URUGUAY

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

URUGUAY (XXXIV, p. 831; App. I, p. 1104)

Mario DI LORENZO
Alberto PINCHERLE

Condizioni geografiche. - La popolazione in base a una valutazione del gennaio 1942, ammontava a 2.202.936 ab. (cioè 11,7 per kmq.) così ripartiti:

Da ulteriori stime del 1944 gli abitanti risultavano 2.235.000.

Condizioni economiche (p. 833). - L'attività predominante rimane l'allevamento del bestiame; lana, carni e pelli costituiscono le principali esportazioni; tuttavia va estendendosi l'agricoltura. Scarso sviluppo ha ancora l'industria, nonostante la politica protezionista degli ultimi anni.

Il commercio è stato negli ultimi anni attivo, come risulta dal seguente prospetto:

Finanze (XXXIV, p. 836; App. I, p. 1104). - Si riportano qui di seguito le cifre dei bilanci:

Al 30 novembre 1948 il debito pubblico interno ammontava a 627 milioni e quello estero a 123 milioni.

La legge del 2 gennaio 1939 ha limitato l'emissione dei biglietti all'ammontare del capitale versato (60 milioni di pesos), della riserva aurea, di una riserva in argento non superiore a 12 milioni di pesos e di un piccolo quantitativo di carta commerciale. Le riserve di oro e valuta estera (salite nel dicembre 1946, a 442 milioni di pesos, a fine novembre I948 ammontavano a 348 milioni di pesos). Accanto a un cambio ufficiale di pesos per dollaro (corrispondente alla parità aurea del peso di gr. 0,585018 di fino, fissata con la legge del 18 gennaio 1938), che è applicato alle valute provenienti dalle normali esportazioni, si avevano, alla fine dicembre 1948, un cambio libero pari a 2,31 pesos per dollaro e numerosi altri cambî intermedî.

L'Uruguay partecipa al Fondo monetario internazionale con una quota di 15 milioni di dollari, ma nel gennaio 1949 non aveva ancora comunicato la parità aurea della propria moneta. Al 30 novembre 1948 la circolazione ammontava a 200 milioni (dicembre 1939, 81,2 milioni) e i depositi bancarî a vista a 335 milioni.

Storia. - Il presidente Alfredo Baldomir, eletto nel marzo ed entrato in carica l'8 giugno 1938 e il suo ministro degli Esteri A. Guani svolsero un'attiva politica estera, resa necessaria anche dalla svalutazione del peso del 15 dicembre 1937, concludendo, tra l'agosto 1938 e il gennaio 1939, trattati di commercio con la Francia, la Polonia, l'Italia e un accordo di clearing con la Germania. L'Uruguay fu tra i paesi che provocarono l'espulsione dell'URSS dalla Società delle nazioni e si fece iniziatore della protesta delle repubbliche americane per la violazione della neutralità belga e olandese. L'attività della propaganda e dello spionaggio nazista, che aveva il suo centro in Montevideo, suscitò allarmi, specie dopo la scoperta di un complotto. Nel 1941 l'Uruguay accolse la Conferenza regionale del Rio de la Plata, che favorì la navigazione e il commercio della Bolivia e del Paraguay. Dopo le rivelazioni sull'attività della "quinta colonna" nazista in Argentina, si ottennero dagli Stati Uniti aiuti per la costruzione di una base a Laguna Negra. Dopo l'attacco a Pearl Harbor, l'Uruguay si dichiarò solidale con gli Stati Uniti e propose, in base al precedente stabilito nel 1917, che questi fossero considerati come stato non belligerante; dopo la conferenza di Rio de Janeiro, venne concluso anche il trattato commerciale. Ma la politica estera era osteggiata dal Partito "blanco" (nazionalista) che, a norma della costituzione aveva la metà dei 30 seggi nel senato e 3 posti di ministro su 9. Il Baldomir sollecitò una riforma e il plebiscito del novembre 1941 l'approvò, rendendo del tutto libero il presidente nella scelta dei ministri. Ma, di fronte all'ostruzionismo, il Baldomir dovette, nel febbraio 1942, sciogliere il parlamento e rimandare al novembre le elezioni (indette per il marzo) che diedero la maggioranza al Partito "Colorado". portando alla presidenza J. J. Amézaga. Entrato in carica il nuovo presidente il 1° marzo 1943, nel maggio furono rotte le relazioni con il governo di Vichy e si decise di riprendere quelle con l'Unione Sovietica, interrotte nel 1936. Intanto la posizione dell'Uruguay si faceva difficile per gli avvenimenti nella vicina Argentina. Si aveva di mira questa, quando nel novembre 1945 (dopo aver dichiarato guerra alla Germania e al Giappone il 21 febbraio, come preliminare alla firma della Dichiarazione delle Nazioni Unite il 24, e dopo avere insistito a Chapultepec per un patto di garanzia reciproca) l'Uruguay sostenne il principio dell'intervento collettivo in caso di "notoria o ripetuta violazione dei diritti fondamentali dell'uomo e del cittadino da parte di qualunque repubblica".

Il contrasto tra i partiti si acuì, anche a causa della situazione interna. Gli acquisti inglesi di carne erano pagati in sterline bloccate; cresceva la disoccupazione e all'aumento dei prezzi non corrispondeva quello dei salarî, onde scioperi, che ottennero l'assicurazione contro la disoccupazione e la giornata di 8 ore nel 1945; e altre agitazioni nel 1946, quando la siccità causò un secondo cattivo raccolto e si dovette razionare il pane. In queste condizioni, il Partito colorado affrontò le elezioni e le vinse, portando alla presidenza T. Berreta, ma perdendo voti rispetto alle elezioni anteriori. Si conclusero accordi con l'Argentina per impianti idroelettrici, e col Brasile; ma il 2 agosto 1947 il Berreta morì. Gli successe il vicepresidente Luís Batlle Berres. In base all'accordo con l'Inghilterra, i crediti in sterline divennero disponibili per il riscatto di imprese di servizî pubblici di proprietà britannica.

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