MALACARNE, Vincenzo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2006)

MALACARNE, Vincenzo (Michele Vincenzo Giacinto)

Stefano Arieti

Nacque a Saluzzo il 28 sett. 1744 da Giuseppe, chirurgo militare al servizio del re di Sardegna, e da Angela Fortunata Garretti. Ricevette un'educazione improntata a un forte spirito religioso prima da precettori privati, poi dal 1759 presso le scuole regie; per breve tempo vestì anche l'abito dei domenicani; quindi nel 1762, superato il concorso di ammissione, entrò per lo studio della chirurgia nel R. Collegio delle provincie di Torino. Qui fu allievo dell'anatomista A. Bertrandi, che gli trasmise una profonda passione per l'anatomia umana e comparata, e divenne amico di G. Cigna, che a sua volta avrebbe fatto parte del corpo insegnante del Collegio in qualità di ripetitore di pratica medica. Durante gli anni di corso compose un'opera in 3 libri, Idrofobia, che non sembra sia stata pubblicata.

Nel 1765 il M., sostenuto con esito favorevole l'esame di chirurgia pratica, si ritirò a Saluzzo, deluso per non aver ottenuto, come aveva sperato, la qualifica di ripetitore di anatomia presso il Collegio; questa gli fu invece concessa nel marzo 1769. Iniziò allora a dedicarsi assiduamente alle ricerche anatomiche, che avrebbe poi proseguito per tutta la vita, compiendo anche un gran numero di osservazioni sui pazienti ricoverati all'ospedale S. Giovanni di Torino.

Frutto di questi studi furono la sua prima pubblicazione, Tavola anatomica esprimente il cuore umano in tre figure, Torino 1772, e un'opera rimasta manoscritta (conservata presso la biblioteca dell'istituto di anatomia dell'Università di Cagliari, proveniente dalla biblioteca di G. Sterzi, intitolata: Le meningi: proginnasmi anatomici con alcune delucidazioni di certi punti che appartengono alla materia dell'encefalo: si veda L. Castaldi, Un manoscritto di V. M. saluzzese sull'anatomia delle meningi, in Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, XIX [1928], pp. 62-73). Pubblicò anche una nota clinica (Osservazione dell'asfissia prodotta dalla bevanda e dall'aria freddissima dopo un violento riscaldamento, guarita con salasso alla vena iugulare e con l'introduzione del fiato per la glottide nei polmoni, Torino 1774) e la descrizione di una anomalia anatomica (Lettera anatomica intorno a due scherzi affatto singolari della natura nella conformazione e distribuzione de' tronchi arteriosi che partono dal ventricolo del cuore, Saluzzo 1774).

Dopo aver servito per breve tempo come chirurgo militare a Nizza, il M. accettò l'incarico di primario chirurgo, con possibilità di insegnare la materia nel liceo di Acqui, offertogli il 16 dic. 1774; il 23 gennaio dell'anno successivo dette inizio alla nuova attività. Stabilitosi nella nuova sede insieme con la moglie, Giovanna Petronilla de Magliani, che aveva sposato il 13 ott. 1774, si adoperò energicamente per valorizzare le acque termali, che ritenne di grande utilità nella terapia delle ernie (Sull'uso dei rimedi termali d'Aqui a vantaggio degli erniosi, Torino 1776; Trattato delle regie terme aquesi, ibid. 1778). Proseguiva intanto a coltivare gli studi prediletti, recando contributi di rilievo soprattutto alla conoscenza del sistema nervoso centrale: suo indubbio merito fu l'avere colto l'importanza dell'anatomia comparata per la comprensione di quella umana e di aver messo in giusto valore il ruolo dell'anatomia chirurgica.

