorare le cose è utile che i popoli si uniscano in organismi internazionali e insieme si battano per lo sviluppo e la pace del mondo.

Tanti popoli

La Terra è abitata da popoli che parlano lingue diverse, professano religioni diverse, hanno governi diversi, hanno diverso anche il colore della pelle. Per vari motivi, alcuni popoli sono molto ricchi e altri molto poveri. Tutti questi popoli non vivono isolati: tra i Paesi esistono scambi di prodotti commerciali, e spesso le persone emigrano da una nazione a un'altra in cerca di lavoro o di migliori condizioni di vita.

I popoli della Terra non sono dunque indipendenti gli uni dagli altri. Questa stretta dipendenza tra i singoli Stati del mondo ha sollecitato la creazione di organismi internazionali, nati proprio per favorire la collaborazione tra i popoli.

L'ONU

L'Organizzazione delle Nazioni Unite, ONU (v. Nazioni Unite), è il più importante organismo internazionale, al quale aderiscono 191 paesi. Nata alla fine della Seconda guerra mondiale, ha come scopo principale quello di mantenere la pace nel mondo e di favorire lo sviluppo dei popoli. Ha sede centrale a New York, nel cosiddetto Palazzo di vetro, e sedi permanenti a Roma, Parigi, Ginevra e Vienna. Come può l'ONU salvaguardare la pace in tutto il mondo? E perché, nonostante l'ONU, le guerre ci sono ancora?

L'ONU cerca di creare le condizioni per garantire la pace attraverso lo sviluppo della scienza, della cultura, dell'economia. Cerca inoltre di garantire a uomini, donne e bambini una situazione di benessere e il rispetto dei diritti dei popoli. Nonostante questo impegno, però, non sempre l'ONU ha la forza politica necessaria per tutelare la pace. Ogni volta che scoppia una guerra, l'ONU cerca soluzioni politiche e diplomatiche per far cessare l'uso delle armi. Può infine decidere l'intervento dei cosiddetti caschi blu, un corpo composto da soldati dei vari Stati aderenti all'ONU, che non è però un corpo combattente.

L'Unione europea

L'Unione europea è diventata nel 2004 l'unione di 25 Stati con una popolazione complessiva di quasi 500 milioni di abitanti. Ognuno di questi Stati ha la propria lingua e le proprie abitudini. Ma, nonostante le differenze, questi Stati si sono uniti per realizzare uno sviluppo comune nei campi dell'economia, della scienza e della cultura, e nel rispetto della pace, della libertà della persona e degli altri popoli. Ogni Stato che fa parte dell'Unione deve garantire al suo interno democrazia, rispetto dei diritti umani, integrazione degli immigrati. Per questi motivi è stata approvata nel 2004 la Carta costituzionale dell'Unione europea.

L'idea di un'Europa unita e aperta agli altri popoli prende corpo nel 1951: allora gli Stati aderenti erano solo sei, e tra questi vi era l'Italia.

Altre forme di collaborazione internazionale

Spesso i popoli del mondo si riuniscono in Conferenze, che rappresentano una specie di organizzazione internazionale temporanea, oppure i capi degli Stati più ricchi e industrializzati si incontrano per discutere dei problemi della Terra e per cercare di migliorare la situazione mondiale.

Invece, le Organizzazioni umanitarie sono organismi privati che operano in diversi settori come il soccorso umanitario e l'aiuto tecnologico e scientifico alle popolazioni più povere. Alcune di queste organizzazioni sono basate sul volontariato, e portano aiuto nelle città bombardate, in zone colpite dalla fame e dalle malattie. Tra le organizzazioni più importanti ci sono la Croce Rossa Internazionale e molte organizzazioni collegate a enti religiosi. Negli ultimi tempi le Organizzazioni non governative, le cosiddette ONG, hanno promosso diversi progetti di cooperazione tra i paesi più ricchi e quelli in via di sviluppo.

Medici senza frontiere

Nel 1998 è nata una delle organizzazioni umanitarie più importanti, Medici senza frontiere (MSF), diffusa in più di ottanta paesi e attiva nel soccorso alle popolazioni povere, alle vittime della guerra e a quelle delle catastrofi naturali o provocate dall'uomo.

