PETRA, Vincenzo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 82 (2015)

PETRA, Vincenzo

Antonio Menniti Ippolito

PETRA, Vincenzo. – Nacque a Napoli il 19 novembre 1662, da Carlo, giurista e dal 1689 primo duca di Vastogirardi, e da Cecilia Pepi.

Il suo destino venne decretato da logiche di strategia familiare. Mentre il fratello Domenico fu designato erede del feudo di famiglia, Petra fu destinato alla carriera ecclesiastica, seguendo il percorso di due zii paterni, Didaco, che fu vescovo di Marsi e poi arcivescovo di Sorrento dal 1680 al 1699, e Dionisio, che fu invece ordinario della diocesi di Capri dal 1683 al 1698.

Lasciata la città natale, Petra studiò al seminario romano, poi tornò a Napoli dove si laureò in utroque iure il 18 dicembre 1682. Nel 1691 fu di nuovo a Roma quale segretario di monsignor Giovanni Muti Pappazurri, auditore di Rota. Nei ranghi della prelatura Petra entrò il 24 settembre 1693, quando fu accolto tra i referendari delle due Segnature: a favorire tale avanzamento era stato forse l’incontro casuale che aveva avuto a Terracina con il cardinale Antonio Pignatelli in viaggio verso il conclave che l’avrebbe eletto papa con il nome di Innocenzo XII. Il pontefice, prima di garantirgli l’accesso in prelatura, avrebbe provveduto a procurargli alcuni benefici ecclesiastici.

A partire da novembre 1694 Petra fu votante della Segnatura di Grazia e poi ponente della Congregazione dell’immunità e prelato della Congregazione della Fabbrica di S. Pietro. Nel giugno 1698 divenne segretario della Sacra Congregazione della Visita apostolica e di quella dello Stato dei regolari. Nel gennaio 1700 fu luogotenente dell’auditore di Camera e nel maggio 1706 segretario della Congregazione del Concilio. Il 1° aprile 1711 divenne consultore della Penitenzieria apostolica (ruolo in cui fu confermato il 21 gennaio 1713). Nel 1712 fu consultore del S. Uffizio e nello stesso anno entrò tra i canonici della basilica Lateranense.

Il 5 ottobre 1712, dopo essersi costituito negli ordini sacri soli tre giorni prima (nella stessa giornata in cui si svolse il processo concistoriale teso ad accertare il possesso dei requisiti necessari alla nomina), fu nominato arcivescovo titolare di Damasco (il 9 ottobre fu consacrato in Roma dal cardinal Fabrizio Paolucci, segretario di Stato) e nello stesso anno fu chiamato a svolgere funzioni di assistente al trono pontificio (8 dicembre 1712). Nel dicembre 1715 divenne segretario della Congregazione dei vescovi e regolari, succedendo a Ferdinando Nuzzi che era stato promosso alla porpora. Nel 1722 fu datario della Penitenzieria apostolica.

Nel concistoro del 24 novembre 1724 Benedetto XIII lo creò cardinale con il titolo di Sant’Onofrio (ricevette la berretta il 20 dicembre di quell’anno). Si trattò, secondo Ludwig von Pastor (Storia dei papi, XV, Roma 1933, p. 548), di una nomina a sorpresa, per l’interessato così come per tutta Roma, che tuttavia raccolse consensi, per il lungo servizio prestato da Petra in Curia e per le sue qualità intellettuali, apprezzate dal mondo accademico dopo la pubblicazione dei Commentaria ad constitutiones apostolicas, seu Bullas singulas Summorum Pontificum…, I-V, Roma 1705-26, e di uno studio sulla Penitenzieria apostolica (De Sacra Poenitentieria Apostolica, Romae 1712). Quale cardinale Petra assistette il papa nel corso del tumultuoso ‘concilio romano’ del 1725.

Nominato prefetto di Propaganda Fide da Benedetto XIII il 10 gennaio 1727, partecipò nel 1730 al conclave che elesse Clemente XII e il Sacro Collegio in sede vacante lo designò propenitenziere maggiore, carica che gli venne poi confermata dal papa subito dopo l’elezione. Il 19 gennaio 1733 fu nominato camerlengo del Sacro Collegio. Nel 1737 assunse il titolo cardinalizio di San Pietro in Vincoli e nel 1740, dopo aver partecipato al conclave che elesse Benedetto XIV, fu designato titolare della sede suburbicaria di Palestrina. Benedetto XIV lo descrisse nel 1745 nella sua corrispondenza con il cardinal de Tencin quale afflitto da «estrema confusione naturale della mente», accresciuta dalla tarda età in cui si ritrovava (Le lettere di Benedetto XIV al card. De Tencin, I, p. 284). Petra morì il 21 marzo 1747.

I funerali vennero celebrati nella chiesa di Santa Maria della Vallicella. Benedetto XIV scrisse che lasciò in eredità 80.000 scudi romani (ibid., p. 407). Venne poi sepolto, in una tomba posta di fronte all’altare e che lui stesso aveva predisposto per sé, nella chiesa romana dello Spirito Santo dei Napoletani in Via Giulia.

Fonti e Bibl.: Archivio segreto Vaticano, Processus Datariae, 89, cc. 157-168v; Notizie per l’anno bissestile 1752, Rome 1752, p. 128, n. 30; Le lettere di Benedetto XIV al card. De Tencin, a cura di E. Morelli, I, 1740-1747, Roma 1955, ad ind.; J. Metzler, Die Kongregation im Zeitalter der Aufklärung…, in Sacrae Congregationis de Propaganda Fide memoria rerum…, 1622-1972, a cura di J. Metzler, II, 1700-1815, Rom-Freiburg-Wien 1973, p. 26 e ad ind.; F. Valesio, Diario di Roma, a cura di G. Scano, V, Milano 1979, pp. 50, 199, 218, 240, 359, 465, 498; VI, Milano 1979, pp. 270, 369.

L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, VIII, Roma 1794, pp. 203-205; Ch. Berton, Dictionnaire des cardinaux, contenant des notions générales sur le cardinalat, la nomenclature complète…, Paris 1857, coll. 1365 s.; Ch. Weber, Die Päpstlichen Referendare 1566-1809, III, Stuttgart 2004, p. 810.

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