VENANZIO Fortunato

Enciclopedia Italiana (1937)

VENANZIO Fortunato (Venantius Honorius Clementianus Fortunatus)


Poeta latino, nato a Duplavilis (Valdobbiadene) verso il 530. A Ravenna studiò grammatica, retorica e diritto. Desideroso di recarsi in pellegrinaggio alla tomba di San Martino di Tours, traversò il Norico e la Rezia, l'alto Danubio e il Reno e si fermò qualche tempo alla corte di Sigeberto, re di Austrasia, del quale celebrò, in versi, le nozze. Giunto a Tours, scese fino a raggiungere i Pirenei e risalì quindi fino a Poitiers dove conobbe e si legò di viva amicizia con Radegonda vedova di Lotario I, la quale aveva fondato a Poitiers un monastero dedicato alla Vergine. Segretario di Radegonda, V., sul finire della vita, fu ordinato prete, e, nel 597, nominato vescovo di Poitiers.

Ultimo rappresentante della poesia latina alle soglie del Medioevo, V. F. compose, oltre alla biografia della sua protettrice e amica Radegonda, un poema in quattro libri con 2243 esametri, in onore di S. Martino, derivando la materia soprattutto dai Dialoghi e dalla Vita Martini di Sulpicio Severo, la biografia in prosa di S. Albino vescovo di Angers, quella di S. Ilario di Poitiers, di S. Germano di Parigi, di S. Marcello di Parigi, di S. Paterno d'Avranches, di S. Severino di Bordeaux. Oltre queste biografie, spesso interessanti storicamente per dettagli e indicazioni sull'età dello scrittore, V. F. scrisse una quantità di poesie d'occasione (inni, lettere, elegie, consolazioni, epitalami, panegirici di re e vescovi, brindisi, descrizioni di viaggio, ecc.), per la maggior parte in versi elegiaci, raccolte da V. F. stesso in undici libri di Miscellanea o Carmina. Poeta mediocre più per l'ispirazione che per la tecnica poetica, scolasticamente corretta, V. F. ebbe ciò nonostante larga fama nel mondo germanico e specialmente in Gallia. Alcuni suoi inni (come i famosissimi vexilla regis prodeunt in dimetri giambici acatalettici, e Pange lingua gloriosi, in tetrametri trocaici catalettici), sono entrati nella liturgia. L'edizione più completa è quella dei Monumenta Germaniae Historica (auctores antiquissimi), vol. IV, in due parti, a cura di F. Leo, per le opere poetiche, Hannover 1881, e di B. Krusch, per le opere in prosa, Hannover 1885.

Bibl.: M. Manitius, Geschichte der lat. Literatur des Mittelalters, I, Monaco 1911, pp. 170 segg.; A. Meneghetti, La latinità di V. F., in Didaskaleion, Torino 1916, pp. 195-298; 1917, pp. 1-166.