I diritti negati

Nel passato l'uguaglianza e la parità di diritti tra gli uomini incontravano molti ostacoli: per esempio, solo nel Ventesimo secolo negli Stati democratici le donne hanno ottenuto il diritto di voto come gli uomini. Ancora oggi, in molte parti del mondo, i principi di uguaglianza e di parità non vengono applicati.

Il razzismo

Purtroppo non tutti hanno rispetto per gli altri. C'è chi ritiene che il proprio popolo sia superiore e disprezza gli altri popoli, un disprezzo che a volte diventa vero e proprio odio e scatena violenza e guerre etniche. Questo fenomeno si chiama razzismo. In passato il razzismo è stato il pretesto per sottomettere o distruggere alcune popolazioni. Dal momento dell'arrivo de gli Europei in America, fino al 19° secolo, uomini, donne e bambini africani venivano catturati e poi venduti come schiavi in America; si riteneva che questo fosse legittimo e giustificato dalla pretesa inferiorità di quei popoli. Nel Novecento, in Germania (v. anche Germania, storia della), i nazisti confiscarono agli Ebrei, agli zingari e agli oppositori politici tutti i beni e, in nome della loro presunta inferiorità, ne rinchiusero milioni nei campi di concentramento e li uccisero barbaramente.

Se guardiamo al passato, ci rendiamo conto che il razzismo è sempre stato principio di distruzione e di morte, di dittature, di guerre e di persecuzioni. Purtroppo, però, episodi di razzismo si registrano ancora oggi, spesso anche in paesi evoluti e ricchi, per esempio nei confronti degli immigrati.

La disuguaglianza tra uomo e donna

La nostra Costituzione prevede l'uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzioni di sesso. Vuol dire che uomini e donne hanno gli stessi diritti. Sembra un'affermazione scontata, ma nella realtà dei fatti non lo è ancora: in Italia, per esempio, nessuna donna è stata mai eletta presidente della Repubblica e nel nostro Parlamento la maggior parte dei deputati e dei senatori sono di sesso maschile. Tutto questo perché ancora oggi l'effettiva condizione in cui vivono le donne rende complicato il pieno godimento dei diritti sanciti dalla Costituzione. Certo, molte cose sono migliorate rispetto al passato. Ma se pensiamo che in Italia il diritto di voto alle donne è stato riconosciuto solo dopo la Seconda guerra mondiale, ci rendiamo conto di quanto recente sia il riconoscimento dei diritti e quanto sia faticoso realizzare l'effettiva parità.

I diversamente abili

I diversamente abili sono persone del tutto o parzialmente prive di qualche facoltà fisica o psichica (vista, udito, parola, capacità motoria, ecc.). Dei problemi di queste persone si è cominciato a discutere da poco. Fino a una cinquantina di anni fa i diversamente abili erano assistiti solo dalle famiglie, oppure abbandonati a sé stessi o rinchiusi in istituti. Non si prendevano in considerazione i loro diritti, le loro esigenze, le loro aspirazioni; raramente si pensava a dare loro un'educazione. In Italia, solo nel 1992 una legge ha stabilito con particolare chiarezza che i diversamente abili sono cittadini come tutti gli altri e in quanto tali hanno gli stessi diritti degli altri: diritto all'istruzione, all'assistenza e a ogni altro intervento che assicuri loro un'esistenza simile a quella di ogni altro essere umano. Ma resta ancora molto da fare perché tutto ciò venga universalmente garantito.

Cos'è una barriera architettonica?

Una barriera architettonica è un ostacolo che le persone diversamente abili non possono superare. Per una persona che ha difficoltà a muoversi le scale sono una barriera architettonica. Nel 1989 il Parlamento italiano ha approvato la legge per l'abbattimento delle barriere architettoniche e ha reso obbligatoria la presenza di ascensori o di speciali attrezzature per permettere l'accesso e l'uscita dei diversamente abili nelle stazioni o negli edifici pubblici.

I diritti dei bambini

I bambini, come qualunque altro essere umano, hanno i loro diritti. La Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo è un importante documento nel quale vengono enunciati questi diritti. Nonostante sia stata firmata da quasi tutti gli Stati del mondo, però, non dappertutto è rispettata.