Di grande importanza fu la dettagliata descrizione del cervelletto, con la precisa individuazione di lobi, lamine, rilievi, che fornì nell'opera Nuova esposizione della vera struttura del cervelletto umano, Torino 1776, elogiata e più volte citata da F. Vicq d'Azyr e A. von Haller. Lo studio costituì poi la terza sezione di uno scritto successivo, Encefalotomia nuova universale, ibid. 1780, preceduta da una prima riguardante le metodiche abitualmente utilizzate per procedere alla resezione delle ossa craniche senza ledere strutture importanti e la descrizione delle meningi, e da una seconda dedicata alla struttura del cervello. Nel corso di queste sue osservazioni anatomiche il M. individuò una minuscola porzione del verme cerebellare inferiore, lievemente prominente, dalla quale si distaccano quattro prolungamenti, che divenne nota come "piramide di Malacarne" o "eminenza crociata di Malacarne" (si veda L. Testut, Anatomia umana, V, ibid. 1949, pp. 222, 231). Il M. pubblicò anche alcune osservazioni di anatomia patologica (Della litiasi delle valvole semilunari dell'aorta, ibid. 1777; Litiasi della sostanza del cuore umano, ibid. 1777) e di anatomia comparata (Estratto delle lettere relative ad alcune osservazioni di ossificazione del cuore di un'anitra, degli umori degli occhi, ad alcune concrezioni lapidee seminali ed all'organo stentorofonico delle anitre, ibid. 1777; Esposizione anatomica delle parti relative all'encefalo degli uccelli: trattato I, in Memorie di matematica e fisica della Società italiana delle scienze, 1782, vol. 1, pp. 747-767).

Nel 1783 il M. si trasferì a Torino, chiamato dal re Vittorio Amedeo III a esercitarvi l'ufficio di chirurgo maggiore della città, della cittadella e delle carceri: durante la sua permanenza nella capitale dette alle stampe un trattato di chirurgia (Delle osservazioni in chirurgia, I-II, Torino 1784), l'esposizione di alcune sue ricerche di anatomia umana normale e patologica (Osservazioni anatomiche e patologiche sugli organi uropojetici, in Memorie di matematica e fisica della Società italiana delle scienze, 1786, vol. 3, pp. 102-125; 1790, vol. 5, pp. 408-416; Sulla litiasi delle valvole del cuore, Torino 1787) e di anatomia comparata (Esposizione anatomica delle parti relative all'encefalo degli uccelli, II, in Memorie di matematica e fisica della Società italiana, 1784, vol. 2, pp. 237-255; III, ibid., 1786, vol. 3, pp. 126-173; IV, ibid., 1788, vol. 4, pp. 37-58; Descrizione degli organi della voce e del volo di un pappagallo e di altri uccelli, ibid., pp. 18-36), uno studio sul rapporto fra aria e malattie in Acqui (Corografia georgico-iatrica d'Aqui, Torino 1789).

Nel 1785 visitò dapprima la Savoia, poi Ginevra, ove ebbe modo di conoscere gli illustri scienziati ivi residenti, tra i quali Ch. Bonnet. Nel 1789, accogliendo l'invito di A. Brambilla, il M. assunse la direzione della cattedra di istituzioni chirurgiche e arte ostetrica dell'Università di Pavia: a questa nomina probabilmente non fu estraneo l'interessamento di G.B. Frank, il docente che godeva di maggior prestigio nell'ateneo ticinese, al quale aveva inviato i crani di due soggetti affetti da cretinismo.

