Šalamov, Varlam Tichonovič

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Scrittore russo (Vologda 1907 - Mosca 1982). Condannato nel 1929 a tre anni di prigione per motivi politici, fu nuovamente arrestato nel 1937 e deportato nei lager staliniani. Liberato nel 1954, si mise in luce come poeta (i suoi versi comparvero dal 1957 in varie riviste e nel 1967 nella raccolta Doroga i sud´ba "La strada e il destino"), ma la sua vera statura di scrittore si rivelò quando cominciarono a circolare nel samizdat i Kolymskie rasskazi ("Racconti della Kolyma"), che descrivono con stile scarno e privo di enfasi l'atroce realtà dei campi di prigionia e il processo di degradazione dell'uomo che vi ha luogo (apparsi tra il 1966 e il 1975 su riviste russe stampate in Occidente, quindi in un vol. uscito a Londra nel 1978, essi poterono essere pubblicati in URSS su rivista dal 1988 e in 2 voll. nel 1992; tra le scelte comparse in ital. si ricordano Kolyma, 1976, e I racconti della Kolyma, 1995). Postumo (1988) è uscito Sliškom knižnoe ("Troppo libresco"; trad. it. I libri della mia vita, 1994), in cui l'amaro pessimismo di Š. si stempera di fronte all'appassionato rapporto con i libri e con l'arte.

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