Il diritto alla felicità

La vita può essere vissuta in molti modi, ma ognuno vorrebbe viverla in maniera felice. E il modo in cui decidiamo di viverla dipende in parte da noi, in parte da chi ci sta intorno, dalla società in cui viviamo, da chi ci governa. Nella Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo è scritto che ogni bambino deve avere un'infanzia felice. Per questo deve godere di diritti e di libertà che glielo permettano. Naturalmente questi diritti valgono per tutti i bambini del mondo, ricchi o poveri, maschi o femmine, di religioni, lingue e razze diverse, e debbono essere conosciuti e rispettati da tutti: genitori, governi, organizzazioni di ogni tipo. Ma purtroppo non è sempre e ovunque così. Per esempio, in alcuni paesi i bambini sono obbligati a lavorare e non possono andare a scuola.

Altri diritti

La convenzione che contiene i diritti dei minori fu approvata una prima volta nel 1959 dall'ONU, con il titolo di dichiarazione dei diritti del fanciullo. Fu poi revisionata nel 1989, quando prese la denominazione attuale. Alcuni dei diritti che vengono riconosciuti in questo documento possono sembrare scontati, ma non lo sono. Sono il diritto ad avere un nome, una casa, cibo, cure mediche, una nazionalità, un'istruzione, possibilità di divertirsi e di giocare. Tuttavia per molti bambini, soprattutto per quelli che vivono nelle zone povere o dove c'è una guerra, questi importanti e fondamentali diritti sono quasi inesistenti.

Ci sono poi il diritto alla pace e, in caso di guerra, il diritto per i più giovani a ricevere particolari protezioni, come quelle di non prendere parte al conflitto e di non essere chiamati alle armi prima di aver compiuto i quindici anni di età. C'è poi il diritto ad avere una famiglia e quello di ricevere speciali cure sanitarie in caso di disabilità.

Il rifiuto della violenza

È bene che alcuni diritti fondamentali siano tenuti presenti da tutti in ogni momento: sono i diritti riguardanti la persona. La Convenzione dice che ognuno ha diritto a essere trattato con rispetto, e che contro i bambini è vietata ogni forma di violenza e di maltrattamento. Nel caso in cui questi diritti vengano calpestati, esistono alcuni organismi internazionali che possono intervenire per difendere i bambini. Il principale è l'UNICEF, un organismo dell'ONU che si occupa della tutela dell'infanzia, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. L'UNICEF ha promosso la Convenzione e opera affinché quei diritti vengano rispettati. In caso di necessità, fornisce le cose elementari di cui i bambini hanno bisogno: gli alimenti, le cure mediche, i medicinali, assistenza in caso di assenza dei genitori. L'UNICEF opera in 158 paesi, cioè nella maggioranza dei paesi del mondo.

L'impegno delle organizzazioni internazionali lascia sperare per il futuro, anche se tanta strada è ancora da compiere a causa di gravi conflitti tra gli Stati.

Biblioteca fantastica

"Sono un trovatello. Ma, fino a otto anni, ho creduto, come tutti gli altri bambini, di avere una madre perché, quando piangevo, c'era una donna che mi stringeva così dolcemente, cullandomi tra le braccia, che le lacrime cessavano di colpo".

Ci sono poche cose così belle come essere coccolati dalla mamma. Soprattutto quando si è a casa, magari durante le feste di Natale, non c'è niente di meglio dell'amore di una famiglia. Ma non tutti hanno questa fortuna. Quando Rémi è nato, la sua mamma era così povera che non sapeva cosa dargli da mangiare. Presa dalla disperazione, ha lasciato il bambino davanti al portone di una signora molto gentile, che forse poteva prendersi cura di lui. Così Rémi è cresciuto in quella casa, senza conoscere la sua vera mamma.

Con il passare degli anni, però, anche la signora gentile è diventata molto povera e Rémi ha capito che non poteva più rimanere in casa con lei. A soli otto anni si è trovato tutto solo, senza famiglia. A quel punto gli è accaduta una cosa impensabile: uno strano signore con la barba bianca, vestito con pesanti abiti da montagna, lo ha guardato con i suoi occhi tranquilli e lo ha preso con sé. Il signor Vitalis ha spiegato a Rémi che aveva bisogno di un nuovo allievo da unire alla sua compagnia teatrale, di sicuro la più buffa che si sia mai vista: tre cani e una scimmietta, ammaestrati alla perfezione. Con loro Rémi ha girato il mondo, ha imparato a recitare e a fare spettacoli in piazza, e non si è più sentito solo.