Il M. aveva infatti iniziato un accurato studio della condizione morbosa di riscontro così frequente nelle valli piemontesi, nel tentativo di individuare le reali cause delle anomalie morfo-funzionali degli individui che ne sono affetti, non riconducibili, a suo modo di vedere, ai fattori ambientali o nutrizionali indicati da altri studiosi, in quanto presenti solo in alcuni degli abitanti delle varie zone visitate nelle quali il cretinismo era endemico. In base al reperto di gravi anomalie craniche riscontrate nei numerosi casi esaminati, credette di poter ascrivere la responsabilità del cretinismo all'ipoplasia dei lobuli e delle lamelle del cervelletto, impossibilitato a svilupparsi in modo completo nello spazio troppo angusto di un cranio malformato (Tentativo di V. M. saluzzese per discoprir le cagioni della stupidità endemica, e i mezzi di preservarne i fanciulli d'alcuni borghi della Valle d'Aosta e del Piemonte, in Giornale scientifico e letterario e delle arti di una Società filosofica di Torino, suppl. al tomo II [1789], pp. 331-352; la versione francese del saggio, Lettre de monsieur Vincent M. au professeur Frank à Pavie. Sur l'état des cretins, è in Delectus opuscolorum medicorum antehac in Germaniae diversis academiis editorum, Ticini 1789, pp. 241-258; i testi italiano e francese, riuniti, furono editi a Torino nel 1789 col titolo Sui gozzi e sulla stupidità che in alcuni paesi li accompagna. Tentativi di V. M.).

Dal 1878 il M. era entrato in rapporto epistolare con Ch. Bonnet, al quale aveva illustrato i risultati delle sue ricerche sul sistema nervoso centrale. In una delle raccolte più complete del carteggio, Sulla nevro-encefalotomia. Lettere anatomico-fisiologiche di V. M. a Carlo Bonnet, pubblicata a Pavia nel 1789, è esposta la concezione anatomo-fisiologica generale del M.: l'identificazione nel cervello di un organo complesso contenente singoli apparati, ognuno dei quali deputato a una specifica attività intellettiva; la possibilità di tracciare una scala evolutiva tra i vertebrati (rettili-uccelli-mammiferi-uomo) basata sul numero di ripartizioni del cervello, culminante in quello umano, superiore perché più "composto"; l'esistenza di profonde differenze anatomiche tra i vari tipi di encefali, consistenti in differenti profondità delle solcature e diverso numero delle circonvoluzioni, in stretta connessione con le capacità intellettive, negata dal Bonnet; l'inammissibilità di un recettore organico preciso per l'anima, somma facoltà intellettiva in contatto con tutte le cellule nervose nella loro globalità; l'esistenza di arcane vie di comunicazione tra i tessuti nervosi tali da giustificare l'origine di un eccitamento completamente diverso a seguito della percezione di sensazioni di un determinato genere.

All'anatomia comparata recò ancora un contributo: Esposizione anatomica delle parti relative all'encefalo degli uccelli. Trattato V dei nervi che escono dalla cavità del cranio, in Memorie di matematica e fisica della Società italiana delle scienze, 1792, vol. 6, pp. 106-119.

Durante la sua permanenza a Pavia il M. pubblicò la sua prima opera di ostetricia, La esplorazione proposta come fondamento dell'arte ostetrica, Milano 1791, notevole per chiarezza e ordine espositivo. La recensione negativa da parte del Nuovo giornale della più recente letteratura medico-chirurgica d'Europa fu probabilmente all'origine del grave contrasto sorto tra il Frank e il M., che determinò nell'ottobre 1793 l'allontanamento di quest'ultimo dalla cattedra pavese.

Tornato a Torino, il M. vi si trattenne per breve tempo: chiamato, infatti, all'Università di Padova il 3 marzo 1794, vi resse la cattedra di chirurgia teorico-pratica fino al 1806, quando fu nominato professore di istituzioni chirurgiche e di ostetricia. Nella nuova sede universitaria si dedicò a vari studi, che dettero origine a nuove pubblicazioni.

