Varsavia

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(pol. Warszawa) Città capitale della Polonia (1.767.798 ab. nel 2018). Sorge in un punto in cui si raccordano vie commerciali e di comunicazione storiche e attuali, sulle due rive della Vistola, lungo le quali si dispongono i quartieri residenziali e industriali costruiti nel dopoguerra e razionalmente ordinati lungo gli assi delle arterie principali. La popolazione, aumentata notevolmente nel corso della prima metà del Novecento, fino agli anni 1940, alla fine della Seconda guerra mondiale era ridotta a meno di 200.000 abitanti, a causa delle distruzioni belliche e dello sterminio degli ebrei, che in precedenza costituivano circa un terzo degli abitanti. La città dispone di un imponente apparato industriale, la cui potenzialità produttiva è seconda solo al bacino dell’Alta Slesia. I settori più sviluppati sono costituiti dall’industria metallurgica e meccanica (siderurgia, attrezzature metalliche, autoveicoli, meccanica di precisione), dalla produzione di apparecchiature elettriche, dalle industrie ottica, chimico-farmaceutica e poligrafica, oltre che dalla produzione di vetro, porcellana, carta e dall’industria alimentare. Con il passaggio all’economia di mercato, hanno avuto una forte espansione le attività terziarie, in particolare quelle commerciali. Massimo centro amministrativo e culturale del paese, V. è sede di un’università, un’Accademia delle scienze, istituti di ricerca, musei, teatri e di manifestazioni culturali di interesse internazionale.

Menzionata all’inizio del 13° sec. quale villaggio, V. cominciò da allora a svilupparsi. Situata presso il traghetto sulla Vistola, lungo la via che conduceva verso la Lituania, nel 1526 fu incorporata al Regno di Polonia, divenendo poi il luogo di elezione dei re polacchi. L’incremento della città fu interrotto a metà del 17° sec. dalle ripetute devastazioni subite durante la guerra contro gli Svedesi e V. riprese a svilupparsi solo sotto Stanislao Augusto, nella seconda metà del 18° secolo. Nel 1794 insorse contro i Russi, ma fu riconquistata da A.V. Suvorov nello stesso anno. La terza spartizione della Polonia, che fece di V. una città provinciale della Prussia, il periodo del ducato di V. (1807-15) e quello delle guerre napoleoniche ostacolarono lo sviluppo della città, che tornò a crescere dopo il 1815, come capitale del ricostituito Regno di Polonia. Il 29 novembre 1830 V. dette il via all’insurrezione polacca, venendo rioccupata dai Russi l’8 settembre 1831. V. divenne allora un forte centro industriale, difeso con barriere doganali dalla concorrenza dell’Occidente e con vie aperte verso la Russia e l’Estremo Oriente. La Prima guerra mondiale segnò la fine del dominio russo: occupata dagli eserciti tedeschi dal 1915, l’11 novembre 1918 divenne la capitale della Polonia ricostituita. Nell’agosto 1920, minacciata dall’offensiva dei bolscevichi, fu salvata dalla controffensiva del generale J. Piłsudski. Iniziò allora per la città un nuovo rapido sviluppo, interrotto l’8 settembre 1939, quando le truppe naziste entrarono nei sobborghi di V. che, bombardata indiscriminatamente, priva di viveri e di acqua, capitolò il 28 settembre. Iniziò per la città un lungo periodo di lotta, sofferenze, crudeli repressioni. Il 19 aprile 1943 i Tedeschi attaccarono il ghetto, dove gli Ebrei avevano organizzato una resistenza armata che fu sopraffatta dopo giorni di lotta accanita; i difensori furono massacrati e il ghetto distrutto. La popolazione di V. insorse contro gli occupanti il 1° agosto 1944, mentre le forze sovietiche si avvicinavano alla città, ma fu domata dai Tedeschi (20 ottobre), che deportarono tutti gli abitanti e completarono le già enormi distruzioni: alla fine dell’anno l’85% della città era in rovina. L’esercito sovietico e le truppe polacche combattenti al suo fianco entrarono in V. solo il 17 gennaio 1945 e V. dal 1° febbraio tornò capitale.

