VALLESE

Enciclopedia dell' Arte Medievale (2000)

VALLESE

C. Jäggi

(franc. Valais; ted. Wallis)

Cantone della Svizzera meridionale, con capoluogo Sion, confinante a N con i cantoni di Waadt e di Berna, a E con quelli di Uri e del Ticino, a S con l'Italia e a O con la Francia.

L'od. territorio del cantone è caratterizzato dalla valle del corso superiore del Rodano con le sue numerose valli secondarie. A N le Alpi Bernesi, a S quelle Vallesi formano un confine naturale con il Mittelland svizzero e l'Italia. Con i suoi importanti passi, soprattutto il Gran San Bernardo, il V. è da sempre una terra di passaggio di importanza sovraregionale e un punto di incontro di varie influenze culturali.

La sua posizione favorevole già in epoca romana comportò una densità di insediamento relativamente fitta, soprattutto lungo il Rodano e sulla via verso il Gran San Bernardo. Come parte della provincia Alpes Graiae et Poeninae, la Civitas Vallensium apparteneva in epoca tardoantica alla diocesi metropolitana di Milano. Già nel 381 è attestato un vescovo Teodoro, che risiedeva a Octodurum (od. Martigny), noto per aver 'scoperto' ad Agaunum (od. Saint-Maurice-d'Agaune) le spoglie dei martiri della legione tebana e averne eretto la prima memoria, ponendo così le basi del successivo grande monastero e centro di pellegrinaggio. Nel sec. 5°, il V. faceva parte dei domini dei Burgundi - i quali nel 443 si erano insediati nella regione del lago di Ginevra - e, dal quarto decennio del sec. 6°, del regno dei Franchi. A quell'epoca risale lo spostamento della sede vescovile a Sion.

Con la caduta del regno franco, nel tardo sec. 9°, il V. entrò a far parte, nell'888, del regno dell'Alta Borgogna, divenne contea e come tale, nel 999, fu affidato in feudo al vescovo di Sion. Questa situazione restò invariata anche quando l'Alta Borgogna, dopo la morte di Rodolfo III (1032), fu annessa all'impero germanico: il vescovo dovette contrapporsi in misura crescente ai conti di Savoia, che si espandevano soprattutto nel basso V. a O di Sion, area tuttora di lingua francese. Nell'alto V., di lingua tedesca, le lotte per l'autonomia dei singoli comuni portarono, nel sec. 14°, alla costituzione degli Zenden, che fondarono la propria coesione sull'inimicizia comune nei confronti del vescovo-principe e della Savoia. Con l'aiuto dei Confederati, gli Zenden dell'alto V. riuscirono infine, nel 1475, a sottomettere il basso Vallese.Per la sua posizione di terra di passaggio il V. venne cristianizzato molto presto. Numerose iscrizioni attestano una rapida e ampia diffusione della nuova fede. Negli ultimi anni, inoltre, una vivace attività di scavo ha portato alla luce importanti resti architettonici di epoca paleocristiana, che attestano legami con edifici dell'Italia settentrionale e della regione del Rodano, come un battistero a Glis (presso Brig), la grande chiesa cimiteriale di Sous-le-Scex a Sion e un impianto di chiesa doppia a Martigny, nella quale si ritiene dovesse trovarsi la cattedrale dei primi vescovi del Vallese.Anche a Saint-Maurice-d'Agaune (v.) dove intorno al 300 s. Maurizio e i suoi compagni avrebbero subìto il martirio, sorse ben presto un centro di culto cristiano. Nel 515 il futuro re dei Burgundi, Sigismondo (516-523), eresse una grande basilica sul luogo dove sorgeva la memoria e vi stabilì una comunità monastica, responsabile della cura dei pellegrini e dell'istituzione liturgica della Laus perennis, ossia del procedere senza interruzioni della salmodia. Dopo un'incursione dei Longobardi, avvenuta nel 574, si ebbe, per disposizione del re merovingio Gontrano (561-593), una ricostruzione del coro; nella seconda metà del sec. 8° venne aggiunto un coro occidentale con una cripta ad ambulacro anulare, tramite la quale si accedeva alla tomba di s. Maurizio; altri interventi risalgono a epoca protoromanica, mentre l'impianto attuale del monastero è degli inizi del 17° secolo. L'intensa attività costruttiva, come pure la ricchezza di oggetti preziosi di età altomedievale e medievale conservati nel Trésor de l'Abbaye de Saint-Maurice (recipienti di sardonica in montature, sec. 7°; reliquiario di Theudericus, con iscrizione, sec. 7°; c.d. boccale di Carlo Magno, sec. 8°-9°; reliquiario a forma di testa di S. Candido, metà sec. 12°; reliquiario di S. Maurizio, sec. 12°; reliquiario di Sigismondo, sec. 12°) attestano la costante attenzione dei potenti nei confronti dell'abbazia, che, per la sua posizione sulla via per il Gran San Bernardo, era di grande importanza strategica.