Ripresi gli studi sul sistema nervoso centrale, realizzò uno strumento, il cefalometro, per procedere all'esatta valutazione esterna della morfologia endocranica, nella convinzione di poter dimostrare il rapporto diretto esistente tra strutture endocraniche cerebrali e cerebellari, da un lato, e facoltà intellettive e tendenze comportamentali dall'altro. Queste sue concezioni, la sua interpretazione delle alienazioni mentali come malattie organiche, il suo progetto di dimostrare e misurare un'attività elettrica intracerebrale esposto in una lettera che il 29 ag. 1792 aveva indirizzata all'abate Carlo Denina (recentemente ritrovata da C. Chierici), i convincimenti che illustrò nello scritto edito a Milano nel 1808 Se il cervello, il cervelletto, la spinal midolla, forse anche le cartilagini e le osse della spina formino qualcosa di analogo alla colonna galvanica, sembrano in qualche modo precorritrici della craniologia enunciata da F.J. Gall nel 1810. Nella pubblicazione Le scoperte del celebre dottor Gio. Francesco Gall sul sistema nervoso della spinale midolla e sul cervello esposte dal dottor Bischoff ridotte al giusto valore da V. M., in Memorie di matematica e fisica della Società italiana delle scienze, 1809, vol. 14, pp. 3-58, il M., accanto a una certa astiosità nei confronti dello studioso francese che non lo aveva citato nei suoi scritti, espresse alcuni suoi interessanti convincimenti: la mancanza di un punto di innesto dei nervi nel cervello, l'assoluta indipendenza dell'istinto sessuale dal cervelletto, la struttura omogenea e la "funzione alimentatrice" dei tessuti subcorticali cerebrali e cerebellari, la natura membranosa del tessuto corticale morfologicamente indistinto, l'impossibilità che il cranio rechi traccia della morfologia del cervello pur aderendovi fin dalla vita fetale per l'interposizione delle meningi; infine il concetto che la sostanza grigia, che ricopre il cervello e i gangli nervosi, impartisce "sentimento, moto e vita" ai vari filamenti nervosi, si propaga a determinare una contiguità con quella bianca e penetra nei gangli di senso fino a essere mescolata con la "nervea midollare, plessiforme, retiforme, fungiforme".

Nell'Essai de réponse au problème de la Société d'émulation, quelles sont les influences sympathique, qu'exercent les uns sur les autres les divers systèmes et organes de l'économie vivante, Paris 1803, ribadì il concetto, già formulato in Della esistenza e della influenza dei sistemi nella economia animale e della meravigliosa estensione del sistema cutaneo (Pavia 1798), dell'esistenza di un sistema "comune" a tutte le parti del corpo umano, interne ed esterne, chiamato "cutaneo o dermile", accanto a quella di quattro sistemi "generali", di sette sistemi "universali" e di sistemi "parziali", ognuno dei quali deputato a una determinata funzione. Recò contributi alla patologia, tra i quali lo studio delle iperostosi femorali (Auctarium observationum et iconum ad osteologiam et osteopathologiam, Patavii 1801), e soprattutto alla teratologia: sulla scorta dei numerosi riscontri necroscopici effettuati indicò infatti nell'"arrestarsi dell'evoluzione organica nelle diverse fasi dello sviluppo" la causa delle varie malformazioni e mostruosità e definì sedici classi teratologiche, precorrendo le ricerche che avrebbe più tardi condotto C. Taruffi (Dei mostri umani, dei caratteri fondamentali su cui se ne potrebbe stabilire la classificazione e delle indicazioni che presentano nel parto, Padova 1798; Osservazioni anatomiche circa all'origine dei mostri, in Memorie di matematica e fisica della Società italiana delle scienze, 1805, s. 2, vol. 12, pp. 164-178; Conferma delle proposizioni circa alla produzione dei mostri, ibid., 1809, s. 2, vol. 15, pp. 1-19). Tra i suoi scritti di chirurgia il saggio Ricordi di anatomia traumatica con molti ritratti di medici illustri italiani, Venezia 1794, nel quale accanto alla descrizione e alla classificazione dei vari tipi di lesioni traumatiche, è illustrato il quadro della necrosi dell'epifisi femorale consecutiva a frattura del collo anatomico ed è contenuta la rivendicazione della priorità della descrizione del legamento rotondo che avrebbe per la prima volta individuato in una scimmia, può essere considerato il primo trattato italiano di traumatologia. Si ricordano inoltre: Prime linee di chirurgia, ibid. 1794; Delle osservazioni chirurgiche spettanti alla riduzione. Ricordi, Bassano 1796; Ricordi dell'anatomia chirurgica, Padova 1801-02; Institutio chirurgica pro candidatis, Patavii 1803; Selecta ex instituto clinico chirurgico patavino, Ticini 1811.

