VALENTINA Visconti, regina di Cipro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 97 (2020)

VALENTINA Visconti, regina di Cipro

Luca Zenobi

VALENTINA Visconti, regina di Cipro. – Figlia legittima di Bernabò Visconti, signore di Milano, e di Beatrice della Scala, nacque probabilmente nella capitale ambrosiana nel 1357. Non si hanno notizie della sua infanzia o educazione, ma si può presumere che crebbe a Milano in compagnia dei numerosissimi fratelli e sorelle nati da Bernabò.

Come nel caso della più nota omonima poi duchessa d’Orléans, notizie consistenti su Valentina iniziano a emergere solo quando si cominciò a parlare del suo matrimonio. È probabile che una prima intesa in questo senso fosse stata raggiunta nel gennaio del 1364, data in cui Pietro I Lusignano, re di Cipro e Gerusalemme giunto in Europa per promuovere la crociata contro i Mamelucchi, visitò la corte di Bernabò. L’accordo prevedeva una doppia unione: Valentina si sarebbe unita all’erede di Pietro I, il futuro Pietro II, mentre il fratello Carlo, anch’egli figlio legittimo di Bernabò, avrebbe sposato Margherita Lusignano, sorella del re.

L’asse Milano-Nicosia (e con esso il futuro di Valentina) fu determinato anzitutto dall’allinearsi degli obiettivi economici delle due potenze: i Visconti necessitavano di tutelare gli interessi lombardi nel Mediterraneo, a partire dall’esportazione di panni in Oriente e dall’importazione di spezie e cotone; i Lusignano, d’altra parte, desideravano garantire la loro posizione privilegiata all’interno di queste rotte, oltre che un concreto sostegno contro i propri nemici. Di lì a poco, infatti, l’unione fra Pietro e Valentina servì pure a consolidare un’alleanza antigenovese, cui presto si unì la rivale Venezia. L’aiuto promesso da Milano nell’offensiva contro Genova era tale che persino l’offerta di una figlia dell’imperatore d’Oriente (Giovanni V Paleologo) fu rifiutata, e questo nonostante la dote promessa fosse di gran lunga superiore a quella poi portata da Valentina.

Da una lettera di Bernabò (Documenti diplomatici..., a cura di L. Osio, 1864-1872, I, p. 180), si sa che il doppio matrimonio avvenne per procura nei primi mesi del 1376. Ad accelerare la tanto ritardata unione fu con tutta probabilità la conclusione del conflitto che nel 1374 vide il principale porto cipriota, quello di Famagosta, passare sotto il controllo dei genovesi. Nel 1377, infatti, Bernabò stipulò un’alleanza con il doge Andrea Contarini, nella quale si impegnava a consolidare la triplice intesa con Pietro II e soprattutto a muovere le sue forze contro Genova. Tra le molte clausole, la lega prevedeva che la primavera successiva i veneziani si facessero carico di condurre Valentina a Cipro e Margherita a Venezia (I libri commemoriali..., a cura di R. Predelli, 1883, p. 136).

Partita da Milano nel giugno del 1378, Valentina fece tappa a Pavia, Piacenza, Parma, Reggio e Ferrara. Con sé portava in dote trentamila fiorini, mentre i restanti settantamila dei centomila promessi furono spesi direttamente da Bernabò nella guerra contro i genovesi, come da accordi con Lusignano.

Stando ai cronisti (Casati, 1866, p. 37), Valentina fu accompagnata da una numerosa comitiva, tra cui figuravano Ludovico Visconti, suo fratello, e Luchino Novello, suo cugino; tra gli altri, vi erano anche Giovanni della Rocca da Pisa e Beltrando Rossi da Parma, ai quali Carlo Visconti aveva dato l’incarico di sposare a suo nome Margherita Lusignano.

Lasciata Ferrara, Valentina fu condotta nei territori veneziani da una scorta d’onore guidata da Alberto, fratello del marchese d’Este. Altre onorificenze le vennero poi offerte al suo arrivo a Venezia, dove fu accolta personalmente dal doge e poi ospitata da Federico Corner.

Posto nella parrocchia di S. Luca e affacciato direttamente sul Canal Grande, palazzo Corner aveva già ospitato Pietro I Lusignano, suocero ormai defunto di Valentina, durante la visita che lo portò poi a Milano nel gennaio del 1363.

La scelta dell’oste, infatti, fu tutt’altro che casuale. I Corner avevano interessi commerciali consistenti a Cipro: Federico aveva prestato una grossa somma a Pietro I, ottenendo in cambio un feudo sull’isola, presto trasformato in un centro prezioso per la produzione dello zucchero. Nel 1376, Federico fu anche uno dei quattro procuratori a sposare Valentina a nome di Pietro II, il quale presto lo accolse nella cerchia dei suoi consiglieri.

È possibile che sia stato lo stesso Corner a coordinare l’assemblaggio della flotta che trasportò Valentina a Cipro. Venezia offrì sei galee, a cui si aggiunse un numero equivalente di navi armate a nome del monarca cipriota nei territori di Pietro IV d’Aragona. Da parte sua, il re d’Aragona portava avanti da tempo una sorta di politica dell’equilibrio nel Mediterraneo, stavolta a scapito dei genovesi, che di recente avevano stretto un’alleanza antiveneziana con il re d’Ungheria e Polonia. Forte di una dozzina di galee, la flotta lasciò Venezia il 1° luglio 1378 e arrivò a Cipro cinque giorni più tardi. Sbarcata la nuova regina a Cerina, da dove la corte proseguì per Nicosia, le navi veneziane e catalane furono presto impiegate dal giovane Pietro II per tentare, senza troppo successo, la riconquista di Famagosta.

Non risulta che le galee veneziane abbiano fatto ritorno con Margherita Lusignano, specie considerato che di lì a qualche anno Carlo Visconti sposò Beatrice d’Armagnac. È possibile, però, che alcuni mesi più tardi alcune delle navi armate in Catalogna fossero state utilizzate per trasportare un’altra nobildonna di rilievo: la regina madre, Eleonora d’Aragona, di ritorno in Spagna. Responsabile di varie macchinazioni contro i fratelli del defunto marito, Eleonora continuava a esercitare una certa ascendenza sull’influenzabile Pietro II, ascendenza che presto la pose in rotta di collisione con Valentina, la nuova regina, tanto da costringerla all’esilio.

Pietro venne a mancare inaspettatamente il 13 ottobre 1382, lasciando Valentina vedova all’età di soli venticinque anni. Come per tradizione, istituì per eredi lo zio Giacomo, al tempo prigioniero dei genovesi, e la sorella Margherita, le cui nozze (e dote) rimanevano tutte da arrangiarsi. A Valentina confermò una rendita vitalizia di quindicimila fiorini, come le aveva promesso nel settembre del 1377, quando due suoi inviati visitarono Milano per definire i dettagli della triplice intesa con Venezia. La rendita fu garantita da terre poste nel nord dell’isola, tra Peristerona e la baia di Morfou, non lontano da Nicosia.

Come Eleonora prima di lei, Valentina cercò di ottenere la reggenza per la figlia, che al tempo aveva solo due anni, ma molti nel consiglio reale volevano veder rispettata la linea di successione maschile, nella persona di Giacomo Lusignano, zio di Pietro. Sostenuta dai fratelli Perot e Glomot de Montelif, Valentina capeggiava la fazione di coloro che avrebbero preferito una reggenza prolungata al negoziare il rilascio di Giacomo con il nemico. Alla fine, però, furono i fautori di Lusignano a prevalere, ottendendone la liberazione in cambio della rinuncia definitiva a Famagosta.

La figlia, la cui identità è sconosciuta, morì poco dopo, lasciando Valentina sola in terra straniera. Non si sa molto della sua vedovanza, se non che perdurò circa un decennio. I fratelli de Montelif furono presto decapitati da Giacomo e Valentina bandita da corte. Nel frattempo, Bernabò era stato spodestato dal nipote, Gian Galeazzo Visconti, e i suoi molti figli dispersi o piegati al volere del nuovo signore di Milano. A Valentina non rimaneva che ritirarsi nei possedimenti a lei promessi dal marito.

Si spense nell’estate del 1393, all’età di trentasei anni.

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L.A. Casati, La guerra di Chioggia e la pace di Torino: saggio storico con documenti inediti, Firenze 1866, pp. 36-38; O.F. Tencajoli, V. V. regina di Cipro (1378-1393), in Rassegna nazionale, XXXVII (1915), pp. 1-15; M. Costa Paretas, Aspectes de les relacions entre Gènova i la Corona d’Aragó, de 1360 a 1386, in Atti del I Congresso storico Liguria-Catalogna, Bordighera 1974, pp. 220-234; G. Meloni, Genova e Aragona all’epoca di Pietro il Cerimonioso, III, Padova 1982, pp. 121-130; G. Ravegnani, Corner, Federico, in Dizionario biografico degli Italiani, XXIX, Roma 1983, pp. 179 s.; P. Mainoni, Fra Milano e Venezia: un rapporto difficile, in Ead., Economia e politica nella Lombardia medievale, Cavallermaggiore 1994, pp. 185-206; P.W. Edbury, The aftermath of defeat. Lusignan Cyprus and the Genoese, 1374-1382, in Les Lusignans et l’Outre-Mer, Poitiers 1995, pp. 132-140; D. Stöckly, Le film de la navigation vénitienne vers Chypre (fin 13e-milieu 15e siècle), in Epetirida: Mélanges Théodore Papadopoulos, Nicosie 1997, pp. 57-74; L. Balletto, Note sull’isola di Cipro nella seconda metà del XIV secolo, in Atti dell’Accademia ligure di scienze e lettere, s. 6, III (2001), pp. 161-175; N. Coureas, Economy, in Cyprus: Society and culture 1191-1374, a cura di A. Nicolaou-Konnari - Ch.Schabel, Leiden 2005, pp. 111 s.; D. Jacoby, The Venetians in byzantine and lusignan Cyprus: Trade, settlement, and politics, in La Serenissima and la Nobilissima: Venice in Cyprus and Cyprus in Venice, a cura di A. Nicolaou-Konnari, Nicosia 2009, pp. 59-100.

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