VALLADOLID

Enciclopedia Italiana (1937)

VALLADOLID (A. T., 39-40)

Giuseppe CARACI
Giorgio CANDELORO
I.F.R. *

Capoluogo dell'omonima provincia nella Vecchia Castiglia e una delle città storiche più importanti e famose della Spagna. È posta (41° 39′ 8″ N.; 4° 43′ 25″ O.) a 694 m. d'altezza, sulla destra del Pisuerga (affluente del Duero), dove a questo confluiscono le acque dell'Esgueva e presso il Canale di Castiglia. Residenza del governatore di Castiglia, raggiunse, tra il sec. XV e il XVI, un periodo di floridezza che la pose tra le grandi capitali europee. La sua situazione, proprio nel mezzo del bacino del Duero, ma abbastanza lungi dall'alveo del fiume per essere al sicuro delle rovinose inondazioni di questo, ne faceva il punto di convergenza delle vie che dal regno di León, primo nucleo del modemo stato spagnolo, adducono al cuore della Castiglia e perciò erano destinate a dirigere la fortunata reconquista contro i musulmani. Di qui la funzione storica di questa vecchia capitale - rimasta capitale con Carlo V e tornata capitale con Filippo III - che doveva però fatalmente cedere il posto alle nuove esigenze della politica spagnola, una volta definitivamente fissato a Madrid, con Filippo IV (1621), il centro di gravità della costituita compagine nazionale.

Tornata capoluogo di una piccola e povera regione, Valladolid decadde rapidamente. La sua popolazione, che all'epoca di Carlo V non poteva certo essere inferiore ai 100 mila ab., si era ridotta a meno di un quarto al principio del sec. XIX, pur conservando la città un posto sempre distinto, per la dovizia della sua suppellettile artistica, e la nobile tradizione di una università, considerata tra le migliori della Spagna. Solo verso la metà del secolo XIX incominciò una lenta ripresa, in armonia cul generale progresso dell'economia spagnola; ripresa favorita qui dal miglioramento dell'agricoltura (irrigazione) nel distretto del medio Duero e più ancora dall'impianto della grande industria (costruzioni meccaniche, specialmente ferroviarie, alimentari, lavorazione del cuoio, ecc.), alle quali si deve l'aumento abbastanza notevole segnato dalla popolazione urbana nell'ultimo trentennio. Questa infatti è passata dai 69 mila ab. del 1900, ai 90 mila, all'incirca, del 1930, ciò che pone la città sotto questo riguardo al primo posto tra i centri abitati delle due Castiglie, dopo la capitale (con la quale è anzi l'unica che superi i 50 mila ab.).

La più recente evoluzione non si è compiuta senza lasciare traccia nella topografia e nell'aspetto della vecchia città: tuttavia la trasformazione - più notevole che in qualunque altro centro della Vecchia Castiglia - non impedisce di riconoscere i tratti dell'antico nucleo urbano, ingranditosi a pianta circolare intorno al luogo dove sorse la cattedrale. Ampie piazze e vie ben tenute caratterizzano l'espansione moderna, tutta periferica (e massima verso sud, dove sono le due stazioni di Medina e del Norte).

Oltre che come centro industriale e culturale (l'università è per numero di iscritti la terza della Spagna), Valladolid ha notevole importanza come centro di comunicazioni ferroviarie (linee per León-Oviedo, Palencia-Santander, Ariza-Saragozza, e Medina del Campo-Salamanca e Madrid).

