Vangelo di Nicodemo

Enciclopedia Dantesca (1970)

Vangelo di Nicodemo

Vincent Truijen

Vangelo apocrifo databile, nella forma attuale, al 425 d.C. Già nel II secolo d.C. s. Giustino parla di un V. di Nicodemo ed è probabile che il testo attuale contenga degli elementi più antichi.

Questo V. è costituito di due parti, unite assieme in un secondo tempo, vale a dire gli ‛ Atti di Pilato ', che raccontano il processo di Gesù in una sorta di autogiustificazione di Pilato, e la ‛ Discesa di Cristo agl'Inferi '. Composto originariamente in greco, il V. di Nicodemo fu conosciuto in Occidente grazie a delle antiche traduzioni latine. Nel XIII secolo, Vincenzo di Beauvais (Spec. VIII 40 ss.) e Iacopo da Varazze (Hist. Lombardica 54) citano abbondantemente il V. di Nicodemo, segnatamente la seconda parte. È appunto questa parte che può aver ispirato D. - in particolare If IV 52 ss. - laddove descrive la discesa di Cristo agl'Inferi (v. anche DESCENSUS CHRISTI AD INFEROS).

Bibl. - Evangelia Apocrypha, ediz. C. De Tischendorf, Lipsia 1876, LIV-LXXVI, 210-432; Neutestamentliche Apocryphen, a c. di E. Hennecke e W. Schneemelcher, Tubinga 1958, I 330 ss.; N. Zingarelli, La vita, i tempi e le opere di D., II, Milano 1944³, 817-818.

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