Descrisse casi interessanti o del tutto inusuali occorsigli nella pratica ostetrica (Casi di ostetricia non comuni relativi alla procidenza della vagina complicata con ernia intestinale, all'abbassamento dell'utero e ad un triplice aborto, Modena 1805; Dello squarciamento dell'utero nel parto di donna paralitica, in Memorie di matematica e fisica della Società italiana delle scienze, 1814, s. 2, vol. 17, pp. 26-45), pubblicò un lavoro a uso delle levatrici non suscettibili di educazione intellettuale (Dialoghetti per le levatrici idiote, Pavia 1808) e redasse un inventario delle preparazioni del museo ostetrico dell'Università di Padova (Oggetti più interessanti d'ostetricia e di storia naturale esistenti nel museo ostetrico della R. Università di Padova, Padova 1807).

Infine, va ancora ricordata la produzione del M. riguardante l'anatomia comparata: Encefalotomia di alcuni quadrupedi, Mantova 1795; Saggio di splancnografia e di encefalotomia della foca, in Memorie di matematica e fisica della Società italiana delle scienze, 1805, s. 2, vol. 12, pp. 39-72. Nel 1798 si era occupato di una epizoozia carbonchiosa (De febre carbuncolosa et de carbone bovillo, Papiae 1798).

Oltre a condurre ricerca scientifica e a pubblicare scritti anatomo-fisiologici, il M. si dedicò fin da giovane a studi storici e storico-medici: tuttavia la sua propensione a magnificare ed esaltare il proprio paese, le sue istituzioni, gli uomini che si segnalarono nelle scienze e in altre imprese, lo guidò a una tale disinvolta manipolazione di fatti e vicende da indurre alcuni storici della Riforma protestante in Italia a definirlo "falsificatore della storia" (si veda D. Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Firenze 1939, p. 447; F. Ruffini, Studi sui riformatori italiani, Torino 1955, p. 630).

Tra questi suoi scritti, totalmente inaffidabili, si ricordano: Delle opere dei medici e dei cerusici che fiorirono prima del XVI secolo negli Stati della real casa di Savoia, I-II, Torino 1786-89; Della città e degli antichi abitari d'Aqui, ibid. 1787; Dei capitani illustri che fiorirono ai tempi del marchese Lodovico II in Saluzzo, discorsi accademici, ibid. 1793; Squarci di lettere del fu abate cavaliere Girolamo Tiraboschi intorno a un'opera di Tommaso III, marchese di Saluzzo, intitolata Le chevalier errant, Venezia 1795; Notizia dei viaggi al Mar Rosso di Filippo Pigafetta nobile vicentino, tratta da un manoscritto inedito, ibid. 1796; Notizie biografiche intorno a Blosio Pallajo, Padova 1802; Elogio di fra Saba da Castiglione, ibid. 1814; Elogio di Giorgio Biandrata nobile saluzzese, archiatra in Transilvania e Polonia, ibid. 1814.

Il M. appartenne a numerose accademie e società scientifiche, fra le quali l'Accademia imperiale Giuseppina (scuola superiore per medici militari) di Vienna, quella delle scienze di Pietroburgo, la Société chirurgique di Parigi, l'Accademia delle scienze, lettere ed arti di Torino; fu inoltre direttore della sezione centrale dell'Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova.

Il M. morì a Padova il 4 sett. 1816.

Aveva avuto tre figli, dei quali due, Claro Giuseppe e Vincenzo Gaetano, furono medici e naturalisti e curarono la biobibliografia paterna (C.G. Malacarne, Catalogo delle opere stampate e de' discorsi accademici inediti di V. M., Brescia 1811).