Monumenti. - La cattedrale, innalzata sul posto dell'antica collegiata del sec. XI, fu disegnata da Juan de Herrera: doveva essere una gran mole rettangolare con quattro torri agli angoli, ma se ne costruì solamente, e con alcune varianti, il corpo anteriore di tre navate con le rispettive cappelle. È in complesso nello stile sommamente sobrio dell'Herrera, quantunque la sua facciata sia stata compiuta da Alberto de Churriguera. Vi si conserva un ostensorio d'argento, capolavoro di Juan de Arfe (1590). La chiesa di S. Maria Antica, fondata nel sec. X o XI, in massima parte è del sec. XIII e presenta una curiosa fusione del romanico e del gotico; sono romanici il campanile e il chiostro, questo però restaurato modernamente; l'altare maggiore ha sculture di Juan de Juni del 1556. S. Martino è una chiesa modernizzata che conserva ancora il campanile del sec. XIII. S. Paolo data dal sec. XV per la maggior parte, poiché è stato alterato nel sec. XVIII e restaurato nel XIX: vi si ammirano belle vòlte, alcune tombe scolpite da Alonso Berruguete e da Pompeo Leoni, nonché ricche porte plateresche alle estremità. La facciata della chiesa di S. Benedetto Reale è attribuita a Rodrigo Gil de Hontañón. Nella chiesa del Salvatore, ricostruita nel sec. XVI, si trovano dipinti di Quintin Metsys. La chiesa della Maddalena del sec. XVI, ha l'altare maggiore su disegni di Rodrigo Gil de Hontañón, con sculture di Esteban Jordán (1597). Nella chiesa di S. Marina (1350-1362) vi sono tre cappelle di stile prettamente musulmano. L'altare maggiore della chiesa della Madonna "de las Angustias" viene attribuito a Pompeo Leoni. L'edificio dell'università risale al sec. XVII; ma la facciata non fu terminata che nel 1715 dai fratelli Narciso e Diego Tomé. Il collegio di S. Croce, fondato dal cardinale Mendoza e costruito nel 1487-1491, è un edificio enorme a base di cortile circondato da gallerie e grandi saloni, ma nella sopraelevazione, pure di aspetto gotico, il segoviano Lorenzo Vázquez aggiunse elementi italiani. Nel collegio di S. Gregorio, costruito dal 1488 al 1496, è ora il Museo nazionale di scultura con opere sicure di Pompeo Leoni, Gaspar de Tordesillas, Alonso Berruguete, Felipe Vigarny, Gregorio Hernández, Juan de Juni, Isaac de Juni, Benito Celma, Pedro de la Cuadra, Juan Alonso Villabrille e Luis Salvador Carmona, nonché altre attribuite a Gaspar Becerra, Inocencio Berruguete e Francisco del Rincón.

Istituti di cultura. - L'università di Valladolid rimonta al 1346; al 1598 risale il Seminario conciliar y Universidad pontificia. La biblioteca universitaria fu iniziata nel 1484, ed è fornita di circa 40.000 volumi, con 300 manoscritti. Notevoli gli archivî della provincia e della cancelleria. Il museo archeologico fu costituito nel 1879.

Storia. - Le origini della città sono assai oscure. Si è tentato di identificarla con varî centri romani, ma con poco successo. Il nome è molto probabilmente di origine araba. La città ebbe poca importanza fino al sec. XI quando, nel 1079, fu infeudata da Alfonso VI al conte Pedro Ansurez. Questo grande signore la fece capitale dei suoi estesi feudi, la ingrandì notevolmente e le diede un ordinamento municipale. Il comune progredì poi nei secoli XII e XIII e ricevette molti privilegi e franchige da Fernando III e da Alfonso X. La città nel secolo XIV fu spesso residenza reale; nel 1353 vi fu celebrato il matrimonio di Pedro I con Bianca di Borbone. Nel secolo XV ebbe un grande sviluppo, soprattutto durante il regno di Giovanni II, che vi risiedette a lungo, e ne fece il principale centro culturale della Castiglia: famosi rimasero i giuochi, i tornei e le feste letterarie che vi si celebrarono sotto quel re. Nelle lotte civili, succedute alla morte di Giovanni II, la città sostenne validamente Enrico IV. Nel 1469 si sposarono a Valladolid Ferdinando e Isabella. Sotto i re cattolici e nella prima metà del sec. XVI la città ebbe un grande sviluppo edilizio e artistico divenendo il centro del Rinascimento spagnolo. Valladolid partecipò attivamente alla rivolta della comunità castigliana contro Carlo V che nel 1523, domata la rivolta, le tolse molti privilegi. Tuttavia l'imperatore e la sua famiglia seguitarono spesso a risiedere a Valladolid, dove, nel 1527, nacque Filippo II. Questo sovrano però, trasportando definitivamente la capitale a Madrid, diede un grave colpo alla prosperità di Valladolid, che cominciò a decadere. Filippo III cercò di risollevarla soggiornandovi dal 1600 al 1606. Poi la città decadde sempre più nei secoli XVII e XVIII. Durante la guerra di successione parteggiò per i Borboni, insorgendo contro l'arciduca Carlo nel 1706. Nel 1710, dopo la battaglia di Saragozza, vi si rifugiò Filippo V. Nel 1808 vi avvennero moti contro i partigiani dei Francesi; nel giugno dello stesso anno la città fu occupata dalle truppe napoleoniche. Nel 1837 fu per breve tempo occupata dai carlisti. Durante il sec. XIX risorse a poco a poco ed ebbe un certo sviluppo industriale divenendo il principale centro economico della Vecchia Castiglia.