Anche per una bambina di nome Tracy è importantissimo riuscire a trovare qualcuno che le voglia bene: infatti è costretta a vivere in collegio perché non ha genitori né amici. Ogni giorno aspetta che una famiglia simpatica decida di portarla a casa con sé, ma essere adottata non è così semplice. Soprattutto perché Tracy non è affatto una signorina per bene, di quelle educate alle buone maniere: è un vero tifone, pasticciona e scatenata. Non riesce a stare tranquilla neppure un momento e per ogni piccolezza attacca briga con chiunque. Così tutte le famiglie che si presentano al collegio con l'intenzione di adottarla fuggono a gambe levate, terrorizzate dal suo comportamento insopportabile. Solo chi ha letto il suo diario segreto sa quanto, invece, può essere dolce la vera Tracy.

Anche tra i bambini che hanno una famiglia normale ce n'è qualcuno particolarmente sfortunato. Quando Fergal è nato, i suoi genitori sembravano due piccioncini, tanto erano innamorati e affettuosi. Un giorno, non si sa come, mamma e papà hanno iniziato a litigare e non si sono più fermati. Sono diventati i genitori più litigiosi che si siano mai visti. Battibecchi appena svegli, a pranzo, a merenda, fino a notte fonda. Tutti i giorni. Così ogni mattina Fergal e la sua grossa sorella Filly si svegliano e contano quanti secondi ci vogliono per sentire i primi bisticci. Fergal si è stancato a tal punto che ha preso una decisione: ha srotolato il collo del suo maglione fin sopra la bocca e da quel momento nessuno lo ha più sentito parlare.

Papà e mamma però non se ne sono nemmeno accorti, e hanno continuato a discutere e a lanciarsi oggetti, strillando: "Voglio il divorzio, razza di babbaleo!". In questi casi può essere molto difficile vivere bene insieme, ma quando è troppo è troppo. Fergal ha impugnato il suo cucchiaio magico, ha scavato una grande buca e ci ha urlato dentro con tutto il fiato che aveva. Da quel momento si è liberato. Ha iniziato a parlare senza timore, e ha dato ai genitori una bella lezione: "Ascoltare voi due che vi urlate contro tutto il giorno non è affatto divertente! Bè, questo deve finire! Perché, in caso contrario, saremo noi a divorziare da voi!".

Da quel momento in poi, grazie alla sua sincerità, in quella famiglia strampalata è tornata la serenità.

Il bambino che è cresciuto nella famiglia più fuori del comune di tutti è di sicuro Mowgli. Sembrerà strano che la sua mamma invece di chiamarlo 'bambino mio' lo chiami 'cucciolo d'uomo', ma è proprio così. La mamma di Mowgli infatti è una lupa che lo ha trovato nella foresta, piccolo come un batuffolo, e ha deciso di allattarlo ed educarlo. Così il cucciolo d'uomo è stato allevato dagli animali: la sua famiglia è formata da lupi e i suoi maestri sono un grande orso e una pantera nera. Con il tempo Mowgli è diventato un ragazzo molto forte e coraggioso e ha imparato la legge della giungla. L'unico problema è che lui non è un animale, e non ha mai visto un vero uomo. Cosa succederà quando diventerà davvero grande?

I fratelli lupi di Mowgli, vedendolo crescere così velocemente, si sono impauriti, e hanno pensato che nella loro famiglia non c'era più posto per un uomo.

"E cos'ha un uomo che non può correre con i suoi fratelli?", chiese Mowgli. "Sono nato nella giungla. Ho ubbidito alla Legge della Giungla e ho tolto le spine dalle zampe di tutti i nostri lupi. Eccome se sono miei fratelli!".

Mowgli è diventato molto triste quando ha sentito che tutti i lupi del branco non lo considerano più loro fratello solo perché è un uomo, e si è sentito tradito. Solo la saggia pantera nera è riuscita a spiegargli con molta calma che da grandi bisogna abbandonare la vecchia famiglia e cercarne una nuova. Così il ragazzo ha lasciato la giungla ed è andato verso il paese degli uomini.

