TRAIANA, VIA

Enciclopedia Italiana (1937)

TRAIANA, VIA

Giuseppe LUGLI

VIA Fra gli altri lavori di restauro della via Appia, Traiano progettò la costruzione di una nuova via più ad oriente, fra Benevento e Brindisi, e la munì di numerosi ponti e viadotti, così da renderla praticabile anche durante l'inverno. Questa via, che prese da lui il nome di Traiana, sostituì, sebbene fosse un po' più lunga, la vecchia strada, che passava per Eclano, Venosa e Taranto, e fu la vera Appia dei tempi imperiali. Le sue stazioni principali erano le seguenti, secondo gli Itinerarî, corretti e completati fra loro: Forum Novum (Buonalbergo) miglio X; Equum Tuticum (S. Eleuterio), XX; Aquilonis mutatio (Masseria S. Vito) XXVII; Aecae (Troia) XXXIII; Herdoniae (Ordona) LV; Canusium (Canosa) LXXXII; Rubi (Ruvo) CVII; Butunti (Bitonto) CXVIII; Barium (Bari) CXXX; Turres Iulianae (?) CXLI; Turres Caesaris (?) CL; Egnatia (Torre di Gnazia) CLXVI; Ad decimum (?) CLXXV; Speluncae (?) CLXXXV; Brundisium (Brindisi), CCIV. A Canosa si poteva fare una, deviazione verso Barduli (Barletta), in modo da guadagnare subito il mare e toccare così Turenum (Trani) e Natiolum (Giovinazzo? Molfetta?). All'infuori del tratto montano, il resto del percorso è piuttosto monotono e facile. A Traiano si deve probabilmente anche il prolungamento della via da Brindisi a Otranto, nell'interno della penisola, passando per Lecce (Lupiae), che gl'Itinerarî pongono a 25 miglia di distanza tanto dall'una quanto dall'altra città. Infine, per completare l'anello, Traiano collegò Otranto con Taranto.

Le stazioni di quest'ultima strada, date soltanto dalla Tabula Peutingeriana, sono: Castrum Minervae (Castro) VIII; Veretum (S. Maria di Vereto) XII; Uxentum (Ugento) X; Aletium (?) X; Neretum (Nardò) X; Manduria (Manduria) XXIX; Tarentum (Taranto) XX. In totale miglia IC.

I numerosi cippi miliarî che si trovano lungo la via Traiana portano la data del 109 d. C. che si deve considerare come l'anno dell'inaugurazione di essa (Corpus Inscr. Lat., IX, 5998-6055); un'altra iscrizione menziona ponti, che furono in realtà molti (ibid., 6005). La larghezza della via variava da m. 7,20 in pianura a m. 3,60 in montagna, sul passo di S. Vito, ove saliva fino a m. 971 s. m.; la pavimentazione era a grossi poligoni di calcare con crepidini di blocchi squadrati di cm. 90 di larghezza.

Una strada moderna segue per buona parte quella antica, specialmente lungo il litorale, ma qui gli avanzi di opere manufatte sono pochissimi e degno di nota è soltanto un bel ponte in opera laterizia, circa 15 km. prima di Brindisi. Bei ponti si vedono invece tra Benevento e Herdoniae, che prendono i nomi di: ponte Valentino sul Calore (gli archi sono rifatti); ponte dei Ladroni, poco dopo Buonalbergo; ponte Rotto sul fiume Cervaro, già a 14 arcate, delle quali le due principali con luce di circa 15 m.: aveva una lunghezza complessiva di 280 m. e una larghezza di m. 7,10; ponte sul fiume Carapelle, lungo circa 200 m., con 10 arcate e con sostruzioni laterali lunghe oltre 250 m. per parte, per attraversare tutta l'ampia vallata, e altri minori sull'Ofanto e sul fosso delle Chianche. Presso Canosa, a Bagnoli, restano avanzi di tombe di età imperiale e di un arco trionfale, molto più recente dell'epoca di Traiano, al quale viene invece generalmente attribuito.

Bibl.: Th. Ashby e R. Gardner, The via Traiana, in Papers of the British School at Rome, VIII (1914), p. 104 segg.