La provincia di Valladolid. - Occupa la parte mediana e più ampia della valle del Duero, nella Vecchia Castiglia (kmq. 8170). Rientra quasi tutta nel dominio delle formazioni recenti depostesi sul penepiano, qui idealmente allivellato, della meseta settentrionale, e perciò con superficie piatte o debolmente ondulate (M. Torozos), che l'uomo ha denudato del loro mantello boschivo e conquistato alle colture. La provincia non corrisponde a una unità naturale, essendosi costituita per successiva aggregazione di zone prossime al centro maggiore che le dà nome (dalla Tierra de Campos, dalle Valles de Cervato, dalle Tierras de Arevalo e del Pán), ognuna delle quali ha caratteri proprî; i diversi lembi, tuttavia, insieme con la generale planizie delle loro superficie, hanno in comune l'appartenenza a un unico bacino, al quale convergono le acque di numerosi affluenti (col Pisuerga che ne è il principale) e quelle di alcuni canali di irrigazione (di Castilla e del Duero).

L'economia della provincia è, come in tutta la meseta, tipicamente agricolo-pastorale con agricoltura in genere estensiva e bestiame brado (ovini). Accanto ai cereali che occupano il primo posto, va ricordato il vigneto, che dà uve e vini pregiati; dove è possibile l'irrigazione, si hanno anche orti e frutticoltura. Le industrie si limitano al capoluogo della provincia, anche perché questa è quasi del tutto priva di risorse minerarie.

La popolazione, che ammontava a circa 245 mila ab. nella prima metà del sec. XIX, è salita a 284 mila nel 1877, 279 mila nel 1900, 285 mila nel 1920, 307.479 nel 1930. La densità è così passata da poco meno di 30 a circa 40 ab. per kmq., restando sempre al disotto della media spagnola. L'insediamento predilige le forme accentrate (numerose località con oltre 1000 ab.). Molte le città d'interesse storico e artistico, decadute a piccoli centri rurali, o poco più (Medina del Campo, Medina de Rioseco, Olmedo, Peñafiel, Tordesillas, Simancas, Cigales, Nava del Rey, ecc.).

Bibl.: J. M. Quadrado, Valladolid, Palencia y Zamora, in España, sus monumentos ya artes, su naturaleza e historia, Barcellona 1885; J. Martí-Monsó, Estudios histórico-artísticos relativos principalmente á Valladolid, Valladolid 1898; J. Agapito y Revilla, El Colegio de San Gregorio en Valladolid, in Museum, 1911; id., Del Valladolid monumental, in Boletín de la Sociedad castellana de excursiones, 1911 e 1912; id., Los retablos de San Benito el Real de Valladolid, ibid., 1913; id., Un laborioso arquitecto castellano del siglo XVI: Rodrigo Gil, in Arquitectura, 1923; M. Gómez-Moreno, Sobre el Renacimiento en Castilla, in Archivo español de arte y arqueología (1925), p. 1 segg.; A. Calzada, Historia de la arquitectura española, Barcellona 1933; F. J. Sánchez-Cantón, El Museo nacional de escultura de Valladolid, in Residencia, 1933.

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