Ševčuk, Valerij

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Scrittore ucraino (n. Žitomir 1939). Nei suoi racconti (Večir svjatoji oseni "Sera del santo autunno", 1969; Dolina džerel "La valle delle sorgenti", 1981; Kaminna luna "Eco di pietra", 1987) la descrizione della vita quotidiana è condotta con sottile penetrazione psicologica. Ha scritto anche opere che fondono ispirazione fiabesca e riflessione filosofica (Dim na hori "La casa sulla montagna", 1983) e racconti d'ispirazione storica (Try lystky za viknom "Tre foglie dietro la finestra", 1986). Della sua ampia produzione, in parte proibita dal regime sovietico e pubblicata interamente solo a partire dagli anni Ottanta, si ricordano inoltre: Stežka u travi. Z̆ytomyrs´ka saha ("Un sentiero in mezzo all'erba. La saga di Z̆itomir", 1994), U čerevi apokaliptyčnoho zvira ("Nel ventre di un animale apocalittico", 1995), Oko prirvy ("L'occhio dell'abisso", 1996). Š. ha inoltre curato importanti antologie della poesia rinascimentale e barocca ucraina (Marsove Pole "Campo di Marte", 2 voll., 1988-89) e ha ritratto con erudizione e brio i personaggi della letteratura ucraina: Myslenne derevo ("L'albero pensante", 1989), Iz veršyn i nyzyn ("Dalle vette e dai piani", 1990) e soprattutto Doroha v tysjǎcu rokiv ("La strada lungo mille anni", 1990). In Kozac´ka deržava ("Lo Stato cosacco", 1995) lo scrittore ha indagato le tappe, le modalità e le basi politico-ideologiche della formazione dello Stato ucraino nell'età cosacca.

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