VALONA

Enciclopedia Italiana (1937)

VALONA (in alb. Vlorë; gr. Αὔλων; in ital. anche Vallona; A. T., 76 bis)

Roberto ALMAGIA
Angelo PERNICE

Città dell'Albania meridionale, a circa 3 km. dalla sponda orientale della baia omonima, a 27 m. s. m., ai piedi della collinetta di Topana (124 m.), coperta di begli uliveti, la quale forma come una rocca naturale. La città si sviluppò al posto della classica Aulon, che peraltro sorgeva più a nord, sul cordone che separa la laguna di Arta dal mare. Valona, che al principio del sec. XX contava solo 2200 ab., ne ha oggi circa 9500 (9106 secondo il censimento del 1930), dei quali due terzi musulmani, il resto greco-ortodossi e un piccolo nucleo di Ebrei. Ha una grande piazza, molto animata nei giorni di mercato, un bazar, due moschee e oggi anche parecchi edifici pubblici moderni. È provvista di acqua potabile da un ottimo acquedotto. Le colline circostanti sono coltivate a ulivi e anche a mandorli e altri alberi da frutto. Le industrie più attive in città sono quella dell'olio, l'estrazione del sale dalla prossima laguna di Arta e la fabbricazione dei vasi d'argilla. Due strade uniscono la città alla valle della Voiussa, e un ampio viale la collega allo scalo sulla baia. Questo è costituito da due pontili in cemento, uno lungo 180 m. della Società delle miniere di Selenizza, con 8 metri di fondo all'estremità, e uno del governo albanese, di 140 m. di lunghezza con 4,5 m. di fonda all'estremità. Presso questo pontile è la nuova centrale elettrica. A nord di questa punta, presso Krionerò, è un'ottima fonte. Un faro è a Punta Pelasgia. Il movimento del porto è dato sopra tutto dall'esportazione dell'olio, del bitume dalle non lontane miniere di Senelizza, e del petrolio: a Valona fa capo un oleodotto. Un cavo telegrafico unisce lo scalo con Otranto. Al porto fanno capo linee regolari di navigazione per Brindisi, Santi Quaranta, Corfù e Durazzo.

Valona è capoluogo di una provincia che ha un'area di 1360 kmq. con 53.500 ab.

La baia di Valona è cinta a NO. da coste piatte, con piccoli fondali, mentre a E. è chiusa dai declivî dei Monti Lungara e a O. dall'erta penisoletta terminante a C. Linguetta (Monte S. Basilio, 840 m.). La baia, oltre che allo scalo di Valona, offre riparo anche nella parte sud-occidentale, detta più propriamente Baia di Dukati, e protetta da tutti i venti; questa è assai più adatta della rada di Valona per lunghi ancoraggi. Le piccole navi possono trovare riparo anche nelle minori insenature di Pascià Liman e Porto Raguseo.

Storia. - Nella ripartizione dell'Impero romano alla fine del sec. IV Valona, appartenente alla circoscrizione dell'Epiro, passò sotto il governo bizantino che ne mantenne quasi ininterrottamente il possesso sino alla fine del sec. XI. Fu occupata nel 1080 da Roberto il Guiscardo che ne fece la base di operazioni militari contro i Bizantini per la conquista della Penisola Balcanica, alla quale egli mirò dopo l'occupazione dell'Italia meridionale. L'impresa, per l'intervento di Venezia a favore dell'impero, fallì. e nel 1085 i Bizantini ripresero Valona; ma con la sua spedizione Roberto aveva messo in evidenza la necessità, per chi è padrone dell'Italia meridionale, di avere un punto d'appoggio sulla costa orientale dell'Adriatico per assicurare la difesa del paese, e indicato ai suoi successori la via di espansione verso l'Oriente. Smembratosi l'impero bizantino in conseguenza della conquista latina di Costantinopoli (1204), Valona fece parte del despotato d'Epiro costituito da Michele Angelo Comneno. Nel 1259 essa fu ceduta insieme con Kanina, Berat, Durazzo a Manfredi, re di Sicilia, come dote di Elena Angelo Comneno da lui sposata. Fu conquistata per gl'imperatori bizantini nel 1314 da Demetrio Ganzas che ne divenne governatore. Il suo figlio e successore assunse un atteggiamento indipendente da Bisanzio e prese il titolo di signore di Valona, Spinarza, Kanina e Berat, ma nel 1337 egli fu spodestato dai Serbi che, sotto la guida di Stefano Dušan, occuparono tutto l'Epiro. Alla morte di Dušan (1356), Valona e Kanina formarono un despotato che appartenne, dal 1356 al 1371, ad Alessandro Giorić, dal 1371 al 1372, a Giuragj Iliiće quindi ai Balša di Cedda e ai Musacci. Nel 1414 Valona cadde in potere degli Ottomani. Durante la guerra condotta da Scanderbeg contro i Turchi e dopo la sua morte, i Veneziani occuparono più volte Valona, ma sempre per poco tempo. Dal 1691 al 1912 il dominio ottomano su Valona non ebbe alcuna interruzione e la città, per l'insediamento di genti turche. la conversione di una parte dei nativi all'islamismo e la costruzione di moschee, prese l'aspetto di città turca. Durante la guerra balcanica, nel dicembre 1912, Valona fu bombardata dalla flotta greca. Apertasi poi la questione albanese (v. albania: storia contemporanea), a Valona si costituì un governo provvisorio sotto la presidenza di Ismail Kemal Vlora. Il 10 aprile 1913, Ismail cedette i poteri alla Commissione internazionale nominata dalla Conferenza degli ambasciatori con il compito di fissare i confini ed elaborare lo statuto del nuovo stato. Essa tenne le sue sedute a Valona e da Valona resse il paese fino alla venuta del principe Guglielmo di Wied. Dopo lo scoppio della guerra mondiale, avendo il principe di Wied abbandonato il suolo albanese, l'Italia occupò (28 dicembre 1914) Valona che divenne poi una base importante di operazioni militari nella penisola balcanica. Nelle trattative di pace seguite alla vittoria degli Alleati, l'Italia si fece riconoscere il possesso di Valona; ma nell'agosto del 1920 con l'accordo di Tirana essa restituì Valona all'Albania mantenendo soltanto il possesso dell'isola di Saseno.

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