Accanto allo straordinario significato di Saint-Maurice-d'Agaune, modeste appaiono le altre testimonianze di epoca altomedievale. A Sion tra il 1960 e il 1964, al di sotto della chiesa di Saint-Théodul (sec. 16°), è stata rinvenuta una cripta carolingia che un tempo conduceva alla sepoltura di s. Teodulo. Vanno inoltre menzionate le rovine della chiesa di Saint-Félix a Géronde (presso Sierre), dove si conservano ancora parti consistenti della muratura altomedievale.Solo di poco più consistenti sono le testimonianze per quanto riguarda la prima età romanica. Nella chiesa di St. Georg a Ernen, la chiesa madre del Goms inferiore, le indagini archeologiche hanno individuato una basilica triabsidata protoromanica di tipo lombardo. Anche la cattedrale di Sion, Notre-Dame-du-Glarier, che divide il rango di chiesa vescovile con Notre-Dame-de-Valère, sulla collina Valeria, risale a epoca protoromanica o anche anteriore e presenta, al di sotto del coro, una cripta 'a sala' dell'11° secolo. Del Medioevo maturo, forse del sec. 12°, si è inoltre conservata la massiccia torre di facciata, mentre la restante costruzione appartiene all'inizio del 15° secolo. Il Trésor de la Cathédrale Notre-Dame-du-Glarier di Sion conserva un grande scrigno del tardo sec. 11° dell'arte orafa romanica del Vallese.

Per quanto riguarda il sec. 12°, l'unico edificio conservatosi intatto nel suo aspetto originario è il Saint-Pierre-de-Clages (presso Chamoson). Si tratta di una pseudo-basilica a tre navate, con transetto non emergente e zona absidale tripartita. L'incrocio è sormontato da una massiccia torre ottagonale che si apre verso l'interno tramite una bassa cupola; mentre le absidi e i transetti sono coperti con volte a botte, la navata mediana e le laterali da volte a crociera costolonate. Il progetto costruttivo derivava, probabilmente, dall'abbazia benedettina di Saint-Martin-d'Ainay a Lione, consacrata nel 1107, di cui nel 1153 Saint-Pierre-de-Clages viene citata come priorato. La torre d'incrocio ottagonale dovette invece ispirarsi a quella di Cluny III.Il Romanico maturo e soprattutto il Tardo Romanico furono per il V. un'epoca di fioritura artistica. Numerosi reliquiari e sculture lignee dei secc. 12° e 13°, conservati a Saint-Maurice-d'Agaune (Trésor de l'Abbaye de Saint-Maurice) e a Sion (Trésor de la Cathédrale Notre-Dame-du-Glarier; Valeria-Mus.), attestano l'alto livello della toreutica e della scultura dell'epoca. Una particolarità del V. sono i numerosi cassoni romanici con decorazione a intaglio (Sion, Valeria-Mus.).Notre-Dame-de-Valère, eretta sulla collina Valeria in forme di transizione tra il Romanico e il primo Gotico, può essere considerata come un capolavoro dell'architettura tardoromanica nel Vallese. L'interno della chiesa, ben fortificata e in posizione dominante, mostra sostanzialmente elementi del Gotico borgognone, anche se i capitelli del coro appaiono ancora tributari della scultura romanica. La chiesa deve, tuttavia, la sua peculiare importanza soprattutto all'arredo e in particolare al pontile in stucco, il cui lato prospiciente il coro dei canonici venne dipinto da Peter Maggenberg di Friburgo nel 1433-1437. L'organo risale al tardo sec. 14° ed è uno dei più antichi esempi ancora funzionante.Ulteriori pitture murali tardogotiche si ritrovano negli edifici capitolari lungo il fianco settentrionale del complesso: nella Kalendensaal è raffigurato un ciclo di nove eroi (metà sec. 15°) e nella Caminata una Vergine, opera della cerchia di Konrad Witz. Di una generazione successiva è la decorazione pittorica della cappella di S. Barbara nella cattedrale di Sion, eseguita dal pittore bavarese Thomas di Landsberg (ca. 1474).Nel V., non soltanto l'arte sacra, ma anche quella profana è rappresentata per il Medioevo maturo e per il Tardo Medioevo da alcuni monumenti importanti. Sarebbero da citare innanzitutto i battifredi a sezione circolare di Saillon e La Bâtiaz di Martigny nel basso V. - entrambi edificati negli anni sessanta del sec. 13° per iniziativa dei conti di Savoia -, ma anche la sede signorile di Raron (sec. 12°), la torre di Ornavasso a Naters (sec. 12°-13°), il castello vescovile di Leuk (inizi sec. 13°) e la residenza vescovile estiva di Tourbillon, immediatamente sopra Sion, anch'essa risalente al 13° secolo.