In un paese o in una città è tutto diverso, ma anche lì i bambini si radunano in gruppi di amici fidati. In un paese francese c'è una combriccola di ragazzi davvero strepitosa. Sono così amici che nessuno vuole comandare sugli altri, e per vivere meglio insieme hanno fatto un vero e proprio patto, che tutti devono rispettare:

"Noi siamo in regime di repubblica, vero? Dunque tutti uguali, tutti compagni, tutti fratelli: Libertà, Uguaglianza, Fraternità! Perciò dobbiamo aiutarci a vicenda, e fare in modo che le cose funzionino per bene. Allora adesso votiamo una specie di imposta, sì, un'imposta per mettere su una borsa, una cassa, un piatto, con cui comprare il nostro tesoro di guerra. E siccome siamo tutti uguali, ognuno pagherà una parte uguale!".

La banda di Longeverne è in lotta accanita con quella del paese vicino, e per questo le due contendenti hanno ingaggiato una incredibile guerra tra bande: la guerra dei bottoni. Come in ogni battaglia, lo scopo è quello di dimostrarsi più valorosi degli avversari e di non farsi sottomettere. Quando viene catturato un prigioniero, il malcapitato viene derubato di tutti i bottoni che ha addosso: quelli della camicia, della giacca, dei pantaloni, così deve tornare a casa mezzo nudo e prendersi una sgridata dai genitori. Il tesoro di guerra è costituito dai bottoni sottratti ai nemici, e bisogna custodirlo gelosamente. I ragazzi di Longeverne escogitano un trucco: combattono completamente nudi. Vogliono proprio vedere come faranno ora gli altri a rubare i bottoni!

Ci sono diversi motivi per cui dei ragazzi si riuniscono e decidono di combattere una battaglia contro un'altra banda. Si può lottare come eroi per difendere il proprio territorio: persino se si tratta di un vecchio campo da gioco. è quello che sono costretti a fare ogni giorno i ragazzi della via Pál. Il quartiere in cui vivono è ormai invaso dalle case e quel campo è l'unico rimasto adatto per giocare.

Inoltre i ragazzi della via Pál si ritrovano lì da molto tempo, da quando erano piccolissimi: non hanno nessuna intenzione di lasciarlo a qualcun altro e starsene chiusi in casa tutto il giorno. A un certo punto, però, scatta l'allarme: il gruppo di ragazzi della strada accanto vuole impossessarsi di quel campo e cacciarli con la forza.

Anche se i loro avversari sono più forti, i ragazzi della via Pál non se ne stanno con le mani in mano, perché sanno che solo l'unione fa la forza, e di certo nessuno è più unito di loro: "Proclama! Tutti dobbiamo essere pronti e all'erta! Un grande pericolo minaccia il nostro territorio e se non ci mostreremo coraggiosi ci verrà tolto il nostro dominio! Il campo è in pericolo! Le camicie rosse vogliono aggredirci! Noi le affronteremo! Le affronteremo e se sarà necessario difenderemo anche con la vita questo terreno che è nostro! Ciascuno faccia il proprio dovere!".

Bisogna proprio vederli quei ragazzi, disposti a tutto pur di difendere il loro campo. E chi non lo farebbe, del resto, sapendo che quel campo è l'ultimo rimasto in tutta la città? (Nicola Galli Laforest)

Bibliografia

Rudyard Kipling, Il libro della giungla, Bompiani, Milano 1996 [Ill.]

Rudyard Kipling, Il libro della giungla, Piemme, Casale Monferrato 2001

Hector Malot, Senza famiglia, Mursia, Milano 1980 [Ill.]

Hector Malot, Senza famiglia, Fabbri, Milano 2001

Ferenc Molnár, I ragazzi di via Pál, Fabbri, Milano 2000

Ferenc Molnár, I ragazzi della via Pál, Mondadori, Milano 2003 [Ill.]

Louis Pergaud, La guerra dei bottoni, Fabbri, Milano 2000

Louis Pergaud, La guerra dei bottoni, Einaudi Ragazzi, Trieste 2003 [Ill.]

Philip Ridley, Il cucchiaio di meteorite, Mondadori, Milano 1995 [Ill.]

Jacqueline Wilson, Bambina affittasi, Salani, Firenze 1994 [Ill.]

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