VIA LATTEA

Enciclopedia Italiana (1937)

VIA LATTEA (o Galassia, dal greco γαλαξίας; lat. via lactea)

Emilio BIANCHI
Gino CECCHINI
Livio GRATTON

È una fascia luminosa e irregolare per contorno e larghezza che solca il cielo lungo un cerchio massimo, attraversando le costellazioni di Cassiopea, Perseo, Unicorno, Argo, Croce, Centauro, Scorpione, Sagittario, Aquila, Cigno e Cefeo. Dalla costellazione del Centauro a quella del Cigno la Via Lattea si divide in due rami separati da una striscia oscura e irregolare; tuttavia in questa regione, tra le costellazioni del Sagittario e dello Scudo, essa raggiunge la sua massima larghezza e il suo massimo splendore.

Su questo notevolissimo fenomeno celeste le leggende mitologiche e le antiche tradizioni si sbizzarrirono nelle più strane fantasie; ma dopo la scoperta del cannocchiale, sappiamo che la Via Lattea è costituita quasi interamente da una miriade di stelle per lo più invisibili a occhio nudo. Le fotografie prese con gli strumenti moderni mostrano con meravigliosa evidenza la composizione stellare della Via Lattea e fanno vedere che, accanto alle stelle, si trovano estese regioni coperte da materia nebulosa irresolubile. Altre regioni appaiono completamente oscure: particolarmente notevoli quelle presso la Croce del Sud ("sacchi di carbone"). Oggi si pensa che in queste regioni la materia nebulosa oscura impedisca di scorgere le stelle, che si trovano dietro di essa.

Nelle ricerche sulla struttura dell'Universo la Via Lattea ha un'importanza fondamentale perché, fino dai tempi di Herschel, si riconobbe che il fenomeno della Via Lattea è un'apparenza, dovuta al fatto che le stelle sono effettivamente condensate attorno a un piano (inclinato di circa 62° sull'equatore celeste) che coincide approssimativamente con il piano di simmetria della Via Lattea. I poli di questo piano, detti poli galattici (AR 12h 40m, D + 28°; AR 0h 40m, D − 28°), sono stati determinati da varî autori e sembra che la loro posizione dipenda dal tipo spettrale e dalla luminosità delle stelle impiegate per la determinazione. Il piano che passa per il centro del Sole e ha come poli i poli galattici, definisce il piano galattico, il quale taglia la sfera celeste lungo l'equatore galattico. Il piano galattico è il piano più importante di riferimento degli oggetti celesti, specialmente negli studî di astronomia statistica e definisce un sistema di coordinate (longitudine e latitudine galattiche) in modo analogo alla longitudine e latitudine terrestri.

La concentrazione delle stelle attorno all'equatore galattico (che è un fenomeno generale, riguardante anche le stelle visibili a occhio nudo) cresce con il diminuire dello splendore delle stelle ed è particolarmente notevole per stelle aventi certe caratteristiche. Così le stelle ad altissima temperatura, le stelle nuove, le variabili cefeidi tipiche si trovano praticamente solo nella Via Lattea (oltre che in certe nebulose); mentre le stelle giganti rosse, le variabili a lungo periodo, le cefeidi a corto periodo, le stelle con considerevole moto proprio, ecc., hanno una concentrazione galattica molto minore. Inoltre, mentre le nebulose a spirale sembrano rifuggire dalla Via Lattea, gli ammassi stellari aperti e le nebulose gassose sono particolarmente localizzati su di essa. Interessante è la distribuzione degli ammassi globulari, i quali sono concentrati intorno alla Via Lattea, ma mancano completamente lungo una sottile fascia imtorno all'equatore galattico. L'assenza degli ammassi globulari intorno all'equatore galattico è almeno in parte dovuta a uno strato sottile di materia oscurante che si trova in prossimità del piano galattico. Le stelle ad elio, visibili a occhio nudo, sono concentrate intorno a una fascia (fascia di Gould), inclinata di 12° sull'equatore galattico; invece le stelle ad elio più deboli mostrano una forte concentrazione galattica. Per quanto si riferisce alla struttura, alle dimensioni, alla dinamica della Via Lattea, e alle sue relazioni con l'Universo stellare, v. universo.