urbanizzazione Processo attraverso cui, dalla concentrazione urbana, si transita alla diffusione dell’insediamento e delle funzioni urbane sul territorio, con la formazione di una rete di città gerarchicamente ordinata e tale da distribuire capillarmente i servizi o, comunque, da limitare al minimo gli spostamenti che la popolazione deve compiere allo scopo di fruirne. Ne deriva un sistema di ‘località centrali’, ognuna delle quali è dotata di unità produttive e terziarie in relazione alla sua dimensione, alla densità di popolazione nella regione circostante, e dunque alla ‘soglia’ (quantità) di utenza potenziale: questa, a sua volta, è correlata – tramite l’efficienza dei mezzi di comunicazione – alla distanza massima percorribile, in termini di economicità, per accedere a tali beni e servizi o affinché gli stessi possano essere distribuiti ‘porta a porta’. Ogni centro assume, in tal modo, un preciso rango nella scala gerarchica ed esercita la propria influenza su un’area di gravitazione ben individuabile.
Il processo si è evoluto, a partire dalla città monocentrica (agglomerazione), con il distacco di nuclei residenziali e produttivi (città nuove, città satelliti), che in seguito hanno assunto caratteri di autonomia, o con la crescita funzionale di centri preesistenti, in un primo tempo fortemente attratti, anche in termini di flussi migratori, dalla città centrale e successivamente in grado di rivalorizzare le proprie funzioni specifiche, stabilendo rapporti non più di dipendenza ma di reciproca interazione con la grande città. È, questo, il fenomeno della conurbazione che, estendendosi a una scala geografica più ampia, dà luogo alla regione urbanizzata: area in cui una rete di città copre il territorio, pur conservando interposti spazi agricoli nei quali il genere di vita può definirsi comunque `urbano’. Tale fenomeno ha trovato la massima espressione negli Stati Uniti di NE (➔ megalopoli) e, successivamente, di SO (fra