HUERTA, Victoriano

Enciclopedia Italiana (1933)

HUERTA, Victoriano

Nino Cortese

Generale e uomo politico messicano, nato a Colotlán (Jalisco) il 23 dicembre 1854, morto nel Forte Bliss a El Paso (Texas) il 13 gennaio 1916. Protetto nei primi anni della sua carriera da Benito Juárez, che lo fece ammettere nella Scuola militare, si tenne poi fedele a Porfirio Díaz, che non gli lesinò le ricompense; ma acquistò fama di crudele nella repressione della sommossa diretta dal generale Neri nello stato di Guerrero nel 1893, quando ferocemente passò per le armi numerosi insorti, sebbene fossero protetti dalla concessa amnistia. Timoroso che continuasse a sostenere il suo rivale, il nuovo presidente F. F. Madero dapprima lo tenne in disparte; tuttavia in seguito gli affidò la direzione delle operazioni militari contro la rivolta diretta da P. Orozco nello stato di Chihuaha, che egli soffocò in poco tempo, e nel febbraio 1913 acconsentì che egli assumesse il comando delle truppe incaricate di reprimere il complotto ordito in Messico dai generali Mondragón, F. Diaz, e B. Reyes. Ma, messosi d'accordo con il Díaz, con il patto che avrebbe assunto l'interinato della presidenza per preparare l'elezione del Díaz, il 18 arrestò il fratello del Madero, mentre altri catturavano il Madero stesso e il vicepresidente, che pochi giorni dopo furono assassinati tragicamente. Il suo governo fu tutt'altro che facile, per l'irriducibile opposizione mossagli dai costituzionalisti e dal Díaz, che mantenne la propria candidatura; e la guerra civile, nella quale ebbe grande parte V. Carranza, arse spaventosa nel paese. Lo H. ricorse alla violenza, ma nulla poté fare contro l'intervento degli Stati Uniti, che, per un incidente diplomatico, il 14 aprile 1914 decisero di compiere una dimostrazione navale a Tampico, il 20 ruppero le relazioni e il 22 occuparono Vera Cruz, abbandonata dal generale Maas e difesa, senza mezzi, soltanto dagli alunni della Scuola navale e dal popolo. Vano fu l'appello rivolto dallo H. per ottenere che il giudizio della contesa fosse devoluto al tribunale dell'Aia, e vana fu ancora la mediazione del Brasile, del Chile e dell'Argentina. Il 16 luglio lo H. decise di dimettersi, dopo aver lanciato un manifesto in difesa del proprio operato, e venne in Europa. Di poi si recò negli Stati Uniti; ma qui fu arrestato.

Bibl.: A. E. López, El interinato del gen. H., Messico 1913; P. González-Blanco, De Porfirio Díaz a Carranza, Madrid 1916.

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