EGGELING, Viking

Enciclopedia del Cinema (2003)

Eggeling, Viking

Alessandro Cappabianca

Pittore e regista cinematografico svedese, di origine tedesca, nato a Lund il 21 ottobre 1880 e morto a Berlino il 19 maggio 1925. Il suo Diagonal Symphonie (1924) si può considerare il primo esperimento di film 'astratto' nella storia del cinema, e fece di E. uno dei principali rappresentanti del cinema sperimentale (per un quadro complessivo v. sperimentale, cinema e avanguardia cinematografica).

Lasciata la Svezia nel 1897, E. visse in Germania, in Italia, a Parigi (dove conobbe lo scultore Hans Arp) e a Zurigo, città nella quale era in pieno sviluppo il movimento Dada, fondato dal poeta T. Tzara (v. dadaismo). Nelle sue esperienze pittoriche, inizialmente influenzate dal primitivismo di H. Rousseau e dal colore strutturato, precubista, di P. Cézanne, si indirizzò, attraverso il superamento del concetto di rappresentazione in pittura, verso esiti astratti. A orientare la sua ricerca verso la modificazione delle forme astratte in movimento, governate da un ritmo musicale, fu forse anche la conoscenza delle teorie del pittore L. Survage, che attorno al 1914 descrisse la propria intenzione di lavorare a un progetto di corrispondenza tra forme colorate e forme musicali (Le rythme coloré), di cui rimangono solo alcune sequenze di disegni. Nel 1918 E. incontrò a Zurigo Hans Richter, i cui esperimenti erano affini ai suoi, e subito si instaurò tra i due una proficua collaborazione (durata fino alla morte di E.), anche se Richter era più interessato al gioco delle superfici, mentre E. si concentrava, con rigore e coerenza assoluta, sugli elementi lineari. Prendendo a modello la musica, e in particolare la fuga contrappuntistica, nel 1919 E. sviluppò su lunghi rotoli di carta un motivo composto da elementi che crescevano, si suddividevano, si intrecciavano (l'opera, dal titolo Vertikal-Horizontal Mass, nota anche come Horizontal-Vertical Orchestra, fu all'origine di un film, realizzato da E. nel 1921 e andato perduto).Il passo successivo fu infatti, inevitabilmente, il cinema. Grazie a un piccolo finanziamento della maggior casa cinematografica tedesca, l'UFA, Richter ed E. poterono dedicarsi a trasformare i loro 'rotoli' in veri e propri film, con la tecnica del cartone animato. Nonostante i problemi di realizzazione (i due non avevano molta dimestichezza con la tecnica cinematografica), Richter riuscì a girare i quattro minuti di Rhythmus 21 (1921), mentre tra il 1921 e il 1924 E. 'animò' il suo secondo disegno su rotolo nel film Diagonal Symphonie (di sette minuti), che fu presentato pubblicamente a Berlino nel maggio 1925, pochi giorni prima della morte dell'autore. La proiezione berlinese suscitò un grandissimo scalpore negli ambienti del cinema (c'erano stati nel frattempo gli importanti esperimenti di Walter Ruttmann). In un articolo pubblicato nel dicembre 1925 sulla rivista francese "Schéma" (riportato in Mitry 1971, pp. 87-95) il critico d'arte M.N. Bandi scrisse: "Eggeling chiamò la sua opera Eydodynamik […]. Eydodynamik è costituita unicamente di luce e di movimento. La Diagonal Symphonie è il movimento in sé. Sullo schermo appaiono forme isolate; esse si muovono in oscillazioni e in modulazioni finché una forma si schiude completamente. Ancora qualche vibrazione e la forma si dissolve… Le forme passano attraverso le variazioni di tutte le loro possibilità simultaneamente e successivamente; durante questo processo ritmico le forme entrano in rapporti l'una dopo l'altra, l'una contro l'altra, giocano fra loro. Il motivo principale si stende, vibra, aumenta e diminuisce: nello stesso tempo sorge una forma polare; appare una terza forma di collegamento; si muove verso le altre due simultaneamente come un ponte. […] Nella Diagonal Symphonie, secondo l'ampiezza delle oscillazioni, si crea una zona di tensione che si potrebbe definire 'la dimensione del movimento'. A causa dunque della sua saturazione, lo spazio è come uno strumento musicale in cui tutta una scala di luce e di movimento è nascosta e risuona di tanto in tanto. Questa dimensione si libera naturalmente dalla superficie, diviene indipendente e annulla le dimensioni esteriori.[…] Non ci si dovrebbe ingannare sul carattere musicale della Diagonal Symphonie. L'Eydodynamik è un'arte indipendente; essa e la musica sono analoghe al ritmo universale che domina la vita. Lo stesso di quanto accade nella altre arti".

Emerge da questo testo l'eco dell'ossessione di E. e di Richter che il loro lavoro potesse essere considerato una semplice trasposizione grafica di ritmi musicali. In realtà, pur appoggiandosi specialmente alle teorie di F. Busoni, la cui musica si basa sulla logica contrappuntistica tra due linee melodiche, E. considerò sempre l'Eydodynamik come un'arte indipendente, diversa dalla pittura come dalla musica. In realtà il film astratto, comunque si vogliano valutare i suoi rapporti con la musica, non ha praticamente avuto futuro nel cinema, salvo che per esperimenti d'élite, limitati agli ambienti artistici. Le analogie formali che qualcuno ha notato tra Diagonal Symphonie e Le ballet mécanique (1924) di Fernand Léger restano in superficie, visto che Léger anima oggetti, sia pure rendendoli quasi astratti, mentre E. si mantiene rigorosamente fedele all'animazione di forme grafiche, pure linee bianche ben isolate e distinguibili sullo sfondo nero. L'intreccio si produce attraverso il contrappunto delle forme di luce, coerentemente condotto fino in fondo.

Bibliografia

H. Richter, Dada. Kunst und Antikunst, Köln 1964 (trad. it. Milano 1966), pp. 75-77.

J. Mitry, Storia del cinema sperimentale, Milano 1971, pp. 87-95.

L. O'Konor, Viking Eggeling, 1880-1925. Artist and film-maker, life and work, Stockholm 1971.

S. Lawder, The cubist cinema, New York 1975 (trad. it. Genova 1983), pp. 44-59.

Il cinema d'avanguardia 1910-1930, a cura di P. Bertetto, Venezia 1983, pp. 36-41.

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