Fonti e Bibl.: V.G. Malacarne, Memorie storiche intorno alla vita e alle opere di M.V.G. M., Padova 1819; C. Ruggieri, Elogio funebre di V. M., Venezia 1817; A. Lombardi, Elogio storico del professor M.V.G. M., in Memorie di matematica e di fisica della Società italiana delle scienze, 1823, vol. 19, pp. LXXX-CXXII; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, V, Napoli 1848, ad nomen; C. Demaria, Degli illustri cultori subalpini dell'arte salutare che uscirono dal Collegio delle province, Torino 1852, pp. 6 s.; A. Corradi, Della chirurgia in Italia dagli ultimi anni del secolo scorso fino al presente: commentario, Bologna 1871, pp. XX-XXI, 6 s., 80, 95, 224 s., 457, 530, 547; D. Giordano, Compendio di chirurgia operatoria, Torino 1911, pp. 15, 500; L. Castaldi, Un manoscritto di V. M. saluzzese, sull'anatomia delle meningi, in Riv. di storia delle scienze mediche e naturali, XIX (1928), 10, pp. 62-73; G. Bilancioni, Gli studi di V. M. sul gozzo cretinico, in Valsalva, VII (1931), pp. 211-216; F. Fontana Zanco, Una lettera inedita di V. M. sul gozzismo, in Riv. di storia delle scienze mediche e naturali, XXIV (1933), 15, suppl., pp. 82-88; A. Pazzini, Storia della medicina, II, Milano 1947, p. 190; Id., Bio-bibliografia di storia della chirurgia, Roma 1948, pp. 174 s., 468; A. Franz, V. M. e il primo trattato italiano di traumatologia, in Castalia, X (1954), 1, pp. 31-34; L. Premuda, Personaggi e vicende dell'ostetricia e della ginecologia a Padova, in Attualità di ostetricia e ginecologia, IV (1958), pp. 52-58; L. Münster, Su V. M. eccellente chirurgo, ma pessimo storico della medicina, ibid., XVI (1960), 1, pp. 24-26; L. Samoggia, I rapporti fra Francesco Aglietti e V. M. in una lettera inedita del 1789, in Pagine di storia della medicina, IX (1965), pp. 54-68; G. Ongaro, Les apports de V. M. à la tératologie, in Verhandlungen des XX. internationalen Kongress für Geschichte der Medizin, Hildesheim 1968, pp. 186-194; L. Belloni, Charles Bonnet e V. M. sul cervelletto quale sede dell'anima e sull'impressione basilare del cranio nel cretinismo, in Physis, XIX (1977), pp. 111-160; C. Pogliano, V. M. "geografo del cerebro", in Passioni della mente e della storia, a cura di F.M. Ferro et al., Milano 1989, pp. 157-169; M. Nano - D. Bertero, Storia della chirurgia in Piemonte, Milano 1992, pp. 32-34; F. Martelli - L.Baratta - S. Arieti, Considerazioni preliminari sull'origine della frenologia: l'opera di V. M., in Medicina nei secoli, V (1993), pp. 405-418; C. Chierici, V. M. (1744-1816): a research in neurophysiology between anatomophysiology and eletrical physiology of human brain, in Compte rendu Biologies, 2006, vol. 329, pp. 319-329; Dictionnaire historique de la médecine ancienne et moderne, III, Paris 1828, p. 504; Dictionnaire encyclopédique des sciences médicales, s. 4, II, p. 229; G. Lambertini, Dizionario anatomico, Napoli 1949, pp. 235, 543; I grandi del cattolicesimo, II, Roma 1958, p. 472; Enciclopedia delle vite illustri, Milano 1962, p. 417; Dizionario biografico della storia della medicina e delle scienze naturali (Liber amicorum), a cura di R. Porter, III, Milano 1985, pp. 82 s.; Dizionario biografico degli scienziati e dei tecnici, a cura di G. Dragoni - S. Bercia - G. Gottardi, Bologna 1999, pp. 946 s.; Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte, IV, pp. 103-104.

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