Camonica, Val

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Valle dell’Oglio, che si estende a monte del Lago d’Iseo, in direzione NE-SO per oltre 80 km, tra una lunga serie di elevati rilievi (Adamello 3539 m). Si può dividere in tre parti: l’inferiore, dal lago a Breno (22 km), ampia, depressa, intensamente coltivata; la mediana (37 km), che si estende fino a Edolo descrivendo quasi una grande S e si allarga a intervalli in brevi conche (prade); e la superiore, dal carattere nettamente alpestre con abeti e pascoli. Notevoli l’allevamento e la lavorazione del legname; modesta l’agricoltura (viti, segale, orzo, frutta). Le industrie principali sono collegate alla lavorazione del ferro. Grandioso è lo sfruttamento delle acque per la produzione di energia idroelettrica.

In varie località della valle sono presenti le testimonianze, costituite da 180.000 figure incise su roccia, della civiltà preistorica camuna. Dallo studio delle incisioni si è riusciti a determinare la cronologia, che comprende tutto l’arco dell’età del Ferro (dall’8° al 1° sec. a.C.). I principali soggetti raffigurati sono scene di caccia, di duello, attività artigianali, armi, motivi simbolici e iscrizioni. In età romana il capoluogo della regione (Civitas Camunnorum) assimilò il modello urbano romano, con un’area pubblica, destinata ad accogliere terme, un teatro e un anfiteatro. A Breno è stato rinvenuto un santuario dedicato a Minerva con una statua della dea in marmo di Carrara. Nel campo funerario si diffuse il rito della cremazione (necropoli a Breno, Cividate Camuno e Borno).

Carlomagno infeudò la Val C. ai monaci di Tours, i quali poi cedettero via via i loro beni nella valle al vescovo di Brescia. Nel 1164 i Camuni ottennero da Federico Barbarossa dei privilegi, fra i quali il diritto a governarsi con propri consoli. La valle rimase ghibellina e spesso in contrasto con il Comune di Brescia. Nel 1319 passò in mano agli Scaligeri; nel 1337 se ne impadronirono i Visconti, che la tennero, eccettuato il periodo di contrastato dominio di Pandolfo III Malatesta (1407-19), fino al 1427. In quest’anno la Val C. passò sotto il dominio di Venezia, rimanendovi fino alla caduta della Repubblica. La Repubblica Cisalpina nel 1797 la divise in tre parti; nel 1798 unì la Val C. alla Valtellina e nel 1801 a Bergamo. Nel 1815, entrata a far parte del Regno lombardo-veneto, la Val C. passò sotto la dominazione austriaca, contro la quale i suoi abitanti insorsero nel 1848. Nel 1859 fu annessa al Regno d’Italia e ricongiunta, amministrativamente, a Brescia.

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