Bibl.:

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Letteratura critica. - L. Blondel, Les anciennes basiliques d'Agaune. Etude archéologique, Vallesia 3, 1949, pp. 9-57; B. Anderes, Wallis (Kunstführer durch die Schweiz, 2), Zürich-Wabern 1976⁵, pp. 271-406; W. Ruppen, Die Kunstdenkmäler des Kantons Wallis (Kunstdenkmäler der Schweiz, 64, 67, 84), 3 voll., Basel 1976-1991; W. Meyer, Burgen der Schweiz, IV, Kantone Genf, Waadt und Wallis, Zürich 1981; Walliser Geschichte, 2 voll., Sion 1983-1987; F.O. Dubuis, A. Lugon, Sion jusqu'au XIIe siècle. Acquis, questions et perspectives, Vallesia 40, 1985, pp. 1-57; A. Antonini, F.O. Dubuis, A. Lugon, Recherches récentes sur la cathédrale de Sion (1985 et 1988), ivi, 44 1989, pp. 61-209; C. Eggenberger, D. Eggenberger, Malerei des Mittelalters (Ars Helvetica, 5), Disentis 1989 (trad. it. La pittura medievale, Disentis 1989); P. Elsig, Une histoire multimillénaire: la chapelle Saint-Félix et la colline Géronde à Sierre, I nostri monumenti storici 41, 1990, 4, pp. 490-491; Vorromanische Kirchenbauten. Katalog der Denkmäler bis zum Ausgang der Ottonen, a cura di W. Jacobsen, L. Schaefer, H.R. Sennhauser (Veröffentlichungen des Zentralinstituts für Kunstgeschichte in München, 3), 2 voll., München 1990-19912; Die Valeria-Orgel. Ein gotisches Werk in der Burgkirche zu Sitten/Sion (Veröffentlichungen des Instituts für Denkmalpflege an der ETH Zürich, 8), Zürich 1991; F.O. Dubuis, A. Lugon, Les premiers siècles d'un diocèse alpin: recherches, acquis et questions sur l'Evêché du Valais, Vallesia 47, 1992, pp. 1-61; 48, 1993, pp. 1-74; 50, 1995, pp. 1-196; D. Thurre, L'atelier roman d'orfèvrerie de l'abbaye de Saint-Maurice, Sierre 1992; J. Huber, La dite ''Grande châsse de Sion'' dans le trésor du chapitre de Sion en Valais (Suisse). Etat de la recherche, Les Cahiers de Saint-Michel de Cuxa 24, 1993, pp. 115-129; L. Golay, La sculpture médiévale en bois: cas particuliers et problèmes de la recherche, ZSchwAKg 51, 1994, pp. 9-22; G. Faccani, H.R. Meier, Vom römischen Vorstadtbau zur Bischofs- und Pfarrkirche. Zwischenbericht über die Ausgrabungen in der Kirche Notre-Dame-des-Champs in Martigny, Vallesia 51, 1996, pp. 243-270; Die Schweiz zwischen Antike und Mittelalter. Archäologie und Geschichte des 4. -9. Jahrhunderts, Zürich 1996; H.R. Meier, Romanische Schweiz, Würzburg 1996; id., Frühchristliche Architektur in der Provinz: das Beispiel des Bistums Martigny/Octodurus, "Papers of the Medieval Europe Conference, Brugge 1997", a cura di G. De Boe, F. Verhaeghe, IV, Zellik 1997, pp. 101-113.C. Jäggi

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