VACCINAZIONE

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

VACCINAZIONE (XXXIV, p. 873)

Vittorio PUNTONI

Nell'ultimo decennio le vaccinazioni profilattiche hanno segnato un notevole incremento sia dal punto di vista tecnico sia da quello regolamentare.

Mentre in passato la sola vaccinazione obbligatoria era quella jenneriana, contro il vaiuolo, attualmente in molti paesi è stata resa obbligatoria anche la vaccinazione antidifterica mediante l'anatossina di Ramon (v. tossine, XXXIV, p. 112 e difterite, XII, p. 801) o con i prodotti da essa derivati (in Italia dalla legge 6 giugno 1939). Anche la vaccinazione antitifica è obbligatoria per molte categorie di persone (addetti alle industrie e commerci alimentari, alle vaccherie, militari, personale di assistenza, ecc.). Disposizioni internazionali prescrivono le vaccinazioni contro le malattie esotiche ai viaggiatori che compiono tragitti internazionali partendo da circoscrizioni infette (peste, colera, febbre gialla, ecc.). Nell'ultima guerra si è resa necessaria nei militari la vaccinazione antitetanica mediante l'anatossina. Un notevole movimento si agita oggi per la diffusione della vaccinazione antitubercolare (v. tubercolosi, in questa App.) che è anzi stata resa obbligatoria, in alcuni paesi per i neonati, in altri per speciali categorie di persone (studenti, infermiere, militari). Si pensa che questa vaccinazione rappresenti un'arma di prim'ordine per la lotta antitubercolare e che sia destinata a una larga diffusione.

Grandi progressi tecnici sono stati effettuati nel campo delle vaccinazioni preventive contro le malattie da virus filtrabili o comunque incoltivabili sugli ordinarî terreni artificiali. È stato dimostrato dal Woodruff e E. W. Goodpasture che parecchi virus possono svilupparsi, e possono essere trapiantati in serie, nelle uova di pollo fecondate ed incubate a 37°. Questo procedimento ha consentito di ottenere colture di parecchi virus, di preparare i relativi vaccini e di effettuare le corrispondenti vaccinazioni (influenza, tifo esantematico, alcune virosi animali).

Per altri virus si sono sfruttati come materiali vaccinanti gli organi di animali infetti, nei quali il virus si moltiplichi rigogliosamente, per effetto di uno speciale tropismo. Questo principio fu in realtà già applicato da Pasteur per la vaccinazione antirabica, utilizzando, dopo opportuna attenuazione, il sistema nervoso centrale di conigli infetti, ove il virus rabico è localizzato e contenuto in forte quantità. Nello stesso modo si può effettuare la vaccinazione anti-cimurrosa, valendosi di cervelli di cani morti per cimurro cerebrale, e la vaccinazione anti-amarillica, valendosi di cervelli di topolini infettati con il virus della febbre gialla. Il virus influenzale e la rickettsia agente del tifo esantematico, insufflati nell'albero respiratorio del topolino bianco, determinano una polmonite specifica nella quale i rispettivi agenti infettanti sono abbondantissimi; questi polmoni infetti sono buon materiale vaccinante per le rispettive malattie.

Altro procedimento tecnico che ha consentito di effettuare vaccinazioni con virus, è quello basato sull'adsorbimento di un determinato virus da parte di un flocculato di idrossido di alluminio o di sostanze a funzione analoga. Il procedimento venne introdotto da Waldmann per la vaccinazione contro l'afta epizootica; provocando una flocculazione di idrossido di alluminio in un materiale contenente il virus (fine sospensione in mezzo acquoso di epitelî buccali ricchi di virus) il virus viene adsorbito dal flocculato; il flocculato, convenientemente trattato per abolire la virulenza, e poscia inoculato, libera lentamente il virus per eluzione, provocando la reazione immunitaria.

Grande sviluppo, specialmente negli eserciti, hanno preso i vaccini misti, introdotti da A. Castellani, e costituiti da un miscuglio di vari microbi, con l'intento di provocare, con un solo atto vaccinale, la resistenza contro più malattie. Si ricordano, come esempio, il vaccino contro tifo, paratifi A e B e tetano, adoperato durante l'ultima guerra, il tetravaccino contro tifo, paratifi A e B e colera, ed il pentavaccino contenente anche il batterio della peste, usati soprattutto nelle truppe coloniali. Questi vaccini sono basati sul principio che parecchi antigeni diversi, però in numero non maggiore di 5, sono capaci di provocare, ciascuno per sé, la reazione immunitaria, come se fossero inoculati singolarmente.

Gli effetti delle vaccinazioni profilattiche, senza essere assoluti, sono certamente molto efficaci. Le statistiche sono tutte concordi nel dimostrare, nelle masse vaccinate, una soddisfacente diminuzione di morbosità, di mortalità e di letalità. Si deve ad esse se grandi epidemie non sono esplose durante gli ultimi cataclismi bellici e se talune malattie sono in piena decrescenza. Molto più lenti sono stati i progressi nel campo della vaccinazione cosiddetta curativa, o vaccinoterapia. Le vaccinoterapie antitifica, antimelitense ed antipertossica, come anche altre in minor voga, sono rimaste pressappoco al punto nel quale si trovavano dieci anni or sono. Una delle poche acquisizioni recenti è costituita dalla vaccinazione con l'anatossina stafilococcica, che ha effetti curativi.

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