VĀLMIKĪ

Enciclopedia Italiana (1937)

VĀLMIKĪ

Ambrogio Ballini

. È l'autore del Rāmāyaṇa, il grande poema epico indiano esaltante le geste di Rāma. Secondo la tradizione Vālmīki nacque da famiglia brahmanica. Abbandonato nell'infanzia dai suoi genitori, fu raccolto da montanari selvaggi (Virāta), che gli insegnarono a rubare. V. visse così sinché, convertito, si diede a severa ascesi, stabilendosi in un eremo.

Del Rāmāaṇa, quale è a noi pervenuto, gli appartengono certamente i libri II-VI, il I e il VII dovendosi considerare aggiunte posteriori. La perfezione alla quale egli condusse la lingua e lo stile e la forma metrica del poema hanno indotto gli Indiani a considerare V. il "primo poeta d'arte". E come tale, è rimasto il prototipo del poeta d'arte per i posteri. Nelle parti aggiunte del poema V. appare come un asceta incaricato dal dio Brahmā di cantare in versi le gesta di Rāma; è detto, inoltre, l'inventore del metro epico (śloka). Contemporaneo di Rāma, in stretta relazione con la casa reale di Ayodhyā, appare V. nei libri I e VII del poema e maestro dei due figli di Rīma, cui ha insegnato a cantare il poema e finalmente sostenitore dell'innocenza di Sītā, ripudiata dal marito.

Bibl.: H. Jacobi, Das Rāmāyaṇa Geschichte und Inhalt nebst Concordanz der gedruckten Recensionen, Bonn 1893.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata