MEDICUS, Valdemaro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 73 (2009)

MEDICUS, Valdemaro (Valdo)

Francesca Vacca

– Nacque a Venezia il 5 ott. 1896 da Augusto ed Elisabetta Clara Hentz. La famiglia, austro-svizzera di religione luterana, si era trasferita in Italia alla metà dell’Ottocento; il nonno paterno, Enrico, era pastore luterano, titolare della comunità triestina dal 1853 al 1906. Il giovane M. intraprese a Trieste il liceo tecnico, dedicandosi nel contempo al disegno sotto la guida del pittore Alberto Slataper, per poi proseguire a Monaco di Baviera presso l’Accademia di belle arti, dove studiò per due anni con Hermann Groeber, discepolo di W. Leibl.

Il M. fu attratto fin da giovane anche dalla musica, essendo pianista dilettante il padre e cantante la madre, e a Trieste era stato avviato allo studio del pianoforte con Emilio Russi. Negli anni della prima guerra mondiale, rientrato a Trieste in seguito a una grave ferita alla testa riportata al fronte, riprese lo studio del pianoforte con Adolfo Skolek e della teoria musicale con Antonio Illersberg. Il M. proseguì la formazione musicale a Vienna, studiando composizione privatamente con Arnold Schönberg (1919-20) e in seguito con ­Joseph Marx presso l’Accademia musicale. Parallelamente proseguì con il pianoforte; suoi insegnanti furono due allievi di Ferruccio Busoni: Eduard Steuermann, ma soprattutto il triestino Angelo Kessisoglù, figura eminente di concertista e didatta.

Gli anni viennesi furono per il M. ricchi di esperienze musicali, dall’ascolto delle musiche di A. Berg, E.J. Wellesz, A. Webern, al viaggio ad Amsterdam, dove ebbe modo di ascoltare le sinfonie di G. Mahler al Mahler Fest del 1919; in quell’occasione notò come l’ottava sinfonia avesse dato lo spunto formale ai Gurrelieder di Schönberg. Sempre in quegli anni trovò occupazione nelle classi di canto del Konservatorium der Stadt in qualità di pianista accompagnatore.

Nel 1935 rientrò a Trieste, dove ritrovò la famiglia in condizioni economiche molto meno agiate. Qui gli fu offerta la direzione artistica della Casa editrice musicale giuliana, direzione che il M. tenne per tutta la vita svolgendo diverse mansioni: corrispondenza, correzione di parti musicali, traduzioni. Il ritorno a Trieste coincise in realtà con il ripetersi di gravi disturbi di natura psichica che costrinsero il M. a rinunciare ad alte ambizioni artistiche e a condurre una vita più riservata. Ciò non gli impedì nel 1937 di ricoprire, anche se per pochi anni, l’incarico di segretario e assistente del direttore d’orchestra Giovanni Marinuzzi, del quale aveva tradotto in tedesco l’opera Palla de’ Mozzi. In particolare la collaborazione si incentrò sull’allestimento tedesco dell’opera di Marinuzzi al Deutscher Opernhaus di Berlino nel 1940. Lo scoppio della seconda guerra mondiale impedì al M. di proseguire la collaborazione con Marinuzzi, ma i viaggi in Germania furono l’occasione per ascoltare dal vivo Herbert von Karajan, già molto famoso in patria.

Il 2 genn. 1940 il M. sposò a Trieste la cantante Margherita Voltolina, vincitrice nel 1932 del prestigioso Concorso internazionale di Vienna. I due erano legati inoltre da un fecondo sodalizio artistico: ebbero infatti una lunga carriera di concerti riscuotendo ampi consensi anche per il perfetto affiatamento.

Il M. morì improvvisamente a Trieste il 27 luglio 1970.

Compositore colto di formazione mitteleuropea, il M. è un personaggio con molte sfaccettature. Come autore di musica scelse una strada personale esterna all’avanguardia novecentesca, innestata saldamente nel filone del tardo romanticismo ma rivolta al futuro: egli stesso si definì «neoespressionista». In realtà furono proprio gli anni di studio con Schönberg a indurlo a fare tesoro della musica classica tedesca e della tecnica delle variazioni di J. Brahms, poiché il maestro, pur se in quel periodo stava approdando alla svolta compositiva radicale della dodecafonia, come insegnante era estremamente rigoroso e tradizionale. D’altra parte, il clima culturale che si respirava a Vienna riecheggiava di wagnerismo e «Strauss, Hofmannstal, Schnitzler, erano ancora operanti» (Levi, 1970). L’incontro con il maestro di indirizzo postromantico Marx fu in questo senso decisivo per la formazione del M. compositore.

Quanto all’attività concertistica, fu una costante della vita del M. grazie alla solida formazione pianistica e al sodalizio musicale con la moglie. D’altro canto, gli studi cosmopoliti e la padronanza della lingua tedesca avevano permesso al M. di avere un contatto diretto con i compositori e gli interpreti più importanti dell’epoca.

Tra le composizioni del M. si segnalano: Tre Rispetti del Poliziano per violino e orchestra d’archi (1918; anche in versione per soprano); Suite per violino e orchestra da camera (1924; Preludio, Burletta, Adagio, Danza, Pastorale, Larghetto, Quasi un’imitazione); Ultime rose per soprano e orchestra da camera (1933); Musica intorno ad un canto popolare veneziano del ’700 (Sento che ’l cor me manca) per orchestra (1936); Variazioni sopra un tema proprio per pianoforte e orchestra (1945); Musica concertante (1948); Cinque liriche per violino e orchestra. Per violino e pianoforte: sonata (1919); 2 Suites (1924 e 1933). Per pianoforte: Fantasia sopra un tema di Mozart (1922); sonata (1931); Sonata fantasia (Panta rei-tutto scorre) (1937); Variazioni sopra un tema proprio (1935); Rapsodia; Scherzino; Preludi e fantasie. Liriche: L’infinito (1919; G. Leopardi); Sechs Carossa Lieder (1935); Das bekränzte Jahr (7 liriche su testi di M. Mell); Vier Lieder im Volkston; Canto sacro; Oh, quanta pace; Marzo; Maggio; Passeggiata d’autunno; Le nebbie; Sera d’estate; Ghasele; Ein Lied; Metamorfosi di antiche villotte friulane (Cheste viole palidute; Al çhante il giâl, Une volte tu eris bielis). Miserere a 6 voci a cappella.

Fonti e Bibl.: V. Levi, La vita musicale a Trieste. Cronache di un cinquantennio 1918-1968, Milano 1968, pp. 184 s.; Id., Ricordo di Valdo M., in Trieste. Rivista politica della regione, XVII (1970), 90, pp. 21 s.; G. Radole, Ricerche sulla vita musicale a Trieste (1750-1950), Trieste 1988, pp. 233-237; Id., Trieste la musica e i musicisti (1945-1989), Trieste 1992, pp. 9, 23, 73 s., 108, 250; M. Petronio, Valdo M., un triestino allievo di Schoenberg, in Lungo il Novecento. La musica a Trieste e le interconnessioni tra le arti. Festschrift a cura di M. Girardi, Venezia 2003, pp. 155-157; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 3.

F. Vacca