Il ripristino dei monumenti distrutti o danneggiati (tra i più antichi: cattedrale e chiesa della Vergine, entrambi del 14° sec.) è stato condotto basandosi su quadri e disegni di B. Bellotto. Anche il castello del 1621 (ma di origine più antica), è stato ricostruito. Numerosi a V. i monumenti del 17° e 18° secolo. Tra gli edifici civili: Palazzo Krasiński (1676, ricostruito), con decorazioni di A. Schlüter; Palazzo Kazimierzowski (eretto per il re Giovanni II Casimiro nel 17° sec. e modificato in forme neoclassiche), poi sede dell’Università insieme al Palazzo Tyszkiewicz; Palazzo Wilanów (1684, cui lavorarono vari italiani su disegni di A. Locci e A. Schlüter; Palazzo Łazienki (1777), su disegno di D. Merlini in forme ispirate al classicismo francese, all’interno di un parco ricco di numerosi edifici fra cui l’Orangerie. Tra le chiese barocche, notevoli quelle di S. Bonifacio (1693) e della Visitazione, di S. Anna, di S. Croce (18° sec.) ecc. Tra le costruzioni moderne, è da ricordare la Banca dell’economia nazionale (1929-31). Tra quelle del Secondo dopoguerra: Palazzo della cultura e della scienza, secondo i canoni del monumentalismo sovietico; tra gli edifici razionalisti, la Stazione Powsle (1963) e la Stazione Est (1962), di A. Romanowicz e T. Szymaniak. Interessanti alcuni edifici commerciali: sede della Lot Airlines (2002, studio Autorska Pracownia Architektury Kurylowicz & Associates) e la sede della società Agora (2002, studio JEMS) Tra i progetti di autori internazionali: Torre Lilium (2007, Z. Hadid).

Il Museo Nazionale comprende importanti collezioni di varie epoche, raccolte di stampe e monete. La Biblioteca Narodowa (1828) ha raccolte provenienti da varie parti d’Europa. La Biblioteca dell’Università (1817) raccoglie i libri di altre biblioteche salvati dalla distruzione bellica.

Ducato di V. Conseguenza di un compromesso tra Napoleone I e lo zar Alessandro I, fu costituito con il trattato di Tilsit del 7 luglio 1807 e comprese le terre polacche occupate dalla Prussia con la seconda e la terza spartizione e una parte del territorio perduto con la prima spartizione. Il 22 luglio 1807 il ducato ottenne da Napoleone una propria Costituzione e per sovrano il re di Sassonia Federico Augusto. Con il trattato di Schönbrunn (1809) s’ingrandì della Galizia occidentale con Cracovia e Lublino. Il Congresso di Vienna (1815) decretò il passaggio della parte maggiore del ducato di V. alla Russia con il titolo di Regno di Polonia.

Patto di V. Alleanza, operativa dal 1955 al 1991, che prevedeva un’integrazione militare, consultazioni politiche e un impegno alla difesa reciproca tra URSS, Polonia, Cecoslovacchia, Repubblica Democratica Tedesca, Romania, Bulgaria, Ungheria e Albania (che ne uscì nel 1968). Ispirato dalla volontà dell’URSS di rafforzare il proprio controllo sui paesi satelliti, già operante attraverso una serie di accordi bilaterali di alleanza, e di riarmare la Repubblica Democratica Tedesca, rappresentò una risposta politica al riarmo della Repubblica Federale di Germania, consentito dalla sua inclusione nella UEO e nella NATO (accordi di Parigi e di Londra del 1954). Con l’impossibilità da parte dei Sovietici di mantenere l’egemonia sul blocco orientale, il Patto si poteva già considerare militarmente irrilevante nel 1990, quando ne uscì la Repubblica Democratica Tedesca. Dopo pochi mesi l’URSS accettò di evacuare le proprie truppe da tutti gli altri paesi membri entro il 1994 e il 1° aprile 1991 il Patto fu formalmente sciolto.

Scuola logica di V. Movimento filosofico, iniziato sotto l’influenza di K. Twardowski come reazione all’irrazionalismo metafisico dei romantici polacchi; la scuola s’interessò soprattutto di logica matematica, affiancandosi al Circolo di Vienna negli anni tra le due guerre mondiali. Suo fondatore è considerato J. Łukasiewicz, cui si deve l’elaborazione del primo sistema di logica a tre valori. Ancora seguito da molti logici è il suo originale simbolismo logico, che presenta il vantaggio di rendere superfluo l’uso delle parentesi; notevole anche il suo contributo alla storia della logica. I più importanti esponenti della scuola si possono considerare, oltre a Łukasiewicz, S. Leśniewski, A. Tarski e K. Ajdukiewicz.

Al loro insegnamento e alla loro impostazione filosofica e scientifica si sono ricollegati altri logici polacchi. J. Bocheński, noto, insieme a T. Kotarbiński, per i suoi contributi di storia della logica; A. Mostowski (1913-1975), autore, oltre che di ricerche originali, di un trattato di logica matematica; L. Chwistek (1884-1944), ideatore di un sistema che semplifica la teoria dei tipi ramificati di B. Russel. S. Jaskowski, J. Słupecki, C. Lejewski si trasferirono in Gran Bretagna, B. Sobiciński negli Stati Uniti. M. Wajsberg, J. Hosiasson e A. Lindenbaum morirono in Polonia durante la Seconda guerra mondiale.

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